Poche ore prima del nuovo anno

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Le ultime ore dell'anno fanno scorrere tutto in fretta. I pensieri. I propositi vecchi e nuovi. Ma il caos no, quello rimane sempre presente, qualunque caos sia, stai sicura che te lo ritrovi anche l'anno successivo, moltiplicato ovviamente.

La sveglia suona e Claudio non è già più a letto da un po'. Ormai soffro d'insonnia, non riesco a rilassarmi, sono tesa, e non so perchè. Cioè, un po' lo so in realtà. Mi sento un caos mobile. Ho la testa piena di pensieri in ordine sparso, senza una logica, che si mischiano alle emozioni e ai sentimenti. Ma si puo'?!

In tutta questa giungla di pensieri e stati d'animo mattutini che di certo non mi fanno svegliare con il sorriso, mi accorgo che ormai mi sono vestita e mi sto allacciando le scarpe per iniziare una nuova giornata in quella gabbia. Raccolgo i miei vestiti ed esco da casa di Claudio, mentre lui forse mi stava dicendo qualcosa..

Non sono felice. Forse è il caso di affrontare la cosa.

Pedalo senza una meta, la mia bicicletta mi porta dove vuole. Scorgo il Colosseo, decido di raggiungerlo andare vicino agli scavi della nuova metro e tornare in Istituto. Arrivo in Istituto, è ancora presto, ma decido di accendere il pc e andare in sala analisi a cercare di ricordare dove ero arrivata con le ultime relazioni sulle provette che avevo depositato in frigo.

"Proprio non riesci ad ascoltarmi in questi giorni...." Claudio mi raggela e per poco con mi cadono dei contenitori in vetro. "Non capisco di cosa tu stia parlando...." prendo tempo senza voltarmi e continuando a mantenere la concentrazione sul lavoro.

"Non mi ascolti, te ne vai e non mi rispondi... si può sapere cosa c'è?" mi dice avvicinandosi fino a sentirlo dietro le mie spalle. Appoggio tutto sul tavolo, mi giro e cerco di guardarlo con gli occhi lasciando parlare quello che potrebbe essere il mio cuore.

"Lo sai cosa non va..." "...non c'è nulla che non vada, tra noi almeno" risponde di getto con quel sorriso di chi ha la risposta vera tra le mani. "Per te forse..." replico ancora più veloce di lui. La sua voglia di avvicinarsi è prontamente bloccata dall'entrata in Istituto di colleghi, che neanche si accorgono di noi, e parlando si allontanano. "Vedi? Non posso continuare ad essere niente così.... non sei pronto? non ti va? lasciamo stare Claudio... non forziamo le cose... io voglio stare bene... è finita." Dico secca. "Bene." dice dopo qualche secondo di silenzio, guardandomi negli occhi come se volesse guardarmi dentro e con bocca nervosa e serrata come se non trovasse altre parole. Guardandosi intorno, sistemandosi il camice, con quattro passi indietro si gira e prende la via del suo ufficio. Io, come se avessi vivo solo il braccio, lo muovo per cercare la sedia dietro a me e mi ci siedo come se avessi già consumato tutte le energie della giornata.

La giornata corre veloce, Lara è ammalata e ho dovuto fare anche il suo lavoro, per fortuna!

Squilla il mio cellulare, è Paolo. "Pronto?" "Allora io direi che non possiamo sempre andare a mangiare fuori, quindi stasera cinema! Ho già preso i biglietti per quel nuovo film poliziesco, con morti e cose chirurgiche come piacciono a te!" sorrido, finalmente. "ok!" dico solo con un sospiro sorridente "tra un'ora passo a prenderti!" Dice e riaggancio. Prendo la borsa e corro a casa.

Un'ora passa in fretta. E Paolo mi passa a prendere porgendomi una margherita. "Grazie!" dico sorridendo lusingata. E mentre ci incamminiamo verso il cinema mi chiede "...e domani cosa fai?" mi accorgo in quell'istante che domani è l'ultimo giorno dell'anno, di solito si festeggia. Me lo sono proprio scordato. "Non so sai... quest'anno decido all'ultimo momento!". Arrivati all'entrata del cinema dice "potremo passarlo insieme.... vado a cena con qualche amico... una cosa tranquilla... se ti va..." guardandomi con dolcezza "si ecco i biglietti.." mostra i biglietti al ragazzo in ingresso e con un "Prego" ci fa accomodare nella sala.

160 minuti di relax puro. Pensare ai problemi degli altri a volte è un toccasana per la propria mente. Uscendo mi sento leggera, sono ormai le 23.00 ed ho una certa fame.

"Hai fame eh!" mi anticipa Paolo "Famissima!!" rispondo subito.
In camminandoci verso un locale che ci ispirasse, cosi.. Un po' alla cieca, ridevamo e scherzavano fantasticando sul suo futuro da investigatore. Se Claudio avesse un quarto dei suoi bei modi, sarebbe tutto perfetto. Prendendomi per un braccio, mi fece voltare verso un localino ad angolo con luce soffusa che dava senso di calore in queste vie di Roma dove la neve e il ghiaccio facevano ancora fatica a lasciare i loro giacigli.
"non pensavo di essere così contenta di rivederti, la vita fa brutti scherzi!" Dico sorseggiando un prosecco fresco e dal profumo agrumato.
"Il mondo é piccolo Allevi, la vita é breve, bisogna pensare alle cose belle..." dice battendo il bicchiere contro il mio e guardandomi negli occhi.
Che leggerezza.
"Beh ma tu come fai a sopportare quel dottore isterico che ti sta appresso?"
Dice come se volesse chiedermi se gli passo il sale, facendomi andare quasi di traverso le bollicine.
"... beh ognuno ha il capo che si merita!" Dico cosi senza pensarci, per farmi male!
"Vero, vero... lui ti merita di sicuro.." e la naturalezza delle sue parole diventa malizia...
"Per gli straordinari che faccio sicuramente!" E il flash della ricerca da finire per la Wally mi piomba sul piatto, per togliermi l appetito.
"Senti possiamo parlare di altro... sono dei periodi stressanti e...." e Claudio chiama, il cellulare vibra nella borsa, con insistenza, un incubo.
Non rispondo.
Con una scusa vado alla toilette.
Mi guardo allo specchio.
Sacrifano.
Vado la, unico rifugio.
Tornata al tavolo, Paolo cambia argomento. Ma ho la testa ovattata.
Rido e mi mostro come sempre, ma sono full.
Ci salutiamo intorno alle 3.00h. Insiste di portarmi a casa ma, essendo vicina rifiuto, due passi mi faranno bene. Cammino frettolosamente e inizia a piovere. Il cappotto é a prova di qualsiasi clima glaciale e mi fa da scudo alle intemperie, magari mi facesse da scudo alla vita!
Giro l angolo ed é li, in macchina.
Scende, rischiando anche di bagnarsi i capelli (coraggioso!) E con due occhiaie mai viste, neanche nelle nottate dove non dormivamo, mi chiede di salire in macchina per parlare.
Lo assecondo, mi fa tenerezza...
Passiamo almeno 5 minuti in silenzio, come se dovesse cercare le parole, come se non volesse dare passi falsi...
"...io non ce la faccio in istituto... non voglio pettegolezzi su di te..."
"Ti vergogni di me..."
"Sai come sono... narcisista... ma ci sto provando a piccoli passi...davvero".
Guardandoci negli occhi gli direi si subito... non resistere, ma so il male che fa dopo, il male che mi porto dietro.
"...ho bisogno di pensare.."
"Ok" dice lui secco, "...sai dove trovarmi."
La mia mano viva dopo qualche secondo cerca la maniglia della porta della macchina per poter uscire.
Lui in uno scatto mi afferra il volto e mi bacia, quasi a voler parlare ancora in un modo diverso, ma che capisco bene.
Lascio la maniglia e gli stringo il viso, come non lo vedessi da secoli, come fosse mio.
Lui si stacca un po con il suo sorriso che mi abbraccia il cuore, poi riprende intensamente. Lo fermo io dopo poco.. piano.. lentamente.
"..me lo devo far bastare.." sorride.
Io ricambio e dopo un bacio a stampo lento... esco dalla sua macchina. La notte e la luna mi illumineranno.

L'Allieva ...dopo un po'...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora