Quella mattina,Napoli, era stata avvolta da un'afa incredibile. La classica giornata da rintanarsi in casa con il condizionatore acceso. Non una novità per gli abitanti della città, abituati da secoli a farsi condizionare dal tempo. " tristi con la pioggia e felici con il sole" dicevano gli anziani, ma quando le responsabilità chiamano non c'è tempo che tenga.
L'unica consolazione in cui un povero lavoratore può sperare è il sollazzo del primo pomeriggio, quando la gente normale riposa al fresco delle proprie case ed i miserabili devono accontentarsi del gelato per placare l'arsura.
Il problema per Rosario era la gelateria. Poco avvezzo a quella parte della città, non riusciva a trovarne una. Fin quando,esausto ed affranto, blocco' un povero ragazzino in bicicletta e gli domandò della gelateria.
Il bambinetto di poco piu di 10 anni lo guardò allibito e scoppiò a ridere. Gli insulti e le imprecazioni si sprecavano considerando che il centro dei suoi pensieri era attaccato al suo culo. "Il paradiso dei sensi, ma davvero" pensò Rosario notando solo ora il piccolo negozio fare angolo di fianco la farmaciaIl cicalino della porta mi accoglie in un piccolo negozio color crema, dove un esile ragazzina dietro al bancone pigia frenetica le dita sullo scherzo del suo cellulare.
- ciao. Scusami..Mi faresti un gelato ananas e melone?- le dico, anticipando una domanda che non ha posto.
La mia richiesta viene accolta da uno sguardo omicida e dallo sbattere del telefono sul bancone, ma almeno ottengo il mio gelato. Mi sarebbe piaciuto essere un vecchietto per poter dire ''ah questi giovani d'oggi''Mangiare il gelato è sempre stato un dramma per me, per non parlare del leccarlo.. lui mi odia, ne sono certo, finisce sempre dappertutto fuorché nella mia bocca. Le figuracce si sprecano, ma oggi sono fiducioso, oggi sarà la mia rinascita, oggi vincero io...
Deve essere di cosi..non posso continuare a prendere la coppetta, cosa ho 5 anni?
Non finisco neanche di pensarlo che vengo scaraventato contro il bancone della gelateria da una forza sconosciuta
-so di essere basso, ma che cazzo questo è il colmo- poi abbasso lo sguardo e realizzo- no no...che cavolo- il gelato è spiaccicato tra me e il vetro del bancone in una poltiglia rosa che dei frutti originali ha ben poco.Lentamente mi tiro su e guardo il pasticcio che il gelato ha creato
- perdonami, non ti avevo visto-
-davvero, che fai sfotti- lo guardo minaccioso
-no no hai frainteso, non intendevo per l'altezza...anche se....no no scusa scusa-
No davvero. Si prende gioco di me ma chi è questo, la caricatura di un comico?
Piano piano cerco di eliminare con un fazzolettino tutti i residui di crema dai miei pantaloni, ma oramai è diventato tutt'uno con la stoffa.
Non ci riuscirò mai, non mangerò mai un gelato intero senza buttarmelo addosso, questa volta non sono riuscito nemmeno ad assaggiarlo.Una mano calda si posa sulla mia spalla, più come richiamo che altro
-scusami davvero, non ti ho visto per gli scatoloni, non per....beh vuoi una mano?- mi giro lentamente verso di lui e gli faccio notare la grande macchia che prende metà della mia maglietta fino al cavallo dei pantaloni
-come vorresti aiutarmi?- sono uno stronzo lo so, ma è colpa sua...cosa va a chiedere
-h...ho un cambio nello spogliatoio, potrei aiutarti con quelli e magari offrirti un secondo gelato? Che dici?- mi domanda speranzoso. Un secondo gelato..gratis.
- grazie, prendo gli abiti ed accetto volentieri il gelato. Anche perché quello di prima..- gli dico indicando i miei pataloni. E imbarazzato si vede, ma ehi, chi sono io per lenire le sue sofferenze? Nessuno, se non un povero essere senza gelato.
-seguimi dai..non vorrai cambiarti qui?- mi dice lui, riprendendo in mano gli scatoloni. Lo seguo, mormorando un leggerissimo "ok",e nel mentre passo vicino alla ragazza, che tutta intenda ad armeggiare su quel coso infernale, non si è accorta di nulla. Che mondo triste!-posso prestarti solo maglietta e patalone...non ho altro-e alternando lo sguardo da me ai pantaloni - beh! Ti andranno un po' lunghi-
Non ho parole. Lo guardo con tanto di bocca aperta,definirmi allibito è dir poco...sembro silvestro, malmenato da titti? ma non gli degno di una risposta, afferrò i suoi vestiti e mi dirigo verso una porta poco lontana e mi chiudo dentro, in quello che a tutto gli effetti è un bagno.
Cerco di liberarmi dei pantaloni e dalla maglietta, li appallottolo ed inizio a vestirmi.
-dai esci.. Non volevo offenderti. ..era per sdrammatizzare!- mi sento dire attraverso la porta. Con cura abbasso la maniglia ed esco, i pantaloni della tuta blu mi cadono morbidi sui fianchi, e la maglietta sembra appartenuta a mio zio Renato, piu per il colore che per altro ...se non fosse stato per lunghezza potevano decisamente passare per miei.
-....non sono a disagio per la mia altezza, ma per la gente come te che me lo fa notare. Sono sempre stato.. E sempre sarò me stesso-gli dico alzando fiero lo sguardo. Mio nonno mi diceva sempre che non bisogna vergognarsi di niente fintanto che si rimane sulla retta via.
- vado da Laura a prenderti il gelato. .quali erano i gusti?- mi chiede per cambiare discorso.
-senti..lascia stare, ti ringrazio per il cambio..basta gelati per oggi- ed è vero, non lo dico per ripicca o per cattiveria, non voglio ne mangiare ne vederne uno per un po'.
- domani ti riporto tutto lavato, tranquillo- dico mentre mi avvio verso l'uscita dello spogliatoio. Ritornando nel negozio, mi sarei aspettato di trovarlo pieno di gente o almeno con qualche persona, ma è tutto esattamente come prima anche la ragazza-Laura non si è spostata. .fa un certo effetto.La pace che si respira in casa mia è una cosa che adoro. Vivo con due coinquilini, piu per necessità che altro, Davide e Mirko due ragazzi piu inclini al pc che alla socializzazione...perciò silenzio a tutte le ore, è come vivere da soli ma dividendo le spese. Un affare.
Non posso evitare di pensare a quel ragazzo, non so neanche il suo nome, sono scappato come un ladro. Scompiglio i miei capelli corti con una mano finendo poi a coprirmi gli occhi -potevo parlarci, conoscerlo...stupido stupido - quasi urlo per la frustrazione e la voglia di prendere a calci qualcosa o qualcuno, anche se so benissimo che quello da prendere a calci sono solo io. Io che aspetto, come uno stupido, la fine del ciclo di lavaggio per riportagli i vestiti il piu presto possibile e poterlo rivedere.
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Sognami
RandomDue ragazzi cosi diversi tra loro...due universi che si scontrano e si incontrano in una Napoli ricca di fascino. La storia tratta dell'amore di due ragazzi e concentrerò la storia in massimo 5 capitoli. Tutti i diritti della storia appartengono a m...