Capitolo 2

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Guardo questa insegna oramai da dieci minuti, con il viso colpito dal sole e le mani occupate, ma di entrare non ci penso nemmeno. Non sono pronto per affrontarlo, per cercare di risultare brillante e piacente o almeno desiderabile...
La mia codardia non ha eguali, ma ehi, non tutti possono essere leoni...il mondo ha bisogno di gente come me per equilibrarlo.
-cosa fai, non entri? Il gelato è buono.- mi dice Lui alle mie spalle.
-beh certo, dovrei assaggiarlo prima...non ti sembra?-
Il mio sguardo dice tutto, parla per me. Questo ragazzo mi innervosisce e mi intriga allo stesso tempo. Mi manda la manicomio, in ogni senso.
-sei sempre cosi nervoso? Voleva essere una battuta, anche se pensandoci potrebbe essere un può fuori luogo..- mi dice sorridendomi imbarazzato.
-un po' fuori luogo! ...Dio cosa mi tocca sentire.-
Mi innervosisce, l'ho gia detto? Mi ripeto... dovrei darmi una calmata, è semplicemente un ragazzo carino che, stranamente, ha voglia di parlarmi.
E cosi pensando, non mi rendo conto che questo maledetto ragazzo mi ha, letteralmente, trascinato all'interno della gelateria.
-allora...- e guardandomi, come se fossi la madonna e cercasse l'illuminazione..mi dice
-scusami, non mi hai detto il tuo nome? O sono io ad averlo dimenticato?-
E ti pareva, figura di merda dopo cinque minuti
-Rosario, mi chiamo Rosario-
-bene Rosario, io ho qualcosa per te e tu qualcosa per me!vero?-
Cosa dovrei avere io? Dio sono confuso....ma no, perché mai dovrei essere confuso...non sono io che parlo per rebus
-cosaaa?-
E lui, bastardo come solo un ragazzi sicuri di sé sanno essere - non sei qui per ridarmi i vestiti e per avere il tuo gelato? O pensavi ad altro? Sono aperto a tutte le proposte!-
Questo qui mi vuole morto...ma cosa cazzo dice
-cer...certo i vestiti, ovvio che sono qui per ridarteli ...per cos'altro dovrei essere qui-
Straparlo, ma è colpa sua...Dio se mi innervosisce, ma questo è risaputo.
-beh..potresti esser qui ...per me-mi dice poggiando le mani sul tavolo e allungandosi verso di me.
Mi sta guardando.
Cavolo se mi guarda, come un leone guarda la sua preda, famelico, sul punto di attaccare e farlo suo. E al solo pensiero di poter appartenere a lui, arrossisco come una ragazzina davanti al suo piu sfrenato desiderio. Il problema è tutto qui, non sono una ragazzina, non sono innamorato e lui non è la mia cotta...
-i..io e te ...ci siamo visti ieri per la prima volta...tutto questo è... strano- dico incespicando nelle parole e cercando di mettete piu distanza tra me e lui.
- e allora! Di cosa hai paura Rosario, basta conoscersi-  ribatte tornando al suo posto.
Sono li, a bocca aperta, cercando di far entrare aria e parlare allo stesso tempo, ma si sa solo gli acrobati sanno fare 2 cose contemporaneamente ed io essendo uno sfigato mi strozzo con la mia stessa saliva.  Seconda figura di merda...ma poi, per che cazzo le conto.
Non preferisco parola, nemmeno dopo essermi ripreso dalla tosse, dalla figura di merda e dall'imbarazzo.
Non serve dire che tutto questo non ha un senso, non può averlo, vorrebbe dire troppo...che non ho commesso errori con lui, che gli piaccio e se gli piaccio deve essere gay... O mamma, ma perché deve essere sempre cosi con me, a rimuginare su cose che basterebbe viverle.
Sbuffo una ...due volte, sempre più agitato
-devo andare...- dico tutto d'un fiato alzandomi da questa inutile sedia che non fa altro che bloccarmi in questo stupido posto. Ma Lui non è del mio stesso avviso e prontamente afferra il mio braccio e mi blocca sul posto
-andiamo da qualche parte...ti va?  Prendiamo qualcosa...un gelato magari- mi dice facendomi l'occhiolino.
Posso solo alzare gli occhi al cielo per questo ragazzo, che pur lavorando in una gelateria, vorrebbe offermi un gelato in un appuntamento.
Appuntamento. ..oddio.
- dai, che ti costa, mangiare devi mangiare. ..e con me avrai anche compagnia...e che compagnia- insiste indicando tutto se stesso, come se questo bastasse a convincermi... Cavolo se basta, quel maledetto ha capito tutto di me in un nanosecondo.
Troppo prevedibile e malleabile, dannato sia il mio carattere per questa vita piena di insuccessi e figure di merda.

Alla fine ho accettato il suo invito, sarebbe stato scortere rifiutare dopo cotanta costrizione da parte sua.
Mi sono divertito, devo rendergli merito. Ho mangiato, non mi sono versato addosso nulla ed a detta sua sono risultato ''una piacevole sorpresa''.
Lui è stato sorprendente. Per metà serata ho avuto i cuoricini nell'occhi e per l'altra metà le stelle nel cuore, ma non devo farmi illusioni quelli come lui non si occontentano di quelli come me.

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