Capitolo 3

352 17 7
                                    

Calore, troppo calore. Ho caldo, mi agito e cerco di muovermi ma non ci riesco, proprio non ci riesco!

<Bianca?> "No, no! Cosa vuoi da me?". Dalla mia bocca esce solo un mugolio.

<Forza Bianca, che ti succede?> Mi prende per le spalle e mi scuote, forte. La mia testa batte più volte sul tavolino da sala operatoria ed adesso mi fa male.  Continuo ad agitarmi sempre di più ma nulla cambia e sento le cinghie scavare sempre più nella mia carne.

<Bianca smettila! Ora svegliati!> "Svegliati?" la parola mi riecheggia in testa.  Tutto sembra svanire in un secondo, la sensazione di paura, il terrore, tutto. Lentamente   riapro gli occhi e mi rendo conto che  una forte luce che mi acceca, una forte luce che però proviene da due finestre, non da una lampada. Sento ancora il freddo del metallo sotto il mio corpo, mi guardo in torno e vedo che sono a terra, su mattonelle bianche e asettiche, come il muro: spoglio, senza quadri. Mi trovo in un ospedale e di fianco a me c'è un ragazzo: ha gli occhi azzurri ed i capelli corvini. Lo guardo in volto e sul viso, per una frazione di secondo, mi sembra di leggere un'espressione di trionfo, di godimento. Sbatto le palpebre per mettere a fuoco meglio la sua figura e ora la sua espressione si è fatta spaventata e preoccupata, avrò visto male. Non so chi sia. Mi siedo e cerco di scappare, di allontanarmi quanto posso. Il ragazzo si rattrista e allunga una mano per afferrarmi la caviglia.

<No! Vai via, lasciami! Non toccarmi!> Grido e scalcio a vuoto. Il ragazzo capisce che sono spaventata e si allontana un po':

<Ehi Bianca... scusami io... io non volevo spaventarti! E' che sono entrato e ti ho visto a terra che ti agitavi. Mi sono spaventato, stavi facendo un incubo... io, io... mi dispiace>

Ho paura, non so chi sia quel ragazzo ma sembra che lui mi conosca. Rimango ferma immobile.

<Ehi piccola, sono Nick..> la sua espressione si fa esitante, preoccupata  <Non mi riconosci?> Scuoto la testa, non so chi sia. Lui si alza e mi porge una mano per aiutarmi a rialzarmi poi mi fa un gran sorriso. Esitante prendo la sua mano e mi alzo in piedi, Nick mi tira per una mano e mi abbraccia forte, io rimango immobile, un po'  sconcertata.

<Io... Io non ricordo niente, non so nemmeno chi sono.> Nick mi lascia andare e mi guarda con orrore e rabbia "cosa? cosa ho fatto di male ?" poi capisco che non ce l' ha con me.

< Cosa ? Cosa ti hanno fatto quegli stronzi ? Fatti vedere, stai bene ?>

<Sì credo di sì, senti, puoi spiegarmi cosa diavolo sta succedendo  e dove mi trovo?>

<Oh piccola mia ...> singhiozza e mi stringe di nuovo tra le sue braccia, <Siediti, ti racconterò tutto> Faccio come mi dice e mi siedo sul mio lettino da ospedale, Nick accanto a me. Come però inizia a parlare sentiamo dei rumori da fuori la porta, lui si spaventa e scatta in piedi.

<Senti... non possiamo parlare ora, devo andare, non possono trovarmi qui! Ricorda: non fidarti di loro Bianca! Stanno cercando di incastrarti! L'altra notte ti hanno drogato, è per questo che non ricordi, hai delle allucinazioni. Dicono che LUI non esiste, che sia una tua fantasia ma tu non credergli, non è vero ! Nulla di quello che dicono è vero !> Nick smette di parlare e mi fissa per  vedere se gli credo oppure no, come se volesse farmi accettare le sue parole con la sola forza della mente, poi mi deposita tra le mani un piccolo medaglione, si china e mi dà un bacio. Si volta verso la porta e penso che stia per andare ma d'un tratto si ferma, sembra combattuto, ritorna in dietro e si avvicina verso il comodino dove ci sono solo un bicchiere di carta e una lampada. Quando si volta  a guardarmi ha un ghigno stampato sul volto, fa uno scatto veloce con la lampada in mano, me la tira in testa ed io ritorno nel buoi più profondo.

Sento delle voci per l'ennesima volta e apro gli occhi, riconosco il luogo: l'ospedale. In torno a me ci sono due infermiere. Mi sento spaventata, disorientata e non so cosa fare, racconto loro tutto, il sogno, Nick, la lampada ... loro mi ascoltano attentamente e si scambiano uno strano sguardo d'intesa ma forse è solo una mia impressione perché subito dopo sembrano davvero preoccupate.

< Nessunopuò entrare qui tesoro, stai tranquilla>.  Mi tranquillizzano dicendo che nulla di quello che è successo è vero, era solo la mia immaginazione: alcuni farmaci che mi stanno dando hanno degli effetti collaterali come le allucinazioni e il mal di testa ... questo spiegherebbe molte cose. Le infermiere mi accompagnano al bagno  in stanza dove mi dò finalmente una ripulita e poi mi rimboccano le coperte mentre mi gusto una squisita zuppa come pranzo. Dicono che sia meglio che dorma un pochino così con la pancia finalmente piena mi accoccolo nel letto e cado in un profondo sonno.

Il riflesso della pazziaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora