Capitolo 4

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Capitolo 4

Quando mi risveglio mi sento decisamente meglio, era un secolo che non riposavo bene. Mi sento strana, confusa, ma soprattutto ho sete ed il bicchiere sul mio comodino è sparito quindi scendo dal letto e vado in bagno a cercarne uno: è una stanza stretta, con mattonelle bianche, muri bianchi, lavandino bianco... insomma sono circondata dal bianco, tutto sembra spoglio e freddo, asettico. Sotto il lavabo c'è un piccolo mobiletto, lo apro per vedere cosa c'è al suo interno: nulla, solo un asciugamano. Mi guardo in torno: niente che possa fare al caso mio, ci sono solo un cestino dell'immondizia e un cesto per la biancheria sporca. Torno nella camera e guardo nel comodino ma non trovo niente nemmeno lì così decido di andare a cercare qualcuno che possa aiutarmi. Come esco dalla stanza mi ritrovo al fondo di un lungo corridoio: la mia stanza è l'ultima. Non ho idea di dove mi trovo quindi inizio un po' a girovagare a caso. Un sacco di porte numerate scorrono ai lati mentre io proseguo dritta, sono porte rovinate e vecchie, tutte graffiate. C'è qualcosa che non va in questo corridoio, in queste porte, come se ci fosse un errore, forse… Mentre continuo  a guardarmi in torno noto un carrello con delle stoviglie sporche, probabilmente è il carrello del pranzo; d'un tratto sento delle voci ma non capisco cosa dicono. Mi avvicino piano piano senza far rumore, qualcosa mi dice che non dovrei essere lì. Dalla porta da cui provengono i suoni scorgo l'infermiera di prima che parla con un uomo, a giudicare da come è vestito probabilmente un dottore. Sembra stiano litigando ma i loro toni di voce sono troppo bassi e non capisco nulla, riesco a catturare solo qualche frase che però non mi dice niente... mi avvicino di più: ora sono proprio accanto alla porta socchiusa e riesco a capire meglio:

<<Sta prendendo i farmaci?>>

<< Siamo riuscite a somministrarglieli, non ricorda più nulla per fortuna >>

<< Gìà, c'è mancato poco che non scoprisse tutto... Mi raccomando, non deve sapere niente! E il suo dossier deve rimanere segreto>>

- Cosa ? Cos'è sta storia? - In un lampo mi tornano in mente il ragazzo e le parole che mi aveva detto, o almeno, alcune parole che aveva detto, sto già iniziando a dimenticare sotto l'effetto del farmaco. Quindi è vero che mi stanno drogando! Indietreggio di un passo spaventata dalla consapevolezza di ciò che ho appena compreso. Mi sento tradita, in gabbia, il modo mi crolla addosso: non so chi sono, non so dove sono e ci sono delle persone che mi stanno somministrando farmaci per non farmi ricordare ciò a cui mi stanno sottoponendo. Scappo in camera mia e mi ci chiudo dentro terrorizzata, non so cosa fare ma so per certo che non posso rimanere qua ancora a lungo, devo scappare. Inizio a frugare nell'unico armadietto che c'è ma non trovo nulla, poi... mi viene in mente un ricordo, uno di quelli inconsci, come quando ti ricordi di aver visto qualcosa a cui non hai fatto caso inizialmente. Vado di corsa in bagno e mi butto sul cestino dell'immondizia dove al suo interno avevo visto una siringa. La afferro: c'è ancora del liquido al suo interno: potrebbe essere la droga che mi danno ma più probabilmente è solo un sedativo, non la avrebbero gettata semplicemente nel cestino altrimenti.

Non devono sapere assolutamente che sono in possesso di una potenziale arma quindi devo trovare un nascondiglio, cosa alquanto difficile visto che non c'è nulla in questo posto, né cassetti né tantomeno scatole. Giro e rigiro come una scema nella stanza ma proprio non so dove nascondere la siringa; sento dei passi nel corridoio che si avvicinano... -la siringa, dove la metto?-... i passi sono sempre più vicini ... -dove ? dove?- ... la porta si apre:

<< Oh sei sveglia !>> è l'infermiera che ho sentito parlare poco prima con quel dottore, sembra stupita, io sorrido e mi siedo sul letto.

<< E' da molto che sei sveglia? >> il suo è un tono mellifluo, indagatore e mi parla come se fossi una bambina piccola o .... una pazza.

<< No, non molto a dire la verità >> mento.

<< Oh, bene.>> Va in bagno ma torna subito in dietro con aria tra l'arrabbiato e il preoccupato

<< Sai... un'infermiera mi ha detto di aver gettato per sbaglio una siringa nel tuo cestino ma.... beh non c'è più >> io ho le mani dietro la schiena, lei si avvicina piano, con circospezione.

<< Dovresti darmela cara... potresti farti male >> E' sempre più vicina ma io non mi muovo, la fisso senza aprire bocca ripensando al piano che ho in mente. L'infermiera si avvicina, c'è quasi... io rimango immobile. E' sempre più vicina, mi passa accanto, io impassibile. Sta per vedere cosa ho in mano, si sporge per vedere dietro la mia schiena, ancora un po', un po' di più...

<< AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH >> il suo grido è agghiacciante mentre io cado a terra ricoperta di sangue. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 12, 2014 ⏰

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