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Namjoon, quella mattina, per la prima volta in vita sua, si svegliò in ritardo. Non era da lui, lo sapeva benissimo, ma proprio non era riuscito a chiudere occhio quella notte perché, dopo quasi due settimane, sua madre era tornata a casa, ovviamente insieme ad un completo sconosciuto. Solitamente non gli importava troppo di chi portasse a casa, ma quell'uomo era davvero rumoroso ed era finito col chiedere scusa alla vicina per il troppo rumore. Quando il ragazzo si voltò intimorito verso la sveglia, constatò che le lezioni erano cominciate già da un bel po' ormai, circa un'ora e mezza, e dato che non poteva giustificarsi, decise di saltare scuola per quella volta. Si alzò silenziosamente, controllando che quell'uomo fosse uscito di casa, e poi iniziò a prepararsi con estrema calma, decidendo di andare da Jungkook per fare colazione, dato che il cibo era buono e voleva assolutamente raccontare tutte le novità che aveva al suo piccolo amico.

"Jungkook-ssi" la sua voce arrivò dritta alle orecchie del minore che, alquanto stupito squittì uno "Hyung!" così tanto forte che, probabilmente, l'avevano sentito anche fuori da quelle sottili e colorate mura Come mai non sei a scuola?" continuò, abbassando la voce e guardandosi intorno imbarazzato, capendo di aver appena fatto una figuraccia "mi sono svegliato tardi e non avevo modo di fare la giustifica" disse tranquillamente, dirigendosi verso il bancone "tu che ti svegli tardi? Sei serio?" Jungkook era totalmente scioccato da quella situazione più unica che rara, dato che sapeva bene dei ritmi mattutini del maggiore "si, per vari motivi non sono riuscito a riposare bene e sono finito col crollare dal sonno. Non ho sentito la sveglia e questo è il risultato" un'alzata di spalle fece capire che, quella volta, non si sarebbe aperto di più a lui. Namjoon posò gli occhi su quelli del minore e, sorridendo dolcemente, ordinò il suo solito bubble tea, accompagnato da una pasta al cioccolato ed un piccolo Kookie seduto davanti a lui pronto agli aggiornamenti. 

"Secondo me gli piaci" Namjoon quasi non si strozzò con la sua bevanda a quell'affermazione, iniziando a tossire rumorosamente. Quando finalmente riuscì a calmare la tosse, e con il volto ancora arrossato per l'imbarazzo, ribatté impacciato un "ma che dici, non può essere vero" forse fin troppo alzo, dato che il piccolo gli aveva fatto il segno di abbassare il volume, guardandosi intorno. Il bar pullulava di gente che, chi in compagnia chi solo a leggere il giornale, si stava godendo la sua meritata colazione "È impossibile che io piaccia a Jimin" il tono più basso e deciso, come se credesse davvero in ciò "e perché?" quello del coniglietto, invece, era un tono curioso, dato che sapeva già la che risposta che l'altro gli avrebbe dato sarebbe stata una bugia. Namjoon semplicemente era convinto che quella fosse la verità, quindi non gli dava nemmeno la colpa, ma voleva fargli aprire gli occhi, fargli vedere da solo ciò che era e non era vero. "Lui è, perfetto. Io sono un ammasso di timidezza e goffaggine, non siamo compatibili" ma a quelle parole, l'unica cosa che voleva fare il povero Jungkook era strozzarlo con quella bevanda, ma questa volta sul serio. Prese un bel respiro, provando a calmare i suoi istinti omicidi, perché non avrebbero portato a nulla di buono "eppure lui ti piace, no? Se per te è così, perché non potrebbe esserlo anche per lui?" quella domanda bloccò un attimo Namjoon, non aspettandosela proprio dal suo piccolo amico "ti stai solamente arrampicando sugli specchi perché non vuoi ammettere che la persona che ti piace ricambia. Non pensi di meritartelo, giusto? Ma non è così, tu te lo meriti eccome, una cosa così. Ti meriti di essere felice e di essere amato da chi ami, quindi lasciati andare, Hyung, non hai motivo di punirti privandoti della tua felicità" Namjoon rimase totalmente immobile a quel discorso, gli occhi del minore ancora puntati sui suoi, con decisione. Quando, però, il più alto si decise a rispondere, Kookie venne richiamato a lavoro, dovendo così salutare di fretta l'altro per tornare dietro al bancone.

Il ragazzo consumò in silenzio la sua colazione, per vagare in giro per la città alla ricerca di un posto tranquillo dove stare, ricordandosi improvvisamente di quel campo da tennis che si trovava nascosto per la via che faceva per arrivare a scuola. Namjoon avrebbe preferito andare alla casa, ma dato che avrebbe dovuto fare pranzo con Jungkook avrebbe speso più tempo ad andare e tornare rispetto al tempo che ci sarebbe rimasto.

Abandoned House [NamMin]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora