Onore.
Non ricordava il momento esatto in cui aveva iniziato a pensarci, a stilare mentalmente il proprio codice morale, dei precetti a cui attenersi ogni giorno.
Una, due, tre, le regole avevano iniziato ad affollare la sua mente, come le api che si affannano attorno al proprio alveare.Forse era stato uno dei tanti pomeriggi d’estate a Banora, passati sotto gli alberi, ad ascoltare il frinire delle cicale e fissare il cielo azzurro, mentre ancora riusciva a tenere Genesis fermo per più di due minuti.
Oppure i malinconici tramonti di inizio Settembre, quando ormai le vacanze volgevano al termine, facendogli rimpiangere le precedenti settimane di spensieratezza.
Gli sembrava di non avere mai tempo, che le ore gli scorressero tra le mani e lui non potesse fare niente per fermarle.
Solo un'ora in più, per favore, solo un altro tiro a pallone.Si era sempre considerato una persona matura e di certo lo era più degli altri bambini al villaggio, non che li conoscesse poi tanto, Genesis non voleva mai giocare insieme a loro.
La cosa lo infastidiva poco, stavano bene insieme, ma l'amico aveva un carattere completamente opposto al suo e se Angeal ricercava nelle regole un punto di riferimento, l’altro le sfidava apertamente e provava un piacere perverso a infrangerle.Lui non voleva essere così, non voleva rompere di proposito le gambe delle sedie nella piccola scuola di Banora, o spingere, come faceva Genesis troppo spesso, i compagni durante l’ora di educazione fisica, rivolgendo loro parole di disprezzo.
No, si ripromise un giorno, il suo comportamento sarebbe sempre stato ineccepibile.Non ci fu, da allora, vecchietta che non aiutò a portare a casa le buste della spesa, o contadino che si vide rifiutare la richiesta di scaricare alcune merci dal carretto.
Tornava sempre in tempo per la cena, assisteva la madre nelle faccende domestiche, ascoltava sempre i consigli del padre, non perdeva mai la pazienza con Genesis, qualunque cosa facesse.Non si sbilanciava mai, perennemente calmo e riflessivo, ponderava ogni azione.
Nulla cambiò una volta entrato in Soldier, perché mai avrebbe dovuto, dopotutto? Era l'occasione perfetta per mettere in pratica le proprie regole.
Tra quella moltitudine di uomini e ragazzi, Angeal Hewley era un sinonimo di rispettabilità e un modello di comportamento, persino quando ancora non aveva raggiunto il grado di 1st.Portava le missioni a compimento con rapidità ed efficienza, senza scomporsi, senza che il proprio animo venisse in qualche modo macchiato dal sangue di cui ogni volta tornava zuppo da capo a piedi.
Ripeteva spesso a sé stesso di avere un onore, una dignità.
Lo ripeteva osservando la propria immagine riflessa nella lama piatta e lucida della Buster Sword, prima, durante e dopo i combattimenti, quando ascoltava Genesis ridere sguaiatamente, dando calci ai corpi riversi sul terreno, insultandoli e schernendoli per la sconfitta subita.O quando vedeva Sephiroth stringersi nelle spalle tentando di trattenere un brivido, o una lacrima, e poi andare in contro al compagno di squadra, afferrandolo per l’uniforme e rimproverargli la mancanza di delicatezza.
Quando li vedeva scambiarsi baci furtivi nei corridoi vuoti, e non provava alcun ribrezzo, era davvero una brava persona!Lo ripeteva quando Genesis gli imponeva di non rivolgere la parola a Sephiroth per settimane, se avevano litigato, oppure quando per sbaglio si scordava di invitare il loro nuovo amico in camera propria per una chiacchierata.
Lo ripeteva anche a Zack, il suo pupillo, quasi ossessivamente, cercando di convincerlo, convincere lui, o forse se stesso, a prendere la strada giusta.Ma fu solo in punto di morte che si accorse di non aver mai avuto un briciolo di quell’onore di cui andava favoleggiando, solo in quel momento si accorse che Angeal Hewley non era nient’altro se non un mito,
un’immagine creata per mascherare il senso di colpa che la notte, da sempre, lo divorava privandolo del sonno.“Qualunque cosa accada, proteggerò il mio onore!”
Ogni giorno era stato un continuo girare gli occhi dall’altra parte, voltare le spalle ad ogni scena di violenza ingiustificata, fingendo di non vedere, fingendo di non sapere.
Non aveva mai rimproverato Genesis sul serio per le sue azioni riprovevoli.
Non aveva mai alleviato le sofferenze di Sephiroth, anzi, l’aveva abbandonato.
Aveva lasciato che sua madre morisse.
Aveva spezzato il cuore di Zack.
Era stato tutto uno sbaglio, lui era uno sbaglio.
A cosa serviva quell’ala bianca, quando la sua coscienza era nera come la pece?

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Honor
FanfictionTre brevi shot incentrate su Angeal, Genesis e Sephiroth e il loro concetto dell'onore. Avvertenze: 1) accenni alla coppia SephirothxGenesis 2) OOC