Harry E Rose Potter

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Era una giornata strana a casa Dursley. Molto diversa dalle solite giornate in effetti. Il signore e la signora Dursley, di Privet Drive numero 4, erano orgogliosi di affermare che erano persone perfettamente normali. Ogni cosa e ogni persona che non rispettava le loro aspettative le allontanavano. Come, ad esempio, la "perfetta" Lily Evans, sorella della signora Dursley, o suo marito "smidollato", James Potter. Come tutte le famiglie anche la loro aveva un segreto, anche se ne andavano poco fieri: la sorella di Petunia Dursley era una strega.

Il signor Dursley stava uscendo da casa per dirigersi alla ditta di nome Grunnings, che fabbricava trapani, in cui egli era capo. Vernon Dursley era un uomo robusto, un po' sovrappeso, quasi senza collo e con un grosso paio di baffi.

La signora Dursley, invece, era alta e magra, con dei capelli neri abbastanza corti. Insieme avevano un figlio, Dudley, che secondo loro era il più bel bambino dell'universo.

Uscito di casa Vernon Dursley incontrò con lo sguardo gli occhi di gatto. Se ne stava rannicchiato dall'altra parte della strada a fissarlo con gli occhi spalancati. Il signor Dursley non ci fece molto caso e salì in macchina.

Per la strada c'erano molte persone vestite con degli strani mantelli. 'È possibile che ci sia una festa iggi di cui mi sono dimenticato in cui ci si veste così' pensò.

Durante il lavoro quasi si dimenticò di quello che lo turbava la mattina. Uscendo, però, vide che la situazione era peggiorata: stormi di gufi andavano in tutte le direzioni e persone con i mantelli colorati che cantavano e ballavano. Vernon Dursley si convinse a tornare subito a casa, iniziò a capire che forse potrebbe essere atto di quella cosa che tanto odiava: la magia. Verso il tragitto per il ritorno alla macchina incontrò un altro gruppetto di quelle strambe persone. Mentre le guardava sospettoso non si accorse che proprio davanti a lui c'era uno di questi, andandoci a finire contro.

<<non si scusi, mio caro signore! Si rallegri, perché Tu-Sai-Chi se n'è andato! Anche i Babbani come lei dovrebbero festeggiare questo felice, felicissimo giorno! Non c'è assolutamente nulla che possa turbarmi! Certo... Poveri Potter... I loro figli Harry e Rose...>>. Subito l'estraneo lo abbracciò. Vernon rimase di sasso, non solo perché era appena stato abbracciato da un pwrfetto sconosciuto, ma anche perché era stato definito Babbano. Non sapeva che cosa significasse... Ma non gli piaceva, non gli piaceva affatto.

Tornato a casa vide che quello strano gatto era ancora lì, a fissare la porta numero 4. Cercò di mandarlo via, ma invano. Allora rientrò in casa intento a parlare con la moglie. Non avevano mai parlato dell'argomento sorella o magia in casa loro, Vernon Dursley l'aveva sempre vietato. A Petunia, comunque, non piaceva parlare della sorella. Ma era possibile che i Potter e i loro orrendi nipoti c'entrassero con tutta la faccenda? O magari in realtà i figli di Lily Evans e James Potter si chiamavano Howard e Rosalie, non Harry e Rose. Di Potter ne esistevano centinaia...

Entrato in cucina sentì la voce del meteorologo del telegiornale: <<i gufi hanno manifestato un comportamento piuttosto insolito. Sebbene di solito i gufi escano di notte a caccia di prede e veramente poche volte vengano avvistati di giorno, fin dall'alba sono stati segnalati centinaia di gufi che volavano in tutte le direzioni. Gli esperti non sanno spiegare perché i gufi abbiano cambiato il loro ritmo. Ma quest'oggi non ci sono solo gufi a comportarsi in modo strano. Gli osservatori delle località come il Kent, lo Yorkshire e Dundee mi hanno telefonato dicendomi che, al posto della previata pioggia, hanno avuto una pioggia di stelle cadenti.>>. Il signor Dursley si era quasi convinto a parlare con Petunia di quell'argomento, quando Dudley lanciò la ciotola di omogenizzato per terra, obbligando Petunia Dursley a portare a letto Dudley per farlo dormire. Dopo poco tornò con un panno per pulire il disastro fatto dal bimbo. Vernon approfittò del momento per parlarle. <<ehm... Petunia, mia cara... Non è che per caso hai sentito tua sorella ultimamente?>>. Come aveva previsto, Petunia formulò un'espressione esterrefatta. Era abituata a far finta di non avere una sorella. <<no, perché?>> chiese. <<boh... Non so... Gufi... Stelle cadenti... E oggi, in città c'era un sacco di gente strampalata...>> bofonchiò il signor Dursley. <<e quindi?>> sbottò la signora Dursley. <<niente... Pensavo che... Ecco... C'entri con... Hai capito... Lei e quella cosa...>>. Poi continuò. <<i figli... Dovrebbero avere la stessa età di Dudley, no?>> <<credo di sì.>> rispose rigida la signora Dursley. <<e com'è che si chiamano? Howard e Rosalie, giusto?>> <<Harry e Rose!>>.

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