Lettere Ignote

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La fuga del serpente era costata cara ad Harry e Rose, anche se loro non sapevano il perché. Erano rimasti chiusi dentro il ripostiglio del sottoscala per così tanto tempo che non si ricordavano probabilmente neanche che giorno fosse. Erano sicuri, però, che fosse iniziata l'estate e quindi mancava poco al loro compleanno. Harry e Rose erano felicissimi che la scuola fosse finita. <<vai a prendere la posta, Dudley.>> disse lo zio Vernon da dietro il giornale, mentre facevano colazione. <<mandaci Harry.>> <<vai a prendere la posta, Harry.>> <<mandaci Dudley.>> <<sentite vado io!>> sbottò Rose, stanca del punzecchiarsi dei due. Sullo zerbino c'erano quattro cose: una cartolina da zia Marge, una bolletta e... due lettere... una per Rose e l'altra per Harry. <<Harry! Vieni un attimo?>> lo chiamò Rose. Harry arrivò quasi subito. <<che succede?>> <<succede che ci sono arrivate due lettere.>> <<impossibile.>> disse Harry. <<guarda tu stesso.>>. Glio porse la lettera. <<chi...?>> <<non ne ho idea.>>. In effetti chi avrebbe potuto mandare le lettere ad Harry E Rose? Non avevano amici... non avevano parenti... In quella di Rose c'era scritto:
Signorina R. Potter
Ripostiglio del sottoscala
Privet Drive, 4
Little Whinging
Surrey
Quella di Harry era la stessa, cambiava solo il nome. <<wow.>> dissero all'unisono, stupefatti. Le buste erano spesse e pesanti, di pergamena giallastra, e l'indirizzo era scritto di inchiostro verde smeraldo. Non avevano i francobolli. Girarono le buste tremando e videro un sigillo di ceralacca color porpora con uno stemma: un leone, un serpente, un'acquila e un tasso intorno a una grande 'H'. Rose e Harry si sbrigarono a portare le lettere ai loro zii, tranne le loro. I gemelli stavano per aprire le lettere quando queste vennero loro strappate di mano da Dudley. <<papà, Harry e Rose hanno ricevuto delle lettere!>> gridò al padre, consegnandogliele. <<ehi, ridaccele, quelle sono nostre!>> sibilarono i due insieme. <<vostre? E chi mai vi scriverebbe?>> ghignò, ma questo si spense alla vista del sigillo. <<VOGLIAMO VEDERE LE NOSTRE LETTERE!>> gridarono Harry e Rose. <<FUORI!>> ruggì zio Vernon e i due obbedirono.

Quella sera lo zio Vernon fece una cosa che Harry e Rose non si sarebbero mai aspettati: li andò a trovare nel ripostiglio. <<dove sono le nostre lettere?>> chiese la ragazza. <<chi ci scrive?>> <<nessuno. Erano indirizzate a goi per sbaglio.>> tagliò corto lo zio. <<le ho bruciate.>> <<non è stato uno sbaglio.>> disse Harry arrabbiato. <<in entrambe c'era segnato il nostro indirizzo del ripostiglio.>> <<SILENZIO!>> urlò zio Vernon. <<ehm... Già... Harry, Rose... A proposito del ripostiglio. Con vostra zia abbiamo pensato... Siete cresciuti troppo per stare qui dentro... Pensavamo che sarebbe stato carino se vi trasferiste nella seconda camera da letto di Dudley.>> <<e perché?>> chiese Rose. <<non fate domande. E portate questa roba di sopra.>>. A Harry e Rose bastò un solo viaggio per trasferire tutti i loro averi. La stanza aveva due letti: una che sarebbe stato di Rose e l'altro di Harry. Rose iniziò a ordinare tutte le cose:buttò tutti i giochi di Dudley che ormai non funzionavano più e quelli integri li portò nella stanza di Dudley. Però tenne i libri che c'erano nello scaffale, a Rose era sempre piaciuto leggere, infatti lo faceva spesso. Ogni tanto quando i Dursley erano fuori casa rubava un libro o due da quella libreria e li leggeva. Poi sistemò i pochi averi di entrambi. Harry intanto era seduto sul letto. <<Harry, secondo te tutto questo non è sospetto? Arrivano due lettere per noi due, lo zio si arrabbia e le brucia. Poi ci danno la seconda camera da letto di Dudley... È strano.>> disse Rose, legandosi i folti capelli rossi. <<è molto sospetto, sto cercando di capire cosa ci possa essere in quelle lettere da far infuriare così tanto lo zio e prendere a Dudley. Dudley gridò <<ce ne sono altre due! Signor H. Potter, Cameretta, Privet Drive, 4, Little Whinging, Surrey e Signorina R. Potter, Cameretta, Privet Drive, 4, Little Whinging, Surrey...>>. Zio Vernon si precipitò davanti alla porta con Harry e Rose alle calcagna. <<andate nel ripostiglio! Cioè... Andate in camera vostra!>> intimò a Harry e Rose dopo una grande confusione per colpa di Dudley che voleva a tutti i costi leggere le lettere. Rose su sdraiò sul letto, mentre Harry camminava avanti e indietro per tutta la stanza. <<chiunque ci sta mandando queste lettere vuole parlarci.>> disse Harry. <<non capisco come questa persona sappia che noi abbiamo traslocato dal ripostiglio a questa stanza. E comunque credo che questa persona non si fermerà facilmente. E noi cercheremo di non farla fallire. Ho un piano, Harry.>> disse Rose, e gli spiegò il piano. Il giorno dopo Harry e Rose si svegliarono alle sei del mattino per procedere col piano. Si vestirono senza far rumore, non potevano permettersi di svegliare i Dursley. Sgattaiolarono giù per le scale. Avrebbero aspettato il postino con le lettere davanti casa. I loro cuori battevano forte mentre attraversarono con cautela l'ingresso verso la porta. Finché Harry inciampò in qualcosa di grosso. <<AAAAARRRRRRGGGGGHHHHHH!!!>>. Era zio Vernon. Probabilmente si era aspettato di tutto questo. Accanto a lui c'erano sei lettere, lui se ne accorse e le fece a pezzettini davanti ai loro occhi. Quel giorno rimase a casa per siggillare la cassetta delle lettere. Venerdì arrivarono non meno di ventiquattro lettere per i gemelli. Sabato la cosa cominciò a sfuggire di mano. Quarantotto lettere indirizzate a Harry e Rose arrivarono. Domenica mattina zio Vernon si sedette per fare colazione con un'aria stanca, ma felice. <<bel giorno la domenica. A mio parere il migliore di tutti. Sai perché Dudley?>> domandò lo zio. <<perchè non c'è posta la domenica?>> rispose Harry, al posto di Dudley. <<ben detto, Harry. Non c'è posta la domenica! Oggi nessuna maledetta lettera!>> esclamò felicemente lo zio Vernon. Harry diede un colpetto con il gomito a Rose. <<che cosa c'è?>> chiese lei. <<guarda la finestra.>>. Entrambi i gemelli si avvicinarono alla finestra e scostarono le tende: centinaia di gufi erani appollaiati vicino casa. Mentre lo zio continuava a parlare, qualcosa piovve con un fruscio giù per la cappa del camino e lo colpì sulla nuca. Un attimo dopo cinquanta o sessanta lettere piombarono giù come proiettili. Harry e Rose si girarono e videro lo spettacolo. Harry cercò di prenderne una al volo, mentre Rose ne prendeva una da terra. I gemelli cominciarono a correre seguiti dallo zio Vernon e furono presi da quest'ultimo e scaraventati nell'ingresso. <<ORA BASTA! CE NE ANDIAMO! MOLTO LONTANO! DOVE NON POSSONO TROVARCI!>> sbraitò lo zio Vernon mentre Rose e Harry si dimenavano nella sua presa. Dieci minuti dopo erano saliti in macchina, dirigendosi in tutta velocità verso l'autostrada. Andarono. E continuarono ad andare. Nemmeno zia Petunia osò chiedere dove. Per tutto il giorno non si fermarono né per bere né per mangiare. Finalmente zio Vernon si fermò davanti ad uno squallido albergo, alla periferia di una grande città. Harry, Rose e Dudley si divisero una stanza con tre letti con lenzuola umide e ammuffite. Dudley si addormentò immediatamente, mentre Harry e Rose rimasero svegli tutta la notte a fissare fuori dalla finestra. Il giorno dopo, per colazione, mangiarono pane tostato e pomodori in scatola. Avevano appena finito quando la proprietaria arrivò verso di loro e chiese <<chiedo scusa, due di voi per caso sono il signor H. Potter e la signorina R. Potter? È fhe là sul bancone avrò un centinaio di queste.>>. E così dicendo fece vedere due lettere con su scritto:
Signor H. Potter
Stanza 17
Railview Hotel
Cokeworth

Signorina R. Potter
Stanza 17
Railview Hotel
Cokeworth

Harry e Rose fecero per prendere le due lettere, ma zio Vernon disse <<le prenderò io.>>. Qualche ora dopo tornarono in macchina e nessuno sapeva dove zio Vernon li stesse portando o che cosa stesse cercando. Li condusse in mezzo a una foresta, scese dall'auto, si guardò intorno, scosse il capo, risalì a bordo e ripartirono. Questo accadde qualche altra volta. Cominciò a piovere. Grosse gocce tambureggiavano sul tettuccio dell'auto. Dudley tirò su col naso. <<è lunedì>> disse alla madre. <<stasera ci sono i cartoni. Voglio andare da qualche parte dove hanno il televisore.>>. Lunedì. Il giorno dopo sarebbe stato il compleanno di Rose e Harry. Lo zio Vernon tornò verso l'auto sorridente, con una busta in mano. <<venite! Fuori! Ho teovato il posto ideale!>>. Fuori dall'auto faceva freddo. Zio Vernon stava indicando qualcosa al largo che assomigliava a un grosso scoglio. Appollaiata in cima allo scoglio c'era una catapecchia. Una cosabera certa: lì dentro televisori non ce n'erano. <<le previsioni annunciano tempesta! Questo signore ha gentilmente acconsentito a prestarci la sua barca!>> disse lo zio. Un vecchio sdentato venne verso di loro a passo lento, additando, con un ghigno alquanto malvagio, una vecchia barca a remi. <<ho comprato un po' di provviste. Salite a bordo!>> disse lo zio Vernon. Sulla barca faceva ancora più freddo. Dopo quelle che sembravano ore raggiunsero lo scoglio dove zio Vernon li guidò alla casetta malandata. L'interno era orribile; c'era un forte odore di alghe, attraverso le fessure delle pareti di legno fischiava il vento e il caminetto era umido e vuoto. C'erano solo due stanze. Le provviste di zio Vernon si rivelarono essere un sacchetto di patatine ciascuno e cinque banane. Cercò di fare fuoco, ma con dei sacchetti di patatine vuoti fece solo fornare un gran fumo, e si accartocciarono. <<ora servirebbero davvero qualcuna di quelle lettere, eh?>> fece tutto allegro. Era di ottimo umore. Era chiaro che pensava che qui nessuno avrebbe potuto mandare a Harry o a Rose una di quelle lettere misteriose, soprattutto con la burrasca che c'era. Zia Petunia trovò qualche coperta nella seconda stanza, le più morbide le tennero per loro (Zio Vernon, zia Petunia e Dudley). Lei e lo zio si sistemarono sul materasso nell'altra stanza e Dudley sul divano. A Harry e Rose non rimase che rannicchiarsi nel punto più comodo del pavimento con la coperta più sottile e rovinata di tutte. Non riuscivano a dormire. Entrambi cercarono di trovare una posizione comoda per dormire, con lo stomaco che gorgogliava per la fame. Rose tremava dal freddo. Il quadrante dell'orologio di Dudley informò Harry e Rose che da lì a dieci minuti avrebbero compiuto undici anni. Harry restò sdraiato, mentre Rose disegnava una torta di compleanno sul pavimento con la polvere che c'era a terra. Ancora cinque minuti. Udirono scricchiolare qualcosa fuori. Speravano che il tetto non crollasse. Ancora quattro minuti. Rose iniziò a pensare che forse, al ritorno a casa, avrebbero trovato la casa invasa da lettere, talmente invasa che forse Harry e Rose sarebbero riusciti a rubarne una ciascuno. Ancora tre minuti. Era il mare che faceva provenire quegli scricchiolii? E (ancora due minuti) che cosa era mai stato quello strano scricchiolio? Era dlforse uno scoglio che si sgretolava nel mare? Ancora un minuto e avrebbero compiuto undici anni. Trenta secondi... Venti... Dieci... Nove... Cinque... Tre... Due... Uno. <<buon compleanno!>> esclamarono all'unisono Harry e Rose soffiando sulle finte candeline della torta disegnata da Rose.
BUM!
Tutta la catapecchia fu scossa da un tremito e i gemelli scattarono a sedere di scatto fissando la porta. Fuori c'era qualcuno che bussava chiedendo di entrare.
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Spazio autrice!🌊🌲
Ciao a tutti! Ecco qui il nuovo capitolo! Vi dico solo che ci sono stata tantissimo a formulare il tutto. Minimo tre ore. Quindi nulla io vi saluto. Mi raccomando di lasciare la ⭐ a questo capitolo e di continuare a leggere la storia creata da me!💟 Baci🦋,

Rose Potter☀️❤️

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