Capitolo 1

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Chicago è la più grande città dell'Illinois, nonché la più grande metropoli dell'entroterra statunitense, e la terza per popolazione di tutti gli USA dopo New York e Los Angeles, con i suoi 2.714.856 abitanti.

Si ringrazia Wikipedia per la presentazione.

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“Amore senti, potresti farmi un favore? Ho lasciato delle carte molto importanti dentro lo studio e dovresti andarmele a prendere. Le chiavi di riserva stanno al solito posto” disse al telefono mia madre.

Non riuscii neanche a proferire parola che subito mi liquidò con un veloce “grazie mille” ed attaccò la chiamata.

“Monica mi spiace, ma devo andare. Ci vediamo questa sera tanto” rassicurai la mia migliore amica, e con le unghie ancora fresche di manicure, afferrai la borsa e il telefono e mi avviai a passo veloce verso lo studio di mia madre. Aveva smesso da poco di piovere ed il cielo, oltre al fatto che si stava facendo sera, era nerissimo e prima le avrei preso quello che mi aveva chiesto, prima sarei potuta andare a casa.

Intrapresi quindi una scorciatoia poco raccomandabile per ridurre il tragitto, posta tra due alti e fatiscenti palazzi senza alcun lampione quando improvvisamente sentii un indubbio rumore di macchina sfrecciare a velocità alta. Quando si accorse della mia presenza subito inchiodò, ma per non farmi prendere dovetti comunque indietreggiare repentinamente cosa che mi fece scivolare e finire dentro una pozzanghera.

Avrebbe potuto investirmi, avrebbe potuto farmi male, molto male, cazzo!

“Ma sei completamente matto?” urlai.

Il ragazzo che guidava una Range Rover nera dopo un primo momento di smarrimento mi rispose a tono, cosa che mi fece infuriare ancora di più.

“Cosa diamine ci fai in mezzo ad una strada del genere? Non lo sai che dovresti farti la tua bella passeggiata in un posto più carino?” si burlò di me.

“Tu sei fuori di testa” dissi semplicemente incredula. Non solo mi aveva quasi investito ma nonostante fosse dalla parte del torto aveva anche il coraggio di usare quel tono?

Lui uscì dalla macchina mentre io cercai di tirarmi su con non poche difficoltà dal momento che sentii una fitta alla caviglia. Inaspettatamente lui mi prese con forza e mi tirò su posando il mio braccio sul suo collo mentre mi avvolgeva il fianco per reggermi.

“Hai bisogno di aiuto” disse come se fosse la cosa più naturale del mondo, rispondendo alle domande che non avevo detto ad alta voce.

“Devo portarti all’ospedale?”

“No, non ne ho bisogno, ma puoi portarmi da un’altra parte..”

Vidi le sue sopracciglia aggrottarsi e le labbra rosate incurvarsi in un sorrisetto.

Salii in macchina, che era impeccabilmente pulita ed ordinata, ma regnava un silenzio assoluto, che venne interrotto soltanto da me che davo le indicazioni.

“Appena uscito da questa stradina gira a sinistra”

“Allora…” cercò lui di fare conversazione subito dopo “come ti chiami bambolina?”

“Senti, apprezzo che tu mi stia dando un passaggio, dico davvero, ma tanto questo incontro finirà prima di iniziare: io scenderò dalla macchina e non ci incontreremo mai più, quindi… possiamo anche troncare qui la conversazione, per quanto mi riguarda. E non chiamarmi bambolina” dissi con tono neutro.

“Ma che ragazzina simpatica che abbiamo qui…” disse lui usando il suo tono sarcastico.

“Sono molto simpatica. E lo sono ancora di più con le persone che non tentano di investirvi o che peggio, mi fanno finire in una pozzanghera..”

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