Capitolo 2.
“Eccolo, sta salendo sul palco Drake!” disse entusiasta quella cretina di Lola. Mi risultava davvero difficile sopportarla. Non so se odiavo più i suoi commenti o la sua voce. Drake fu una delle ultime new entry del nostro gruppo. Era un tipetto davvero molto simpatico ed energico. Aveva i capelli cortissimi, un bel sorriso raggiante e un cappellino che si portava sempre dietro. Salì sul palco e dopo un’ entrata assolutamente egocentrica e frizzante prese in mano il microfono ed iniziò a rappare e a remixare. Non so se era più un dj o una rapper, ma non mi importava molto saperlo. Il locale era pieno ed era tutto merito suo. Capitava spesso che il proprietario del locale lo lasciasse esibire. D’altro canto Drake forniva svariati spettatori (dei quali soprattutto ragazze) ed in via del tutto speciale, solo per quelle serate, gli alcolici venivano venduti a prezzi assurdi accontentando il proprietario per il guadagno della serata quanto Drake per l’entusiasmo della sua esibizione.
Ma noi eravamo amici non solo della star della serata, ma anche dei vari barman, motivo per cui, i prezzi dei nostri alcolici rimanevano costantemente bassi.
Per tutta la serata, rimasi abbastanza distratta e non partecipai molto alle conversazioni del resto del gruppo: era chiaro che Harry avrebbe incominciato a far parte del nostro giro e ad uscire con noi e non ero sicura che questo mi andasse bene. Ero convinta che la sua entrata avrebbe sconvolto il nostro già fragile equilibrio. Ed era lì, davanti a me che rideva e scherzava con Niall, Liam e Lola. Soprattutto Lola. Monica mi distrasse dai miei pensieri posandomi un altro alcolico davanti “bevi e vieni a divertirti con me”.
Non me lo feci ripetere due volte. Passarono secondi, minuti, tanti minuti e la musica non sembrava piegarsi alla stanchezza, era grandioso. Mi girai verso il nostro tavolo quando vidi Lola sedersi su qualcuno. Tipico di lei e la cosa non potè che farmi ridere ma subito dopo il mio sorriso si spense non appena mi accorsi che quello seduto sotto a lei era Harry. Non potevo crederci.
L’aria mi iniziò a mancare, non si respirava lì dentro, faceva troppo caldo e tutti quei corpi sudati mi iniziarono a dar fastidio. Mi avvicinai al bancone dove subito riconobbi Natasha.
“Un altro..” cercai di urlare per sovrastare il rumore della musica ma lei, da dietro al bancone, mi fermò subito con un sorriso dispiaciuto. “Hai bevuto un po’ troppo, ordini di Payne, non posso darti da bere altro!”
Cosa? Liam? Cosa diavolo si intrometteva? Mi innervosì come non mai. Dovevo uscire da lì.
Passai un bel po’ di tempo fuori.
La pioggia aveva lasciato un’aria fredda, umida e tantissime pozzanghere che guardai stranamente interessata. Mi ero completamente infreddolita ma era meglio questo che il caos lì dentro. Liam che non voleva farmi bere, Lola su Harry che… prima si comportava in quel modo tutto suo e poi non mi degnava di uno sguardo per tutta la serata. Negherei se dicessi di non esserci rimasta male del suo comportamento. Mi sedetti per terra non lontano da una pozzanghera, chiusi gli occhi e appoggiai la testa sul muro. Mi sentivo così rilassata adesso.. avrei potuto quasi dormire….
“Svegliati” mi richiamò Harry.
Aprì pigramente gli occhi e con la testa ancora appoggiata al muro mi girai verso di lui. Il silenzio che c’era prima prese una piega del tutto diversa, diversa da come era stare qui senza nessuno. Non mi interessai neanche a chiedergli cosa ci facessi qui, con me nè perchè fosse uscito.
Lui si sedette vicino a me e rimanemmo zitti per quella che mi sembrò un’eternità. Si accese una sigaretta e non distolsi lo sguardo dal suo profilo nemmeno un secondo. Fece leva con una mano per alzarsi leggermente ed estrarre dalla tasca posteriore una sigaretta, poi portarsela alla bocca per tenerla ferma tra quelle due labbra così rosee e a cuore, con un movimento secco accendere l’accendino e poi portarsi la fiamma sulla punta della sigaretta ed aspirare. Dopo aver buttato via il fumo in piccoli cerchietti, mi chiese come stessi. Ma non risposi mentre lui continuava a non incrociare il suo sguardo col mio. Una volta finita, gettò ciò che rimaneva della sigaretta per terra. Intanto che guardavo il filtro rimbalzare in una pozzanghera e bagnarsi, lui si alzò e si mise davanti a me afferrandomi entrami i polsi e tirandomi su di peso.
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Rude
FanfictionStavamo per consumare il grande vuoto come facevamo quasi ogni giovedì. Coi suoi denti tirò il mio labbro inferiore. La foto non è mia, la trovai tempo fa su tumblr! La storia invece sì! Buona lettura xx