Sin dall'alba dei tempi, dalla nascita dell'universo, diversi avvenimenti furono predetti.
Il primo la caduta del primo figlio di un Dio.
Il secondo la distruzione del tutto.
La terza.. la terza fu che sicuramente ogni azione per impedire ciò sarebbe risultata vana.

Sin dalla creazione di ció che conosciamo e non, ogni esser vivente, ogni figlio delle stelle, avrebbe provato a metter un fermo, un ostacolo. Ci fu un periodo dove furono date vite di milioni di bambini, ogni anno, ogni esser magico e non;
quando tutti erano un solo essere e vivevano assieme, ogni anno, ogni razza avrebbe sacrificato 15 bambine e 15 bambini.
Le loro ceneri e le loro anime sarebbero stare donate per sperare di bloccare la Nera Rosa. Cosí fu chiamato il primo errore.
Ma ci fu un momento dove la memoria di quel pericolo fu rimossa ed ogni creatura smise di provare a fermarla. Fu in questo momento che le varie razze si diedero guerra, si allontanarono e si dimenticarono.

Un campo da guerra è come una tela bianca sulla quale un barattolo di vernice rossa è stata versata.
Due sono le parti che lottano per risaltare, due le parti che combattono, due sono gli ideali, due le speranze di vittoria e il timore di una sconfitta. Ma esiste una terza parte; essa è neutra, condivide le stesse idee e pensieri e le speranze e la legge di entrambi, è impossibilitato a prendere parte quindi aspetta la fine della guerra seduta sugli spalti.

Angeli e demoni combattono per un solo destino. Chi avrebbe vinto?
La questione per gli umani risultava alquanto bizzarra, non capivano i motivi per i quali una guerra tra due fazioni dovesse scoppiare se già esse erano in lotta tra loro da secoli. Ma gli umani sono creature alquanto strane, esse erano simpatiche ed odiose;
si sentivano come se fossero al cinema mangiando pop-corn, si gustavano lo spettacolo.

Non si ponevano il problema delle conseguenze, dello scoprire le motivazioni.. per loro tutto era un gioco. Cosa potevano saperne loro che della guerra nemmeno conoscevano il significato e che vivevano in una gabbia dorata rivestita delle loro illusioni?
Siamo nel 3000. Ormai il mondo è salvo, l'uomo ha aperto gli occhi ma ancora tiene chiuso il suo cuore e sono pochi quelli che sanno davvero.

Il campo di battaglia era un prato diviso da un fiume cristallino dove ai suoi lati si potevano osservare Lucifero e gli arcangeli dirimpetto in prima fila, pronti a sfidarsi.
Il primo con quelle possenti ali nere che ancora conservavano il morbido piumaggio degli angeli ma non la purezza con al seguito i suoi sudditi.

Dall'altro lato del fiume, gli angeli con le spade sguainate cantavano, le ali spiegate pure e lucenti e dietro di loro un esercito di angeli in armature dorate.

Chissà chi avrebbe vinto,determinarlo era impossibile in quanto le forze si pareggiavano, ma soprattutto, qual'era il motivo di tale scontro risultava del tutto sconosciuto a coloro che potevano capire.

Dall'inizio della guerra, il cielo mostrava la sua inquietudine, nuvole nere coprivano il cobalto del mattino, l'azzurro del cielo, il rosso della sera e il blu della notte nascondendoli a coloro che amano quel suo carattere bipolare.

Il campo era come una tela sulla quale un pittore distruggeva la tranquillità del bianco e imponeva su di essa il proprio disordine interiore atteverso il colore.
Una coppia opposta si fronteggiava, un bacio fugace delle lame e si allontanavano, pareva quasi una danza, ripeterono questo passaggio sino a che uno dei due non fu ferito alla guancia.

Lucifero sogghignava mentre Michele portava una mano verso la gota macchiata di sangue. Sotto di loro un silenzio assoluto, demoni che disprezzavano gli angeli ed angeli che li guardavano come un umano poteva guardare un cane bastonato;
nei diavoli qualcosa cambiò, una rabbia ceca invase ogni fibra del loro corpo, lasciando in ogni loro fibra pura adrenalina spingendoli a correre contro il nemico, disubbidendo agli apparenti ordini della Stella del Mattino.

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