《Come mai Gwilym è qui?》 Chiesi a Lucy mentre camminavamo verso la città.
È strano da dire ma la gente non si accorgeva del ghetto.
O meglio, tutti sapevano che era lì, ma lo ignoravano. Ci passavano davanti, camminando velocemente, e senza degnarlo di uno sguardo.
Credo che evitassero di guardarlo perché avevano una sorta di pensiero contorto, secondo il quale se guardi il ghetto, automaticamente, tutti i suoi abitanti usciranno dalle loro case per pestarti.
Ma non è così. Siamo persone normali, con una storia diversa dalle loro.
Se avessimo potuto scegliere avremmo, sicuramente, preferito la vita di città, con tutto il lusso e, magari, un lavoro ben retribuito, non di certo la rapina, la casa che cade a pezzi e le cene saltuarie.
《Ha provato a fare l'attore, ma a quanto pare non era bravissimo- anche se lui sostiene il contrario- ed eccolo qui》
Annuii.
Non mi importava granché, ma volevo autoconvincermi che sarebbe stato quello giusto.
Andammo al mercato della città, per procurarci qualcosa.
La nostra "arte" si era affinata a tal punto che le persone nemmeno se ne accorgevano.
Prendevamo quello che volevamo e poi giravamo l'angolo.
Così ogni settimana.
Qualche folta eravamo state beccate, all'inizio, ed era finito tutto con qualche cazzotto e vari lividi.
《Che ne dici di quello?》
Indicai un vassoio d'argento.
Con un po' di fortuna avemmo potuto rivenderlo e farci soldi extra.
Lucy mi guardò ed entrò in azione, facendo finta di essere interessata a qualche oggetto sulla bancarella di quel tizio, mentre io mi avvicinai e, con disinvoltura, presi l'oggetto desiderato.
Nessuno se ne accorse, e se invece qualcuno lo fece non disse nulla.
Una cosa che ho imparato, con il tempo, è che la gente fa finta di nulla. Sono tutti buonisti in pubblico, ma appena vedono che qualcosa non funziona fanno finta di nulla, perché agire è troppo faticoso.
Per questo portammo a termine la nostra impresa senza complicazioni.
Lucy finì di parlare e poi mi si accostò.
《Sono così ingenui》
Se c'era una cosa che noi del ghetto avevamo preso come abitudine era quella di riferirci alle persone esterne ad esso con 'loro' quasi come fossero una specie diversa.
Lucy annuì.
Continuammo a camminare, andando verso l'argine del fiume che c'era lì vicino.
Non mi piaceva fumare e, nonostante quasi tutte le persone che frequentavo avessero questa piccola abitudine, non iniziai mai.
Lucy tirò fuori una sigaretta e,come da copione, me ne offrì una, che rifiutai.
《Oh avanti, una ogni tanto non ti fa nulla》
Faticai a comprendere ciò che stava dicendo, perché la sigaretta che continuava a tenere stretta fra le labbra rendeva il tutto più difficile.
Quando Lucy finì di fumare iniziammo a parlare di tutto e niente. Qualsiasi cosa ci passasse per la mente la dicevamo, ci scendevamo qualche parola a riguardo e poi cambiavamo argomento.
Era così che passavamo le nostre giornate.
Niente scuola, niente lavoro, niente sport o attività agonistiche, niente compiti, niente di niente.
Vivevamo alla giornata.
Al mattino ci alzavano e la prima cosa che ci passava per la testa la mettevamo in atto. Forse era quella l'unica cosa che mi piaceva della mia vita, la sua imprevedibilità.Attenzione!
Vorrei spendere un paio di parole su questo capitolo ed altri simili che verranno.
Si parla di rapine, probabilmente ci saranno anche omicidi o simili, ma non ho nessuna intenzione di istigare alla violenza o ad atti poco consoni.
Inoltre non sono un'esperta di queste dinamiche (per fortuna) quindi scusatemi se le azioni svolte sono, il più delle volte, poco dettagliate e sbrigative, ma non vorrei sporgermi troppo su particolari dei quali non mi compete.
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Doing All Right||Ben Hardy
RandomDimenticate la casa grande, con il giardino ben curato, una famiglia agiata e ben unita, un amore corrisposto e duraturo. Nulla di tutto questo. La mia vita nel ghetto è l'esatto contrario.