Prologo

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Per molte persone l'obiettivo della vita è la felicità. La mia? La normalità.

Vi assicuro che la normalità è sottovalutata. È facile pensare che se accanto hai due genitori che ti hanno cresciuta regalandoti affetto, degli amici che conosci da una vita e che accettano tutte le tue stranezze, la vita sia perfetta... ma non è così.

E sapete perché? Perché quei due fantastici genitori, da più di un decennio, fingono di essere la coppia dell'anno. Davanti agli occhi di tutti sembrano innamorati, nonostante non lo siano più da molto tempo.

Non è facile crescere facendo sorrisi finti, costruendo menzogne per reggere una farsa, ma poi ci si abitua, dopo un po' viene spontaneo. Quando cresci, quelle bugie, iniziano a far parte di te. A volte le parole escono senza il tuo controllo, creando altri castelli di menzogne. A che pro? Probabilmente non esiste un vero motivo. È come se il cervello andasse per conto proprio, come una semplice abitudine.

Sarebbe carino se le mie menzogne si fossero fermate a quello, ma se menti da quando hai cinque anni, lascio a voi immaginare quante cavolate possano essere uscite dalla mia bocca.

Voglio che sia chiara una cosa: non incolpo i miei genitori del mio essere una bugiarda patologica, sarebbe troppo semplice. Non mi hanno mai veramente chiesto di reggere il loro gioco.

Avevo cinque anni quando si sono resi conto che il loro matrimonio era finito, invero hanno provato a far funzionare le cose, ma non ci sono riusciti. I due anni successivi sono stati pesanti, litigate su litigate – almeno tra le mura di casa – ma poi, come per magia, hanno iniziato ad andare d'accordo. Ai miei occhi era tutto come una favola. Mi andava bene, non capivo, ma avevano smesso di litigare e per me bastava. Crescendo mi resi conto che non dormivano più nella stessa stanza. Diventando più grande, mi accorsi che le cose avevano iniziato a funzionare perché non erano più marito e moglie, ma semplici amici. Avevano altre relazioni, relazioni che a distanza di dieci anni vanno ancora avanti.

Lo so, questa cosa ha del surreale ma è la mia vita. Ora capite perché sono alla ricerca della normalità?

Prima ho menzionato i miei amici. Sono fantastici, davvero, ma anche loro, come tutti in questa sperduta cittadina in cui abito, non sanno la realtà sulla mia famiglia. In tanti anni mi sono chiesta come ho fatto a non dire mai nulla, col tempo mi sono risposta di non voler gravare sulle loro spalle, ma è una scusa. La realtà è che non sapevo come e quando poterlo dire... ho ancora tuttora paura di essere vista con occhi diversi. Non deve essere facile accettare che una persona che conosci da sempre ti ha nascosto gran parte della sua vita. Eppure dopo una giornata difficile, non è semplice non presentarsi alle loro porte, o chiamarli, per potermi sfogare o semplicemente stare insieme.

Voglio parlarvi meglio di loro: Scarlett è un'amante dell'amore. Sembra banale come cosa, ma non ho mai conosciuto una persona più innamorata di lei di quel sentimento. Difende a spada tratta ogni tipo di sfumatura, quello che va dall'amore con la "a" maiuscola, a quello che può esserci tra semplici amici o familiari. Si potrebbe pensare che una persona del genere abbia preso tante cantonate dalla vita, in realtà no. Da quando ha otto anni, ha occhi solo per un ragazzo. No, non è il suo fidanzato. Sì, sembra il solito cliché: lei stupenda, simpatica, dolce, con un sorriso da infarto e lui... lui è il migliore amico del suo gemello. Peccato che Scarlett, nonostante questo, sia una persona insicura, spaventata e questo l'ha sempre bloccata nell'approcciarlo. Sì, anche se lo vede spesso girare per casa sua e avrebbe avuto tutte le possibilità del mondo di andare oltre a un "ciao".

Insieme sembriamo "La strana coppia", siamo l'opposto l'una dell'altra, ma probabilmente funzioniamo proprio per quello. Una delle poche cose che abbiamo in comune è la passione per la lettura (anche se adoriamo generi diversi) e i telefilm. Siamo cresciute con The O.C e Gossip Girl. Quest'ultimo, purtroppo, ci ha segnate a vita... talmente tanto che il più delle volte ci chiamiamo anche noi, come le protagoniste, con solo l'iniziale del nome. Diciamo che negli anni è diventata comoda come cosa, soprattutto quando abbiamo attorno qualcuno e non vogliamo far capire di chi stiamo parlando; sì, la cosa l'abbiamo estesa anche per quanto riguarda le persone che ci circondano, siamo malate.

In tutto ciò, continuo a chiedermi come faccia Oliver a incastrarsi perfettamente in questa equazione. Probabilmente se non fosse per lui, che ci sa decisamente prendere e tenere testa, non saremmo durate così tanto. Lui è come se fosse il nostro equalizzatore. Se Scarlett è l'ago della mia bilancia, lui è sicuramente quello che riesce a tenermi con i piedi per terra. Sono più volte arrivata a credere che sappia leggermi nella mente. Poi mi ricordo di non far parte di qualche strano fantasy o di un telefilm e tiro un respiro di sollievo.

Se dovessi seguire l'ennesimo cliché sarei innamorata di lui, d'altronde è il ragazzo perfetto, ma non sono mai riuscita a vederlo sotto quel punto di vista; e per non farci mancare nulla, anche lui, come la nostra amica, ha occhi per una sola persona. Avete presente le cheerleader bionde, alte, magre e con la puzza sotto al naso? Ecco, lui è completamente perso per una di loro. Abitando in una piccola cittadina, le facce sono sempre le stesse e, si sa, la gente ama parlare. Ovviamente non tutto quello che le pettegole della scuola dicono è vero ma, in qualche modo, alle loro orecchie arriva sempre qualcosa. Mi piace definirmi una persona con una fantasia molto sviluppata, ma loro mi superano. Ai loro occhi sono vista come la "stronza dal cuore di ghiaccio". A quanto pare non cedere alle avances di ogni maschio porta a questo, ma è sempre meglio essere vista in questo modo che come una facile. Conosco solo una persona che adori che si parli di lui: Matthew. Il fratello di Scarlett. A lui non importa cosa venga detto, basta che si parli.

Matt è il capitano della squadra di nuoto, obiettivamente non posso negare che sia un bel ragazzo, ma l'ho sempre visto vuoto, superficiale. Per questo non l'ho mai sopportato. La cosa è reciproca, sia chiaro. Fin da piccoli il nostro hobby preferito è sempre stato tormentare l'altro. Più volte ci siamo messi nei casini non volendolo. Ho perso il conto di quante volte l'ho fatto finire in punizione solo perché mi stava infastidendo. Questa guerra, ovviamente, non l'ho iniziata io. Sono un piccolo angelo col forcone, è impossibile. D'altronde è capitato per sbaglio di chiuderlo per tre ore nello spogliatoio; mi avevano incaricato di assicurarmi la chiusura della palestra, non è colpa mia se lui non si è palesato. Com'è stato uno sbaglio quando uno shampoo colorante è finito nella sua doccia personale e si è ritrovato per una settimana ad andare in giro con i capelli rosa.

Eppure, negli anni, nonostante i duemila scherzi, le urla, gli insulti e le punizioni, non ci siamo mai trovati veramente a parlare. Almeno fino a un mese fa. Da quel momento qualcosa è cambiato. I miei occhi hanno iniziato a vederlo in modo diverso, non era più solo l'insopportabile e spocchioso Hall. No, in questo caso non è successo come per magia. Semplicemente i nostri ormoni hanno preso il posto della razionalità. Non dovrei nemmeno parlare al plurale, la colpa è mia. Sono stata io che ho iniziato a guardarlo con occhi diversi, sono io che ho deciso che dovevo averlo. Sono stata io a non voler dire niente a Scarlett, ad Oliver e a tutte le persone che fanno parte della nostra vita. Sì, Matthew è il mio giocattolo. Un giocattolo che non rende decisamente facili le cose, ma è pur sempre mio. Almeno finché non mi stuferò.

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