【𝙿𝚛𝚘𝚕𝚘𝚐𝚘 #❶】

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Era una mattina di febbraio, c'era il gelo, si poteva dimostrare dal fatto che fuori c'erano i pinguini e io mi ritrovavo a dormire, seduta sulla mia comoda sedia girevole, con la testa poggiata sulla scrivania davanti al computer ancora accesso con sopra la schermata di una pagina aperta di wikipedia. Mi ero trasferito da qualche giorno in una strana e piccola cittadina sconosciuta pure dal suo creatore, per motivi che sinceramente non mi interessavano. Non ricordavo neanche la mia vita prima di questa scena, per niente, né di come ero finito a questo punto, né di come sarei andato avanti. Ero lì, col pensiero che avrei passato quell'anno a dormire, più che a fare altro. Comunque sia, non si può stare tranquilli in una... Interessante città come questa. Quindi in quella mattina di gennaio, o febbraio, quel che è non ha importanza, tutto sto' bordello iniziò.

Come detto prima stavo dormendo, finché ad un tratto venni svegliato da uno strano odore di bruciato e dopo pochi, ma interminabili, minuti a tentare di convincere il mio corpo ad alzarsi, andai a controllare. Vidi un piccolo incendio intento ad espandersi con la sua lenta calma in cucina e mantenendo la seria nonchalance che mi contraddistingue, presi l'estintore prontamente situato sotto al mio letto per ogni evenienza ed estinsi il fuoco. Finita l'operazione, pensando e anche leggermente sperando di non essere così ritardato da lasciare qualcosa di infiammabile vicino a un fuoco, cercai di capire da cosa fosse derivato l'incendio. In quel momento non mi stavo preoccupando del fatto che ci fosse appena stato un incendio o del fatto che metà della cucina fosse distrutta, ero troppo intento a preoccuparmi di che avessi nel frigo da mangiare che non si fosse carbonizzato. Spalancando le finestre per far uscire il fumo, mi resi conto della presenza di una figura sospetta che camminava sulla strada opposta a casa mia con una tanica di benzina in mano. Così, senza il minimo dubbio, uscii di casa intento ad andare ad interrogare la figura, ovviamente portandomi dietro una mazza, perché giustamente non si sa mai. Ma, visto che la normalità non è mai stata il mio forte, uscii dalla finestra, sicura del fatto che se fossi uscita dalla porta la figura mi sarebbe scappata... Lasciate perdere i miei problemi mentali da povero psicopatico, ero al primo piano, il massimo che potevo farmi era slogarmi la caviglia.

Meh: *si rimette in piedi dopo esser saltato giù dalla finestra, si guarda attorno cercando il tipo di prima e una volta ritrovato va' verso di lui e alza una mano per attirare in qualche modo la sua attenzione* YOH-

Blight: *si ferma un attimo e nota che è l'unico sulla strada in quel momento oltre al ragazzo, quindi suppone stia chiamando lui* ... *si gira a guardarlo e dopo pochi secondi di silenzio, torna a guardare davanti a sé e si mette a correre*

Meh: uh-? *inclina la testa di lato confuso e decide di seguirlo aumentando il passo*

In quei secondi in cui lui si era girato, ho avuto l'occasione di vederlo meglio, la mia cazzo di vista super scarsa è riuscita a notare qualcosa, grazie, davvero, grazie occhiali comprati al mercatino sotto casa, di cuore. Era uno scheletro, vestito come se fosse il capitano di una nave e la tanica di benzina, dal modo in cui la teneva, doveva essere vuota, non poteva non essere notato tutto ciò. Ero rimasto pesantemente stranito dal fatto che lui fosse uno scheletro, ma semplicemente diedi la colpa alle droghe.

Meh: *lo raggiunge, ma non essendo abbastanza vicino decide di buttarsi su di lui, bloccandolo per i polsi e lasciando la mazza a terra* bastardo, è cattiva educazione scappare quando qualcuno ti chiama.

Regola della Bibbia, ovviamente.

Blight: ... *gli afferra le braccia e ribalta la situazione* ... ti sembra questo il modo di approcciarti con la gente? rincorrere qualcuno per poi buttarti addosso a quest'ultimo con una mazza in mano e bloccargli i polsi? *si rialza, sistemandosi le maniche*

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