capitolo 2

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Mio padre ed io scendemmo dalla macchina e ci dirigemmo verso l'entrata di casa, avevo cercato di ricompormi dalla mia sventura e mio padre sembrava non essersi accorto di nulla, ma in me era ancora vivo il ricordo di quella corsa frenetica.

«io credo che rimarrò un secondo qui fuori, devo...em...devo fare una chiamata»

«va bene, chiudo la porta per non far entrare il freddo, bussa quando devi entrare»

«ok» lascia che entrasse in casa e non appena sentii la porta chiudersi tirai un sospiro di sollievo. Poggiai la schiena alla porta e mi misi una mano sul petto sentendo il battito ancora accelerato, non mi capacitavo di cosa mi fosse successo, dovevo riprendermi. Dal fondo della strada arrivò un rumore forte e quando vidi una Triuph nera venire verso di me capii che si trattava di Adam. Parcheggiò nel garage nel nostro vialetto e levandosi il casco lasciò ricadere i suoi ricci neri troppo cresciuti sugli occhi, con noncuranza venne verso di me e io per la prima volta nella mia vita pregai perché non mi parlasse o guardasse. Sapevo di avere il viso sconvolto e non volevo per nessuna ragione che le mie paure diventassero oggetto di prese in giro da poter utilizzare, Adam sapeva ritorcermi contro anche il minimo dettaglio. E invece si piazzò difronte a me e mi squadrò dalle testa ai piedi, tremai nel sostenere il suo sguardo indagatore.

«come stai?» mi guardò fissa negli occhi, quasi intravidi un velo di preoccupazione.

«cosa?» avevo sicuramente capito male.

«ti ho appena chiesto, come stai?»

«cosa t'importa?» non poteva sapere cosa mi era successo, davvero era così evidente?

«rispondi» mi afferrò l'avambraccio e il suo tono si fece più duro.

«bene» lo strattonai e mi voltai intenzionata a bussare alla porta. Furono attimi in cui le mie gambe tremanti si piegarono e io troppo stanca per poter oppormi mi lasciai andare per terra solo per riposarmi qualche secondo. Non ricordo più nulla poi.

Adam's povs

Vidi Ashely accasciarsi a terra improvvisamente.

«cavolo Ashely che cosa stai facendo?» mi chinai per sorreggerla ma sembrava essere caduta in un sonno profondo, cosa avevo combinato?

«arrivo!!» la voce di mia madre si fecce vicina e io cercai velocemente di pensare a una scusa plausibile, non le potevo mica dire che sua figlia era appena svenuta! La presi meglio caricando con un braccio le sue gambe e con l'altro la sua schiena e lasciai cadere il casco per terra.

«eccovi! Ah ...che succede?» mia madre si pulì frettolosamente le mani sul grembiule in ansia.

«tranquilla mamma, l'ho trovata appisolata sulla panchina qui sul portico, sembrava così stanca che non l'ho voluta svegliare»

«ma cosa.. tu non hai mai...» cercò di formulare una frase e il fatto che fosse sconvolta nel vedermi occuparmi di mia sorella mi rattristò, quant'è che non lo facevo?

«cioè intendevo dire che tu... no ecco hai fatto bene figliolo»

«tranquilla so cosa intendi» i suoi occhi si rattristarono nel capire il mio turbamento e io cercai con un sorriso di rasserenarla.

«ora però posso portarla dentro?»

«oh certo certo » entrai e mi diressi velocemente al piano di sopra nella sua stanza, entrai spingendo la porta con un piede e entrando tirai un sospiro di sollievo. L'adagiai sul letto e togliendogli le scarpe la coprii con le coperte. Il suo respiro regolare risuonava in tutta la stanza e le sue guance accaldate si colorarono di rosso, mi era sempre piaciuta la sua faccia quando dormiva, come quella di un angioletto paffuto. Io che avevo invece messo nei suoi occhi la paura e avevo reso il suo viso pallido, dovevo andarmene.

« scusami» sussurrai e chiusi la porta dietro le mie spalle.

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che ne dite? curiosi di vedere i volti che mi sono immaginata per i nostri personaggi?

Schiave delle sue origini - "conosci la verità"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora