2. Una strana persona

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Qualcosa d'assai bizzarro accadde, si creò un muro fra Minseo ed il camion, ma questo muro era molto strano, infatti sembrava un disegno, era bianco con strisce nere fatte a mano, assomigliava molto a quello disegnato da Jungkook.

Appena la ragazza fu al sicuro Jungkook corse verso di lei in suo soccorso ma quest'ultima gli tirò quasi la borsa in testa per poi andarsene.
«Ma dove ho sbagliato io»Sospirò malinconico.

Il ragazzo entrò nel bar in cerca del suo amico, ma non lo trovò, così s'avvicinò al barista per ordinare un caffè.

C'era qualcosa di strano, Jungkook lo percepiva, nonostante venisse spesso in quel bar non aveva mai visto quel barista e soprattutto il bar era decisamente troppo vuoto.

«Tu sei Jeon Jungkook giusto?»Domandò il ragazzo dai capelli d'un colore molto strano, un misto fra rosa e rosso.

«Tu come fai a conoscere il mio nome?»Ribatté l'altro perplesso. «Ti è appena successa una cosa bizzarra vero? Si è formato il muro che avevi disegnato prima fra quella ragazza e il camion»Disse. «Cosa?»Chiese confuso. «Hey non ti preoccupare, prima cosa mi presento sono Jung Hoseok e sono colui che ti aiuterà a scoprire la tua vera natura»Si presentò. «Ora seguimi»Disse facendo entrare il ragazzo in una stanza che si trovava dietro al bancone.

Jungkook non sapeva esattamente cosa stesse facendo, ma seguí il rosa.

Il diciasettenne rimase a bocca aperta vedendo quella stanza, era piena di computer e poi c'erano sei tubi trasparenti.

«Ti porto a conoscere gli altri»Disse sorridendo. «No, no, no, aspetta, tutto ciò non è reale, tutto ciò è solo frutto della mia immaginazione, qualsiasi cosa stia accadendo non è reale, Jungkook, non è reale.»Si ripeteva il ragazzo per poi iniziare a correre via.«Jungkook aspetta!»Urlava il rosa, ma era totalmente inutile visto che il ragazzo si trovava già sulla via di casa.

Jungkook telefonò all'amico Yugyeom dicendogli che non si sentiva bene e quindi era tornato a casa.
Se non fosse stato per il suo amico Yugyeom a quest'ora il corvino sarebbe stato già espulso dalla scuola.

Jungkook si stese sul letto pensando alle parole dette prima da quel ragazzo che gli era sembato molto strano.
Cosa intendeva con conoscere la sua vera natura? Jungkook era un ragazzo nella norma, e ne era sicuro.

Milioni di pensieri iniziarono ad affiorare nella mente di Jungkook, che tutti i suoi innumerevoli talenti, oppure il fatto che ogni cosa facesse gli venisse bene fossero fattori della sua stranezza?

Però poi ripensò a quella scena: la ragazza che amava stava per essere investita ed un muro identico a quello disegnato da lui comparve dal nulla salvandola.
Che avesse i superpoteri?

A quella domanda si tirò uno schiaffo fortissimo e andò a fare una doccia fredda per eliminare tutti quei pensieri.
Le gocce d'acqua colavano a raffica sul suo corpo ben definito, l'acqua gelida più del ghiaccio cadevano violentemente lasciando una strana sensazione sulle spalle del ragazzo.

Jungkook cercava in ogni modo di dare una spiegazione logica a ciò che aveva sentito, ma non la trovò.

Sarebbe dovuto tornare da quel ragazzo a chiedere spiegazioni? Forse, ma se avesse fatto così probabilmente il ragazzo lo avrebbe tenuto con sè; non sapeva proprio cosa fare.

Il ragazzo uscito dalla doccia andò a vestirsi, indossò qualcosa di comodo e decise di giocare ad Overwatch.

Jungkook non si preoccupò più di tanto di poter ricevere una sgridata dai genitori, poiché quest'ultimi erano morti quando lui aveva cinque anni, erano tutti e tre in auto quando ci fu un incidente, la madre per proteggere lui si era ferita gravemente.

Restò nella sua attuale casa con la nonna, ma purtroppo morì anche lei quando lui aveva quindici anni. Da allora viveva da solo, ma se la sapeva cavare piuttosto bene.

Jungkook era una vera e propria testa calda, se si fissava su qualcosa la otteneva. La sua testardaggine a volte lo ha aiutato nella vita, come quella volta che quel malintenzionato vedendolo gli aveva detto di seguirlo, ma lui cambiò direzione. Altre volte a causa di essa è stato allontanato dalle persone.

Qualche volta Jungkook si domandava se davvero amasse Minseo, infondo lui non sapeva cosa significasse amare, non lo sapeva perché non ha mai amato davvero qualcuno, o meglio, lo ha fatto, ma purtroppo tutti coloro che Jungkook amava erano morti ed ecco perché per lui è difficile amare.

Probabilmente Jungkook diceva di amare Minseo solo perché era il playboy della scuola e aveva bisogno di una ragazza per completare il suo quadretto.

Uno degli oggetti a cui teneva di più il ragazzo era sicuramente una collana con all'interno una foto dei suoi genitori, la teneva sempre al collo, e se mai qualcuno avesse provato a rubargliela lui sarebbe stato in grado perfino di spaccargli la faccia.

Jungkook andò in camera sua e accese la sua amatissima PlayStation4, prese il joypad nero ed iniziò a giocare.

Molti si chiedevano spesso come facesse quel ragazzo con un passato tanto oscuro ad essere così spenzierato e da dove avesse sempre preso i soldi per vivere.

Beh, i suoi genitori erano in una buona posizione sociale e gli lasciarno una ricca eredità, invece, lui viveva spenzierato perché sapeva che ciò che è passato è passato ed ormai non poteva più tornare indietro.

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