Share the Love (1/2)

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Febbraio 2019

Tutto era cominciato con una matita. Una matita bruttarella oltretutto, mezza consumata, senza più il gommino e con la fascetta metallica dell'estremità superiore mordicchiata. Però Nico ci aveva disegnato sopra un cuoricino con una penna rossa in uno dei tanti pomeriggi di studio/coccole a casa dell'uno o dell'altro e da quel momento era diventata la matita. Insomma era convinto di averla lasciata sul banco prima di uscire per la ricreazione ma al suo ritorno non c'era più. L'aveva cercata dappertutto in classe, chiedendo anche ai suoi compagni se l'avessero per caso presa in prestito, ma era svanita nel nulla. Elia era convinto al cento per cento che l'avesse persa chissà dove, perché da quando stava con Niccolò aveva finito di rincoglionirsi del tutto, testuali parole, eppure lui avvertiva qualcosa di strano in quel piccolo mistero.

Il tempo gli diede ragione. Nei giorni successivi infatti sparirono altre cose: un evidenziatore giallo, il tappo di una penna, la caramella alla menta che Nico gli aveva infilato in tasca accorgendosi del suo leggero mal di gola, tutti oggetti insignificanti, di cui il più delle volte scopriva la mancanza nel momento del bisogno, rendendogli impossibile capire quando e dove gli erano stati sottratti. L'enigma assunse connotati inquietanti una mattina di inizio febbraio in cui, terminata la lezione col Boccia, fu costretto a rimettersi la felpa che aveva appeso nello spogliatoio senza il laccio che ne attraversava il cappuccio.

"Adesso mi credi?" chiese in tono polemico al suo amico moro, mostrandogli il corpo del reato "Ve lo avevo detto che qualcuno mi sta sabotando!"

"Ma dai, t'hanno preso il laccio, zì? Questo sì che è strano." intervenne Giovanni col suo solito sguardo preoccupato da mamma chioccia.

"Hai uno stalker fratè, complimenti!" scherzò Elia dandogli una pacca sulla spalla.

"Oppure una testa di cazzo omofoba che si diverte a farmi impazzire."

La faccia strafottente dell'altro si incupì di colpo.

"Dici? Ne hai parlato con Nicco?"

"No, ancora no, volevo essere sicuro di non essere paranoico."

"Magari è solo uno scherzo di carnevale un po' in anticipo." cercò di sdrammatizzare Gio non convincendo neppure sé stesso.

"Boh. Se è uno scherzo non fa ride, comunque."

Tirò fuori dalla tasca il cellulare e inviò un cuoricino a Niccolò, per scacciare con quel piccolo gesto d'amore la brutta sensazione che avvertiva sottopelle ormai da giorni. I tre cuori che ricevette in risposta subito dopo lo fecero sentire effettivamente meglio.

Solo poche settimane prima avrebbe evitato di mostrargli le sue paure, di coinvolgerlo in qualcosa che potesse creargli ansie e preoccupazioni, ma aveva imparato che Niccolò era più forte di quanto lui stesso pensasse. Bugie ed omissioni gli avevano fatto passare un anno di inferno e si era quindi ripromesso che il suo rapporto con lui si sarebbe basato sulla trasparenza, sul dialogo, sull'assoluta fiducia reciproca. Gli avrebbe parlato dei misteriosi furti quello stesso pomeriggio e insieme avrebbero cercato una soluzione.

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La caffettiera borbottava sul gas e Niccolò fu costretto ad interrompere il bacio con cui lo aveva piacevolmente inchiodato contro la base della cucina. Il pranzo era stato insolitamente tranquillo, Nico non si era avvicinato al frigo o alla dispensa per tirarne fuori improbabili ingredienti, come faceva di solito per creare scompiglio e ottenere baci in cambio di stare lontano dai fornelli e Martino non era in vena di chiacchiere scherzose dopo ciò che gli era successo a scuola. Era palese che c'era qualcosa che non andava, ma avevano continuato a girarci intorno finché Martino non lo aveva abbracciato davanti alla pila di pentole e stoviglie che l'altro aveva appena finito di lavare e Niccolò aveva ricambiato la stretta, aggiungendoci il lungo bacio che si portò via la tensione di entrambi.

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