Sakura

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Giovedì 4 aprile 2019

Staresti ore a spiare Martino che parla nel microfono della radio e non solo perché ti ricorda la prima volta in cui vi siete finalmente guardati negli occhi. Il fatto è che Marti tende a minimizzare le sue passioni, essendo stato abituato per anni a non scoprirsi mai troppo, ma il brillio che ha negli occhi quando indossa quel paio di cuffie e condivide i suoi pensieri col mondo non può nasconderlo e tu sei pronto a coglierlo anche da dietro quella finestra che separa il corridoio dalla saletta di registrazione. Attendi quindi pazientemente il termine del programma per poter picchiettare il vetro col dito e rivelare così la tua presenza, unendo poi gli indici e i pollici a formare un cuore. Il contrasto fra le reazioni opposte che ottieni, un sorriso abbagliante da Martino e un'alzata di sopracciglio da Sana, è esilarante. Sana ha tante qualità ma il romanticismo non è proprio il suo forte, se ci fosse stata Silvietta al suo posto di certo avrebbe apprezzato. Martino si congeda sbrigativamente dalla vostra amica e ti raggiunge fuori, senza smettere un istante di sorridere. Che tu sia capace di accendere quel suo meraviglioso sorriso ormai è un dato di fatto, anche se difficilmente riuscirai mai ad accettare di meritartelo davvero.

"Non dovevi aspettarmi al cancello?" ti chiede Marti subito dopo averti concesso un rapido bacio su una guancia.

"Dovevo prende 'na cosa in aula radio." ti giustifichi con un'alzata di spalle. La verità è che ogni minuto che passi lontano da lui è un minuto sprecato, ma non c'è bisogno di dirlo ad alta voce, no? È già abbastanza evidente dallo sguardo innamorato perso che gli rivolgi ogni istante che state insieme.

"Allora, nemmeno adesso vuoi dirmi dove stiamo andando?"

È dall'inizio della settimana, cioè da quando gli hai detto di tenersi libero per quel giovedì pomeriggio, che continua a martellarti per sapere cosa hai architettato stavolta, ma tu sei stato abilissimo a resistere al fascino del suo musetto da cerbiatto e non cederai proprio adesso, a poca distanza dal traguardo. Al massimo puoi concedergli un indizio che sei certo non lo porterà da nessuna parte, ma che provocherà l'arricciarsi adorabile del suo naso nel momento in cui si renderà conto di essere stato preso in giro.

"Andiamo all'hanami."

"L'hanache? Cos'è, un ristorante giapponese?"

Per carità, non sei ancora pronto a mangiare di nuovo sushi insieme a lui dopo quanto è successo l'ultima volta, ti sotterreresti anche solo a leggere dal menù la parola uramaki.

"No, ma ti meriti un bacio." e passi direttamente all'azione, prima di uscire dalla relativa sicurezza che vi offre la scuola nello scambiarvi certe effusioni.

"Per che cosa?" ti chiede Martino ridendo quando ti costringi a separarti da lui.

"Per aver capito che è una parola giapponese."

"Beh, fino a lì ci arrivo, grazie tante."

Incrocia le braccia sul petto fingendosi offeso e sei davvero tentato di togliergli quel broncio delizioso dalle labbra a suon di baci, ma è l'una e mezza passata e se vuoi riuscire a pranzare in un orario decente dovete darvi una mossa.

L'attesa del 75 per fortuna non è stata lunga e scendendo al Circo Massimo Martino è convinto che lo porterai in qualche posto ridicolmente romantico nei dintorni, come il roseto comunale o il Giardino degli Aranci sull'Aventino, invece lo trascini per le scale della fermata della metro B con un sorriso sibillino che lo fa impazzire di curiosità.

"Certo che tu e Filippo fate a gara a portarmi nei posti più strani di Roma!" ti provoca mentre attraversate rapidi i quartieri sud-orientali della città a bordo di un vecchio vagone traballante.

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