𝒜 𝓈𝓉𝑜𝓇𝓎
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Jungkook era il migliore amico di Taehyung. Erano l'uno l'ombra dell'altro: sempre pronti a ridere, a scherzare e a combinare guai.
Si volevano bene, un bene dell'anima. Erano più che amici; erano così uniti che condividevano ogni cosa, compreso il dolore e la tristezza. Erano più che fratelli: il loro legame andava oltre a qualsiasi rapporto di sangue.
Essi si ritrovavano tutti i giorni alla stessa ora sotto un grande pesco nel parco vicino alle loro case. Sotto quel pesco parlavano di tutto: dei loro problemi, dubbi e paure, oppure stavano solamente in silenzio a guardare il sole tramontare lentamente dietro le fronde degli alberi.
Una notte, durante una delle loro lunghe chiacchierate, mentre erano sdraiati ad osservare le stelle nel cielo, Taehyung capí che la loro amicizia non gli bastava, capí di essere totalmente innamorato di Jungkook.
Si, Tae era innamorato di un ragazzo: il suo migliore amico. È proprio strano l'amore, vero?
L'amore. Cosa ne sapevano due ragazzi come loro di "cos'è l'amore"? Poco o niente. Ma questo bastava.
L'amore era quella stretta allo stomaco, quel ribollio nel sangue, il sudare freddo ed avere le mani fastidiosamente umidicce. Quello che ti faceva stare sveglio la notte o ti riempiva il petto d'orgoglio. Quell'amore che talvolta ti faceva compiere qualche pazzia.
Ma per loro le pazzie erano all'ordine del giorno.
E in quel momento Tae capí di essere disposto a rubate la luna e a scongelare l'artico con un phone per Jungkook.
E quindi era lì pronto a dirgli tutto quello che provava. Ma ci ripensò all'ultimo istante... e se avesse rovinato la loro bella amicizia? In quel momento si sentì un codardo.
Quella notte Tae non dormì, era troppo occupato a perdersi nei suoi pensieri per riuscire a prendere sonno.
Ma il mattino seguente andò a scuola più determinato che mai: avrebbe detto a Jungkook che lo amava. Ci sarebbe riuscito.
Vide Jungkook prima dell'inizio delle lezioni, all'intervallo e durante la pausa mensa ma dalla sua bocca non uscì neanche una parola. Al contrario rideva con lui come se fosse tutto normale anche se dentro sentiva una tempesta che gli scombussolava lo stomaco.
All'ultima ora non seguí la lezione, si malediceva mentalmente per non avere il coraggio di dire ciò che sentiva. Mai come in quel momento gli sembrava difficile parlare con il suo migliore amico.
Decise di lanciare un bigliettino a Jungkook in cui gli chiedeva di raggiungerlo sul tetto della scuola alla fine delle lezioni. Gli avrebbe parlato. Sperava con tutto se stesso di riuscirci.
Al suono della campanella raccolse il suo coraggio e andò sul tetto: Jungkook non c'era ancora.
Gli tremavano le gambe e aveva l'insensato desiderio di mandare tutto al diavolo e tornare a casa.
Ripetè mentalmente il suo discorso, ma questo andò a farsi benedire quando Jungkook fece la sua comparsa e lo raggiunse.Appena i loro occhi si incontrarono Tae esplose. Gli disse tutto. Tutto quello su cui aveva riflettuto la notte precedente e tutto quello che provava in presenza del suo migliore amico. Gli descrisse puntigliosamente la sensazione del suo cuore che martellava per uscirgli dal petto ogni volta che lo vedeva e il desiderio quasi inrefrenabile di baciarlo.
Trattenne il respiro alla fine del suo lungo discorso a causa dello snervante silenzio del suo migliore amico.
La sua ansia si sciolse solo quando Jungkook poggió le labbra sulle sue e alla fine del bacio gli disse che anche lui lo amava e che aveva sempre desiderato quel momento.
Da quel giorno in poi si potrebbe dire che divennero ancora più amici, ancora più fratelli. Continuavano a scherzare, ridere e a parlare come prima. Tutti i giorni si incontravano sotto il loro pesco e tutti i giorni tornavano a casa insieme, salutandosi con un tenero bacio. Si baciavano, Dio se si baciavano. Si baciavano come se non ne avessero mai abbastanza. E poi i loro occhi... ogni volta che si guardavano si creavano le scintille; si guardavano come un ceco guarda per la prima volta la luce del sole.
Si desideravano, si cercavano come un tossicodipendente cerca l'eroina.Erano felici, invidiabilmente felici.
E poi un giorno fecero una passeggiata nel loro parco. Il sole splendeva, gli uccellini cantavano e i bambini giocavano a palla. Taehyung e Jungkook si tenevano la mano e camminavano godendosi il sole. I primi petali del pesco cominciavano a cadere.
Un bambino tirò un forte calcio alla palla che superò la siepe e andò a finire sulla strada deserta davanti al parco. Jungkook disse che gliel'avrebbe riportata, salutò Taehyung con un bacio e corse fino al pallone. In quel momento una macchina scura sfrecciava a tutta velocità e senza la minnima intenzione di fermarsi.
Taehyung non poté fare nulla.
Pianse tanto nei giorni, mesi e anni successivi.Gli era stato portato via l'amore della sua vita, sarebbe mai riuscito ad essere felice ancora?
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<<fine. Ti è piaciuta la storia?>> chiese Taehyung.
<<si papà. Il fatto che uno dei protagonisti abbia il tuo nome la rende la mia preferita!>> disse felice il piccolo bimbo a cui mancavano entrambi gli incisivi.<<PICCOLO, VIENI A FARE IL BAGNETTO>> Urlò una voce dal bagno da cui proveniva il suono dell'acqua calda scorrere dal rubinetto.
<<forza mostriciattolo, vai a lavarti e non raccontare questa storia alla mamma, vorrei farlo io>> disse Taehyung accarezzando dolcemente i capelli di suo figlio.<<si papà.>> disse il bambino uscendo dalla stanza, ma prima che potesse scomparire dietro la porta si fermò <<papà?>> chiese.
<<dimmi>> rispose Tae.
<<alla fine Taehyung è stato felice?>> chiese dubbioso.Tae sorrise <<si, alla fine si. Ha capito che Jungkook avrebbe voluto vederlo felice, ma non ha mai passato un giorno senza pensare a lui, mai.>> disse prima di vedere il bambino raggiungere la madre.
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A tutti quelli che hanno sofferto per amore e lo stanno facendo ancora. A tutti quelli che non hanno mai amato e non sanno cosa voglia dire amare. A te che di tutte le stelle sei la più splendente. Non preoccuparti, arriverà anche il tuo giorno di primavera.
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Una storia ↠ƭαεҡσσҡ
Fiksi PenggemarL'amore. Cosa ne sapevano due ragazzi come loro di "cos'è l'amore"? Poco o niente. Ma questo bastava. L'amore era quella stretta allo stomaco, quel ribollio nel sangue, il sudare freddo ed avere le mani fastidiosamente umidicce. Quello che ti faceva...