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Sono sveglia da ore ormai e tutto in questo maledetto posto è silenzioso.
Riesco a sentire il respiro di Iris, la mia compagna di stanza.
L'orologio del mio cellulare segna le sei; non riuscirò mai a riprendere sonno.
Perciò mi alzo e mi dirigo verso la terrazza. Mentre cammino per il corridoio saluto alcune infermiere.

<< E tu che ci fai qua?>> mi chiede una voce mentre io sono assorta a guardare il panorama.
<< Potrei farti la stessa domanda>>
<< Non riesco a dormire.>>
<< Nemmeno io.>>
Rimaniamo in silenzio ad osservare la città che si sveglia.
<< Diego...>> inizio: << Hai presente quel cantante che ascolto sempre?>>
<< Sì.>>
<< Presto farà un instore e vorrei che tu mi accompagnassi.>>
Sento un suono che prendo per "sì".
<<Grazie.>>
Lo saluto e ritorno nella mia stanza.
Porta numero diciassette come i miei anni.
Dopo pochi minuti entra il Dottor. Angeli che si siede davanti a me.
<< Allora, Luce, come stai?>> chiede mentre afferra il misuratore di pressione dalla sua borsa.
<< Oh, alla grande, ho diciassette anni e ho un tumore, non potrei stare meglio.>> ironizzo.
Odio quando mi chiedono come sto.
Come dovrei stare? Sono in ospedale da un sacco di tempo a causa di una leucemia mieloide acuta e tutto ciò a diciassette.
Uno a questa età dovrebbe uscire con gli amici e ridere, scherzare, baciare e ridere, non dovrebbe prepararsi per andare a fare la chemioterapia.
Il medico non risponde ma mi dice di andare nella stanza nella quale si svolge la cura.

Da due ore ormai sto qua a gingillarmi con il telefono.
Scrivo e guardo Instastories soprattutto quella di Salvatore.
Era il mio ex ragazzo. Ci siamo fidanzati quando avevamo quattordici anni ma mi lasciò quando scoprimmo il mio cancro, si era giustificato dicendo che non poteva sopportare una cosa del genere.
Siamo stati insieme due anni.
Il liquido nella sacca è quasi finito.
Sento scostarsi la tendina e mi si presenta Iris con la sua bombola dell'ossigeno: Dottie.
<< Allora?>>
<< Cosa?>>
<< Ma sei scema o cosa? Non lo sai?>>
La guardo perplessa.
<< Cosa dovrei sapere?>> chiedo.
<< Il tuo amato Andrea è qua!>>
<< No!>>
<< Giuro. Non hai visto su Instagram? Dice che sarebbe passato dall'ospedale per salutare i pazienti che non possono andare all'Instore.>>
Cristo, lui è qua e io sono su una poltrona con un ago infilzato in un braccio.
<< Sara!>> chiamo l'infermiera: <<Toglimi quest'attrezzo.>>
<< Non posso, lo sai benissimo, è per il tuo bene.>>
<< Oh, avanti, lo sappiamo tutti che morirò quindi staccarmi quest'ago dal braccio.>>
<< Non posso!>>
<< Ok, se non lo farai tu, lo farò io!>> urlo per poi staccarmi il tutto.

Corro nella mia stanza, seguita da Iris, vado verso il bagno e mi specchio.
Una ragazza diafana, pallida e senza capelli mi sta fissando.
Sento annunciare da Iris il suo arrivo.
Con la coda dell'occhio vedo aprirsi la porta che viene poi varcata da un ragazzo dai capelli castani.
Lui.

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