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Ho perso i sensi per una mezz'oretta. Questa è stata la chemioterapia peggiore di tutta la mia vita.
Ho vomitato in tutto cinque volte e Andrea è stato lì a tenermi i capelli mentre io ero piena di imbarazzo.w
<< Scusa.>> ho detto mentre mi pulivo col palmo della mano.
<< Smettila di chiedermi scusa. Non è colpa tua e poi sei bellissima lo stesso.>>
L'ho guardato con gli occhi lucidi e ho annuito.
Abbiamo parlato di tutto: di arte, musica, poesia e anche di calcio.
Alla fine ha guidato la mia sedia a rotelle verso la mia stanza, rincorrendo un infermiere che stava al gioco.
Abbiamo riso tanto, non mi divertivo così da un po'.
<< Grazie.>> ho detto davanti alla porta, sorridendo.
<< È stato un piacere>>.
Mi sono alzata e gli ho lasciato un bacio sulla guancia per poi entrare nella mia camera.
Adesso sono sul letto a guardare  "L'eredità", sento bussare alla porta.
<< Avanti.>>
La porta si apre e si presenta un'infermiera.
<< Luce?>>
<< Sì?>>
<< Dobbiamo andare a fare la risonanza magnetica.>>
La guardo accigliata ma poi annuisco.

Quando si fa la risonanza magnetica bisogna rimanere immobili ma oggi non riesco proprio ad esserlo.
Penso ad Andrea ed alla sua gentilezza, penso alla confessione ed al bacio di Diego.
Rifletto sulla mia vita che è breve ma intensa.
Oggi è sabato, il sabato di due anni fa sarei uscita con le mie amiche in città.
Avrei sventolato i miei lunghi capelli biondi, avrei ottenuto il numero di qualche ragazzo.
Sarei andata al cinema o in pineta e la sera sarei tornata a casa per stare con la mia famiglia a guardare la TV in pigiama.
Oggi è sabato ed io sono a fare l'ennesima risonanza magnetica.

Lascio la stanza sotto lo sguardo dell'infermiera pieno di preoccupazione e pietà.
Nel corridoio mi accorgo di quante persone conosco: saluto ogni persona che incrocio.

Questo pomeriggio, oltre ad aver visto Andrea ed aver fatto quell'improvvisa risonanza, ho studiato e ho fatto la gara sulla sedia a rotelle con Hassna.
Hassna è una ragazza marocchina che è qui da tre anni.
Aveva sedici anni quando gliel'hanno diagnosticato: Mieloide Multiplo, uno dei più rari.
Ci siamo guadagnate una bella strigliata dal capo reparto, ci ha brontolato dicendo che avremmo disturbato gli anziani che riposavano.
Poi verso le cinque, noi ragazzi, ci siamo ritrovati nella "Hall" del reparto oncologico.
Eravamo io, Hassna, Iris, Diego e Jonathan.
Quest'ultimo è qua da ben quattro anni, adesso ha vent'anni.
Gli hanno trovato un Merkeloma, un tumore cutaneo che in Europa rappresenta l'un percento.
Abbiamo parlato ma sentivo costantemente lo sguardo di Diego che bruciava sulla mia pelle.

Adesso sono le due e non riesco a dormire; Sara, l'infermiera, mi ha consigliato di andare da, come l'ha chiamato lei, un esperto del sonno.
L'unico motivo per cui non riesco a dormire sono i materassi.
Il mio letto è di fronte alla finestra e ogni tanto mi ritrovo ad osservare il cielo dagli spazi lasciati dalle veneziane.
Mentre guardo la luna, che stanotte è piena, sento il telefono squillare.
Un messaggio è di Andrea in cui mi augura la buonanotte, sorrido come un ebete.
L'altro è di Diego in cui mi dice di raggiungerlo in terrazza per motivi urgenti, il sorriso scompare ed io salto giù dal letto per andare da lui.

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