Capitolo 1 - Giorno 1 (Parte 1)

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28/03/2018 17:48

Sconosciuto:

Jin Hyung, potresti darti una mossa?

Io:

Non credo di essere il tuo hyung ☺


Sconosciuto:

Smettila di prendermi per il culo, non è il momento. Sono al centro commerciale, ti sto aspettando.

Io:

Credo che aspetterai un bel po' allora. Non sono il tuo hyung!Sono una ragazza, mi sarebbe impossibile esserlo.

Sconosciuto:

Oh...

Scusami... non capisco come abbia fatto a sbagliare numero.

Io:

Non preoccuparti, può succedere.Buona fortuna col tuo Jin hyung!🙌🏻

Sconosciuto:

Grazie, e scusami ancora.

Jae posò il cellulare sulla scrivania bianca della sua stanza sorridendo all'inaspettato messaggio.
Stava studiando da ormai 4 ore ininterrottamente e sentiva che tra un po' il cervello le sarebbe esploso. Studiare lingue straniere le piaceva, anzi, lo adorava, però ovviamente risultava abbastanza difficile considerando che doveva imparare anche più alfabeti, come quello latino che era completamente diverso da quello coreano.
Quando il suo cellulare fece un ping che rimbombò in tutta la stanza quasi le prese un colpo, e poi vedere anche un numero sconosciuto sullo schermo la rese irrequieta per qualche ragione.
"Chissà quanto aspetterà il suo hyung" pensò lei ridacchiando e lasciando che la testa le cadesse all'indietro sulla sedia per poi sospirare pesantemente.
Di nuovo lo schermo del cellulare s'illuminò e la foto della sua migliore amica apparse facendo sorridere la ragazza.
- Annyeong Nari! - esclamò lei continuando a sorridere al nulla.
- Jae! Esci. Adesso! - la voce dall'altra parte sembrava agitata.
- Ma che cosa succede? - chiese lei alzandosi dalla sedia per dirigersi già verso l'armadio.
- Non lo so, ma al centro commerciale c'è una caterva di gente. Mica possiamo mancare proprio noi! - esclamò Nari con troppo entusiasmo facendo ghignare Jae.
- Va bene, dammi giusto una mezz'oretta e sarò là.-

Sentiva che era il momento giusto per prendersi una pausa. Ormai neanche il suo cervello non voleva più collaborare e sapeva che quel che è troppo storpia, per cui, semplicemente si buttò addosso un paio di jeans strappati blu chiaro ed una maglietta bianca semplice, lasciando i capelli sciolti e si fiondò fuori dal suo appartamento.
Seoul era una città bellissima, soprattutto in primavera: la moltitudine di alberi per le strade erano in fiore, i parchi erano pieni di gente ed i bambini correvano allegri per i prati aspettando le vacanze estive. Era come se la città si fosse svegliata dall'ibernazione invernale ed il sole ancora non era troppo potente da dare fastidio, ma era abbastanza caldo per non portarsi una giacca dietro; insomma, il mese marzo era meraviglioso.
Avvicinandosi verso il centro commerciale, osservò che effettivamente era molto più affollato del solito, quindi molto probabilmente Nari aveva ragione: qualcosa stava succedendo.
Cercò per minuti buoni di capire dove si trovasse l'amica ma non ci riuscì, per cui, prima di continuare le ricerche, si diresse verso lo Starbucks al piano terra del centro ed ordinò un caramel macchiato per poi dirigersi nuovamente verso l'onda di persone.
Una vibrazione nella tasca del cellulare la distrasse da tutta la confusione attorno a lei.

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