Capitolo 35 - Giorno 341

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Io:

quindi...

neanche oggi...

Yeobo 💕:

Mianhe jagiya...

Proverò domani, ma non ne sono sicuro

Jae bloccò lo schermo senza rispondere all'ultimo messaggio, cercando di non far uscire nessuna lacrima ma ovviamente fallì e se l'asciugò velocemente, sentendosi una completa idiota.
Erano tornati da una settimana a Seoul, e da allora non l'aveva più visto se non in televisione.
Si sentivano per telefono, certo, si mandavano messaggi, ma ormai la loro relazione era passata oltre questa fase di conoscenza, il loro amore richiedeva costanza e presenza ma ovviamente, tra di loro le cose non potevano essere così facili.
Jae gli chiese di venire a casa sua ed eventualmente cenare, anche se fosse arrivato a mezzanotte, però proprio all'ultimo minuto, il manager dei Bangtan li avvertì che avrebbero partecipato in uno show televisivo che ovviamente mandò in fumo i piani di Jungkook e Jae.

Jungkook le mancava terribilmente, si era abituata a vederlo ogni giorno e così sentiva anche Jungkook. La lontananza da lei lo stava trasformando in un'altra persona: mangiava pochissimo e per evitare di pensare a lei si allenava, provava e sudava fino allo sfinimento.
Namjoon tentò di parlargli più e più volte quella settimana, così come anche Jin e Yoongi provarono ma il minore si era chiuso a riccio, almeno sull'argomento Jae. Non ne voleva parlare con nessuno perchè non voleva rivelare a nessuno che non si sentiva più felice, neanche a se stesso.
Fissò lo schermo del cellulare a lungo e capì che non gli avrebbe più risposto. Un'altra stretta al cuore gli provocò un dolore lacerante; sapere che lei non faceva altro che aspettarlo lo rendeva irrascibile, perchè avrebbe voluto correre da lei, donarsi a lei come prima, ma la realtà era entrata prepotentemente nelle loro vite, obbligandoli a guardare in faccia i fatti.

Io:

Perdonami...

Le chiese scusa di nuovo e si maledisse mentalmente siccome nell'ultimo periodo sembrava che non riuscisse a far altro che scusarsi con lei per le sue assenze.

Jagiya 💕:

Non preoccuparti

L'ennesimo messaggio secco, piatto, pieno di delusione da parte sua e lui cominciava non sopportare più quella situazione, non sopportava di provocarle così tanto dolore, lei che si meritava il meglio.
Sospirò pesantemente prima di entrare in scena con i suoi compagni, il volto disegnato da un sorriso falso.- Mi dispiace Jae... – il tono di Nari era veramente uno dispiaciuto.
- Non preoccuparti. – singhiozzò lei, incapace di fermarsi dal piangere – Non è colpa tua... –
- Ma neanche tua! È l'una di notte e sei ancora qui a piangere... vuoi che venga da te? –
- No... non ho voglia di sta... – la frase della mora fu tagliata dal suono del campanello che la fece scattare in piedi dal letto, gli occhi sgranati, pregando che fosse lui.
- Hanno sunato, ti chiamo domani. –
- Va be... – non attese che Nari la salutasse e si precipitò alla porta aprendola di colpo.

Jungkook si trovava dall'altro lato con il fiatone ed un sorriso stanco che diventò una smorfia di dolore una volta posati gli occhi sulla figura di lei: le occhiaie dovute al continuo piangere e la preoccupazione, la carnagione pallida, segno che non si stava prendendo cura di se stessa, un po' come lui ed il sorriso triste che cercava scioccamente di illuminarle il viso.
Il minore si fece spazio nell'appartamento dandole un bacio mozzafiato mentre chiudeva la porta, incapace di aspettare un solo secondo in più di sentire la sua pelle sulla sua.
Jae rispose al bacio disperatamente, sentendosi finalmente viva perchè ormai solo lui era in grado di portarle la serenità di cui aveva bisogno.

- Mi sei mancata così tanto. – il minore spezzò il bacio per poggiare la fronte sulla sua, occhi chiusi, mani che tenevano il viso di lei ad una distanza esigua dalle sue labbra.
La baciò di nuovo, grato di sentirle il profumo, di godere dei suoi baci... così incredibilmente innamorato ma questa volta Jae non continuò il bacio.
- Sei mancato anche a me. – proferì lei fiondandosi tra le sue braccia e singhiozzando nella sua maglietta.

Il minore la strinse a se con forza, strizzando gli occhi a causa del punzecchiamento che sentiva a causa delle lacrime che minacciavano di uscire, capendo quanto la stesse facendo soffrire.
Il silenzio si instaurò tra di loro, ancora abbracciati, entrambi sapendo che non andava affatto bene per nessuno dei due.
- Jagiya... – mormorò lui col cuore spezzato – Non piangere. –
- N-Non posso fermarmi. – dichiarò lei aggrappandosi ancora di più alla sua maglietta.
Il moro le prese ancora una volta il viso fra le mani, scrutando ora gli occhi pieni di lacrime di Jae, maledicendosi per quello che le stava facendo passare.

La prese per mano e la fece accomodare sul divano dove, dopo un lungo periodo di tempo impiegato solo ad osservarla, Jae riprese il controllo su se stessa e sorrise tristemente.
- Non va... – mormorò combattendo con altre lacrime che volevano uscire.
Il cuore del minore si ruppe in quel momento, lo potè letteralmente sentire: un crack interno che quasi gli tolse l'aria, come se avesse appena ricevuto un pugno in pieno petto, il dolore andando a diffondersi in tutto il suo corpo.
Abbassò la testa, impotente davanti alla realtà dei fatti.
- Mi dispiace... –

Jae si asciugò gli occhi, non volendo far soffrire lui.
- Ma va bene Kook... Hai la tua vita ed è giusto che segui il suo corso. –
- Voglio te nella mia vita... – dichiarò con gli occhi supplicanti mentre quelli di Jae si addolcirono.
- Lo so, io voglio te nella mia ma non è giusto quello che ci stiamo facendo. Dobbiamo essere realisti... – il minore fece per ribattere perciò la ragazza si affrettò a continuare - Kook-ah... hai la possibilità di vivere il tuo sogno, un lusso per pochi ed è per questo che devi concentrarti sulla tua carriera, sull'uomo che vuoi diventare... Devi avere la possibilità di vivere queste cose tranquillo, senza preoccupazioni e che ci piaccia o meno, io sono diventata una preoccupazione che ti ha posto davanti una scelta: o io o la tua carriera; purtroppo insieme non vanno. –
Jungkook strizzò ancora gli occhi, ogni parola ferendolo perchè sapeva essere la verità.

- Da questo momento... sei libero.

Non riuscì a guardarlo mentre disse quelle poche parole, quello che stava facendo in quel momento sembrava strapparle la pelle da quanto male le stesse facendo però lo amava ed è per questo motivo che non voleva altro che vederlo felice.

- Jagyia, no. – il tono del minore avrebbe potuto spezzare il cuore a chiunque in quel momento.
- Ti prego, non rendere le cose più difficili. – pregò lei, impiegando tutta la forza che aveva in corpo per cercare una bozza di sorriso sulla sua espressione.
Jae si alzò dal divano e Jungkook la seguì fino alla porta d'ingresso dove i due si sarebbero detti addio per sempre.
- Non posso andarmente. – Jungkook si voltò verso di lei: gli occhi chiaramente in lacrime, come quelli di Jae.
- Ti prego... è meglio così. –
- Ma non posso. Letteralmente, non ce la faccio ad uscire da questa casa sapendo che non parleremo più, che non sarai più mia. –
- Mi devi tre favori ricordi? – tentò di sdramatizzare lei – Questo è uno dei favori: vivi la tua vita a pieno, felice, raggiungi i tuoi obbiettivi. –

Il minore l'abbracciò davanti all'ingresso del suo appartamento e Jae poi non fece altro che osservare la sua schiena allontanarsi da lei.
Prima di scomparire nell'oscurità del corridoio del palazzo, Jungkook fece marcia indietro, bloccando Jae dal chiudere la porta con un braccio e baciandola avidamente per l'ultima volta.

- Non ti chiedo di aspettarmi, - cominciò lui frettolosamente – però ti dico che sei e rimarrai per sempre nel mio cuore. Ed un giorno, quando sarò sicuro di me e della mia carriera, ti prometto che sarò io a cercarti. –
Jae sorrise speranzosa ma con gli occhi increduli. Voleva tanto crederci però il tempo, gli anni... le cose sarebbero cambiate e lei lo sapeva bene.
- Abbi cura di te, signor celebrità. –
- Te lo prometto. – ripetè lui ancora e con queste parole Jungkook sparì per sempre dalla vita di Jae.

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