Erano giorni intrisi di una calma a dir poco inquietante.
Mi sentivo costantemente teso, come se una lama fosse stata appesa sopra la mia testa. Dovevo sforzarmi di fare finta di niente e di comportarmi come facevo sempre.
Vivere la mia vita, scrivere canzoni per la mia band parallela ai Queen, uscire, suonare la batteria, andare quando potevo a Garden Lodge a salutare Jim e Freddie.
Era quello il problema.
Finché stavo fuori da quella villetta nel centro potevo quasi dimenticare. Potevo illudermi.
Ma poi camminavo nel giardino, entravo in casa. E lì tutto era teso, l'aria mi sembrava più scura.
Lui non poteva più uscire dalla sua stanza.
Per qualche anno da quando mi aveva dato la notizia io avevo continuato a non realizzare. Era sempre lui, alla fine.
Forse leggermente più affaticato, ma non era più un ventenne, era normale. Anche io lo ero.
Non volevo credere al fatto che il tempo stesse passando ma nell'ultimo periodo non avevo potuto farne a meno. Anche se lui non ne parlava, anche se lui scherzava e rideva, io vedevo, tutti noi vedevamo.
Era cambiato soprattutto in quell'ultimo anno.
Era invecchiato all'improvviso. Era cresciuto molto mentalmente. C'era qualcosa di vecchio e di stanco nel suo sguardo. Qualcosa di consapevole, che mi terrorizzava.
Odiavo doverlo andare a trovare perché una voce mi sussurrava all'orecchio che ogni volta sarebbe potuta essere l'ultima. Ma dovevo farlo perché un giorno mi sarei pentito di non aver passato più tempo con lui.
Era l'ombra di sé stesso, che non usciva più di casa e che ogni tanto mi sembrava terrorizzato.
Non mi disse mai che stava male, che odiava la sua vita o che tutto stava andando a rotoli. Forse vederlo arrabbiarsi mi avrebbe fatto meno male che rendermi conto che lui aveva capito e accettato tutto da quando la malattia gli era stata diagnosticata.
Aveva smesso di prendere farmaci, aveva accettato di sfiorire presto.
L'unica cosa che faceva e che mostrava in parte quanto fosse spaventato era chiedermi di abbracciarlo, o domandarmi se gli volevo bene.
Jim mi aveva detto spesso, fuori dalla stanza dove ormai il suo compagno viveva, che sentiva il bisogno di sentirsi vicino chi era importante per lui, che si sentiva fragile e aveva sempre bisogno di non essere lasciato solo. Era l'unica cosa che lo potesse confortare un poco.
All'improvviso era vecchio, e insieme aveva le paure di un bambino senza difese.
E io allora andavo da lui, lo salutavo, lo vedevo giocare con Delilah, porgendole le dita ossute, ridevo, ricordavo.
Poi uscivo dalla villa e in qualche modo ricacciavo indietro le lacrime.
Eravamo stati giovani, un giorno.
Avevamo avuto folli capelli lunghi, un negozio di vestiti a Kensington e il sogno di diventare rockstar. Un tempo, le cose che in seguito avremmo raggiunto raggiunto ci erano parse come desideri irrealizzabili. Suonavamo per divertirci nei locali e niente di più. Io, lui, Brian, Deaky, non eravamo niente se non quattro ragazzi che si volevano divertire e che vivevano di pura energia, respirando fino in fondo la nostra vita.
Eravamo stati pronti a conquistare il mondo. E alla fine ci eravamo riusciti.
E lui era stato giovane, energico, capace di tenere il mondo intero nel palmo di una mano.
Mi era difficile vederlo così, sapendo chi era stato.
Ci era capitato, ai tempi dei primi successi, di immaginarci da vecchi. Quattro regine ancora impegnate a scrivere canzoni, a ricordare il nostro passato, a stare insieme anche se con i capelli bianchi e tanti anni alle spalle.
Non realizzai sul serio che non sarebbe successo fino al 24 Novembre 1991.
Quel giorno sollevai il telefono e sentii le parole di Peter Freestone come un brusco, orrendo richiamo alla realtà.
Dovetti accostare la macchina.
La realtà mi colpì al petto, scoppiai a piangere.
Non so perché ma sono terrorizzata dal pubblicare questa raccolta. Sarà perché non scrivo mai di persone vere e ho paura di fare qualcosa di sbagliato. Non lo so.
Questa robetta è corta, presa da un testo scritto di getto a scuola e risistemata un po'. Aggiornerò questo libro ogni tanto, quando ne avrò voglia.
Oltre alla roba deprimente ci sarà anche altro, non preoccupatevi.
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Oneshots - Queen
FanficSpezzoni di vita, reali o immaginari, di ogni genere, dedicati a una certa band...