Jungkook's pov
I raggi del sole mattutino riecheggiavano nella stanza da letto, la luce solare subentrava e illuminava tutto ciò che toccava e con questo anche le povere palpebre del ragazzo. Nonostante egli cercasse di ignorare la luminosità, il fastidio agli occhi si elevava tanto quanto da farlo svegliare. Sbattendo più volte le palpebre si alzò di busto e rimase seduto con le spalle ricurve e schiena in dentro. Di sottecchi, ancora a causa della stanchezza immane e della posizione scorretta con cui aveva dormito, da non fargli spalancare direttamente gli occhi, osservò la camera in cui si trovava. Scrocchiando da una parte all'altra il proprio collo e capo, aiutandosi con le mani sulla nuca intravide le sue decine di tele non terminate sparse per il pavimento, come buttate da un attacco di ira funesta. Oltre a quelle vi presentavano in tutto il loro disordine e casino i pennelli sporchi di tempera a olio, alcuni schizzi multicolore si posavano sulla superficie della cabina armadio e altri sulla porta. I vari profumi, creme e lozioni da lui usati gettati all'aria, vestiti e libri si ergevano attorno a lui e al letto ovviamente in disordine anche questi.
Cosa era successo esattamente il giorno o la sera prima per ridurre in questo modo la sua camera? Un uragano furente si era impossessato della stanza? Probabilmente l'uragano colmo di rabbia e frustrazione era proprio Jungkook stesso. La consapevolezza di star entrando nell'oblio dell'oscurità e del male lo stava portando all'esaurimento, man mano si accorgeva che una parte di sé stava scomparendo dando spazio a quella maligna e ignobile. Il senso di gentilezza o almeno giustizia lo stava abbandonando del tutto facendo rimanere all'interno di egli solo egoismo ed eccentricità. E tutto ciò a causa del mondo di fuori, delle persone circondatogli avente l'unico scopo di infastidire e frustrare il ragazzo, della società presente oramai ingiusta e irresponsabile di ciò che compie, di ciò che fa sfociare nelle menti vuote di adolescenti, adulti e anziani dal passato poco ragionevole. È incredibile come tutto ciò abbia avuto l'influenza di cambiare completamente il modo di ragionare di certi individui, portandoli alla miseria e all'ipocrisia. Tutti che si alleano con la forza più potente, più popolare senza tener d'occhio quello che ella raccomanda e promette. Tutti che si uniscono al più forte per salvarsi il fondoschiena quando tutto ciò che il forte desidera è solo la considerazione e la stima di se stesso. Tutti loro sono riuniti in un branco di pecore a cui è stato tolto, levato il cervello grande quanto una nocciolina che, accortasi di quello che provocano, cercano di rovinare ancor di più quelle anime indifese per cui nessuno si prende la briga di rimanere loro accanto.
Jungkook non avrebbe fiatato davanti alla guardia Minosse quando esso gli indicava il cerchio degli iracondi. Jungkook già se la immaginava la sua anima peccatrice racchiusa nel cerchio dell'inferno di Dante, egli troppo preso dall'ira, trasportato da questa forza oscura che lo stava portando nella via peccaminosa compiendo gesta da non ripetere mai nella propria vita terrena.
Questo era successo la scorsa sera, quando il ragazzo stanco e furioso decise di metter sottosopra la stanza che raccoglieva all'interno di sé i ricordi più infantili e puri del suo passato bambinesco, i quadri e capolavori da egli dipinti dopo momenti di creatività e ispirazione.
Ora era ancora posato sulle lenzuola grigie cenere ad osservare avvilito e pentito il caos compiuto, pensieroso si lanciava imprecazioni e insulti per essersi lasciato ingannare dalla rabbia così facilmente. E come ciliegina sulla torta, per aumentare il nervosismo di Jungkook la sveglia mattutina si accese, rimbombando per le orecchie del ragazzo quel suono talmente fastidioso da dover essere abolito in tutti gli stati. Alzatosi di malavoglia, con già la luna storta, si diresse nella seconda porta a destra affianco alla sua camera da letto: il bagno. Davanti allo specchio guardò attentamente il suo riflesso. Lentamente e con la delicatezza di un angelo si sfiorava con le dita vellutate la pelle liscia del viso illuminato, passava dai contorni della mandibola al mento lucido, dalle tempie al naso circumnavigando gli occhi e i sopraccigli. Scendendo arrivava a toccarsi le labbra rosso fragola, rimanendo sorpreso da non trovarvi nessuna traccia di secchezza da appena svegliato. Il suo sguardo saltellava qua e là tra i dettagli del suo viso e del suo corpo, vi ammirava i particolari preferiti e le piccole imperfezioni, quali nei e una minuscola cicatrice, che su di lui apparivano comunque angeliche e paradisiache. La sua eccentricità non era nata mica per sbaglio data la perfezione della sua persona. Chi avrebbe mai detto che un volto così angelico e divino celasse un rancore irremovibile verso tutti gli individui che lo circondavano?
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𝐀𝐁𝐒𝐓𝐑𝐀𝐂𝐓
FanfictionL'incontro del pittore dai dipinti astratti e bizzarri- conosciuto soprattutto per il suo egoismo e la sua eccentricità- e colui che volle rubargli il quadro dell'amore per riempire la grande vastità del suo cuor ormai rotto ~ *iniziata: 18/02/19 *f...