Febbre

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Michael's POV:

Mi svegliai verso le dieci per la luce che illuminava tutta la stanza. Con uno sbuffo mi rigirai tra le coperte, ancora immerso in quel dolce limbo tra il sonno e la veglia.

Ma pochi istanti dopo mi resi conto che c'era qualcosa che non andava. Aprii faticosamente gli occhi e mi sollevai su un braccio.

Solitamente Lauren veniva a svegliarmi, oppure cadevo dolcemente giù dalle braccia di Morfeo grazie al profumo di caffè e pane tostato. Ma quella mattina non c'era niente di tutto questo.

Perplesso mi alzai e mi trascinai come uno zombie fino alla porta. Le mie gambe erano intorpidite e mi bastò un'occhiata per confermare che avevo dormito un po' troppo: erano le undici e mezza.

C'era decisamente qualcosa che non andava.

Più sveglio arrivai in pochi secondi davanti alla porta socchiusa della stanza di Lauren.

- Lauren? - spinsi piano la porta e gettai un'occhiata veloce nella camera, pronto ritrarmi nel caso avessi visto qualcosa di troppo.

Ma Lauren era distesa nel letto. Curioso mi avvicinai, pronto a rinfacciarle la dormita colossale, ma mi accorsi che non era il caso. Arrossii vistosamente e spostai subito lo sguardo. Durante la notte si era sfilata i pantaloni del pigiama bianco a note nere che ora giaceva abbandonato ai piedi del letto. Ma si era tolta anche la canottiera, rimanendo così col busto scoperto.

Ma perché dormono tutte senza reggiseno?, pensai imbarazzato.

Ma grazie al cielo era tutto coperto dai suoi lunghi capelli neri e dal suo braccio.

Però non era quello il problema. O meglio, non tutto. Il suo viso era imperlato di sudore, il respiro pesante. Non appena allungai la mano e la posai sulla sua fronte la ritrassi preoccupato. Era bollente.

- Merda - sibilai.

Cercai disperatamente di ricordare qualcosa della mia infanzia. Mamma mi faceva sempre bere una tisana di camomilla e mi passava pezze bagnate sulla fronte. Ma non potevo farlo con lei così.

Per prima cosa decisi di chiamare Jason. Rispose al primo squillo.

- Mike! Come va?

- Male - gli spiegai lugubre la situazione.

- Senti, verrei, davvero, ma il mio capo si imbestialirebbe... non posso perdere il lavoro.

- Ma, Jas... è nuda - protestai con un filo di voce. Lui rimase in silenzio per qualche secondo. - Vestila - mi rimbrottò poi, serio come non l'avevo mai sentito.

- COSA? - per poco non mi misi a urlare. Jason sbuffò.

- Cazzo, Mikey, vi siete visti nudi più voi due che io con tutte quelle con cui sono andato a letto!

- Ma è Lauren, per l'amor di Dio!

- E il mio capo è il mio capo, Michael! Le bollette non si pagano con l'aria!

E detto questo mi chiuse in faccia.

- Stronzo - brontolai, anche se capivo perfettamente le sue ragioni. Mi passai una mano tra i capelli e mi decisi a rientrare nella camera. Dato che non potevo fare altrimenti, l'avrei vestita. Ma non appena aprii di nuovo la porta uno strillo mi perforò le orecchie e mi portai le mani alla guancia, colpita da un peluche volante.

- FUORI - gridò Lauren.

Non persi tempo e battei in ritirata, massaggiandomi il punto dolorante. Il pupazzo mi aveva preso in pieno con il naso di plastica. Ma povero me.

- Scusa - esclamai imbarazzato.

Non mi parve una buona idea dirle che ero già entrato prima. Altro che un orsetto, mi avrebbe tirato dietro un martello.

A parte che non ha un martello.

Scossi la testa per scacciare quei ragionamenti senza senso.

- Entra - sentii dall'altra parte della porta.

Aprii cautamente la porta, nascondendomi dietro di essa e facendo spuntare lentamente solo la mia testa oltre il legno. Battei le palpebre. Il viso rosso e sudato di Lauren mi guardava dal letto. Era seduta a gambe incrociate e si era infilata la canotta. Sembrava esausta e i suoi occhi erano lucidi. A quel punto entrai senza timore, andando a sedermi preoccupato di fianco a lei. Le posai di nuovo le labbra sulla fronte. Minchia, era bollente. Lei sospirò al mio tocco e afflosciò le spalle.

- Mi dispiace - bisbigliò. Le accarezzai il collo, imperlato di sudore. Non me ne fregava nulla.

- Non è colpa tua. Anzi, non è stata una buona idea uscire con quel vento, ieri sera - mi scusai. Lei ridacchiò e cadde di nuovo distesa, prendendosi il volto tra le mani. - Ho caldo - si lamentò. Poi batté una mano sulle lenzuola. - E sono tutte sudate. Mikey, fai qualcosa - brontolò.

Alzai le spalle. E un attimo dopo lei urlò, aggrappandosi al mio collo, mentre la sollevavo in aria.

- Cosa fai? - esclamò dimenandosi e facendomi quasi perdere l'equilibrio. Ondeggiai e lei, grazie al cielo, si immobilizzò. Una volta ben piantato sui piedi, uscii dalla sua stanza e percorsi il breve pezzo illuminato di corridoio che ci separava dal divano. La posai delicatamente sui cucini e le sorrisi. Lei arrossì e distolse lo sguardo quando le passai davanti, coperto solo dai boxer neri.

Andai in cucina e mi procurai un bicchiere d'acqua, buttandovi dentro una pastiglia per abbassare la febbre. Subito l'acqua si riempì di bollicine bianche. Tornai in salotto con anche uno straccio bagnato. Le porsi il bicchiere e lei lo bevve tutto d'un fiato, storcendo il naso. Ridacchiai.

- Non è male, sa di limone!

Lei mi fece la linguaccia e mi passò di nuovo il bicchiere. Lo posai sul tavolino in vetro di fianco a lui, sedendomi a gambe incrociate sul pavimento fresco. Lauren posò la testa sul cuscino, socchiudendo gli occhi mentre le passavo una pezza bagnata sulla fronte. Sospirò.

- Grazie per aver buttato fuori Benjamin, almeno mi sono ripresa le chiavi. Farò cambiare la serratura - risi e lei accennò un sorriso stanco. La guardai con tenerezza mentre le nostre mani si intrecciavano.

- Non hai proprio dormito, vero? - lei scosse la testa. - Perché?

Lauren scrollò le spalle, lentamente, senza aprire gli occhi. Stava lentamente cedendo alle braccia forti e calde di Morfeo, cullata dalle sue ali dorate. - Perché continuavo a chiedermi perché non mi avessi baciato - mormorò, quasi incoscente. Sgranai gli occhi sorpreso, e socchiusi le labbra. Una fitta di rimpianto mi colse di sorpresa. Cosa voleva dire? Ma ormai Lauren stava dormendo. Decisi che la cosa migliore che potessi fare fosse andare a fare una passeggiata per schiarirmi le idee.

Angolino dell'autrice:

'Sera a tuuuuttii ^^ anche se sospetto che ci sia una sola, dolcissima persona che ha la pazienza di votare e commentare ogni capitolo da salutare :)

Mi scuso per la lunghezza del capitolo: lo so che è corto, ma ho deciso di spezzettarlo perché 1) non ho pronta la seconda parte e 2) nel prossimo ci saranno un po' di avvenimenti interessanti. Non nella relazione alqunto cofusa di Lalla e Mikey, ahahah, per quella vi faccio soffrire ancora un bel po' XD vi dico solo che c'entrano i genitori di Nessa e Jason.

Un baciotto!

Anna

Heartbreak Girl || Michael Clifford||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora