Capitolo Due

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I miss you.

ALLA MASON HIGH SCHOOL

Diversamente da Redwood, il nuovo ufficio della dottoressa Grinbell profumava di cannella. Un odore così pungente e dolciastro che fece seccare la gola di Lux in pochi minuti. Tuttavia, era così accogliente con quei toni marroni e rossi, a sposarsi perfettamente con il calore nell'aria, che Lux dimenticò persino di stare in guardia. Ma quella sensazione di casa sparì quando gli occhi della dottoressa Grinbell, si scontrarono avidamente contro i suoi facendola ritornare con i piedi ben pressi a terra. E poi con quelle labbra tinte di rosso, le sorrise « Ormai dovrei saperlo... » mormorò la dottoressa lasciandosi andare in un lungo sospiro, mentre si lasciava andare in una postura meno composta sulla poltrona « non sei come tutti gli altri. Per questo sei la mia preferita, 4362 » dissi poi portando le braccia al petto, stringendole così tanto intorno a sé da far credere a Lux che forse, per la prima volta, la dottoressa stesse vacillando.

Lux strabuzzò gli occhi « 4362? » chiese senza far sparire quel cipiglio in volto « Credevo di essere 8326 »

« Non siamo più a Redwood » rispose a tono, quasi divertita. « Quindi? Cosa ne pensi? » chiese la dottoressa guardandosi intorno, gli occhi cristallini come il ghiaccio passarono da una parete all'altra dell'ufficio, ma Lux intuì che non si stava riferendo semplicemente all'arredamento dell'ufficio.

« Hai fatto un gran bel lavoro, è tutto esattamente come lo ricordavo » disse Lux e si lasciò sfuggire un sorriso malinconico, che difficilmente le sarebbe riapparso in volto. « Se non fosse stato per Dave, ci sarei cascata in pieno » ammise poi in tutta sincerità.

La dottoressa Grinbell nel non sentirsi dare più del lei, si senti priva di vesti per un momento. Erano passati mesi da quello scontro, ma nemmeno i mesi di analisi e operazioni erano riusciti a farle capire perché Luxia fosse diversa, e cosa fosse a renderla così orribilmente speciale. Poi si alzò, iniziando a camminare lentamente attorno alla scrivania, il rumore dei tacchi sul parquet ripetevano nell'aria e cessarono quando si ritrovò dietro alla ragazza « Non siamo più a Redwood » ripeté ancora una volta « Volevi tornare a casa, ed io ti sto dando la possibilità di tornare, una possibilità che non ti verrà data una seconda volta » mormorò l'ultima frase, Lux non si era girata nemmeno un secondo per guardarla, saperla alle sue spalle forse la rassicurava di più che averla di fronte a sé. « Ti faccio un permesso per uscire prima, scommetto che non vedi l'ora di conoscere tua madre » e con quelle parole, Lux si senti travolgere da mille lame alla schiena.

Lux lasciò l'ufficio della Preside - o Dottoressa - con un magone in gola. Diane. Quel nome non le aveva mai fatto così paura come in quel momento. Solo l'idea di pronunciarlo le faceva venire un nodo alla gola così stretto da farle girare la testa, eppure le batteva forte il cuore. Lux non aveva avuto nemmeno il coraggio di chiedere alla dottoressa come fosse possibile che dopo tutti quegli anni, sua madre fosse ancora sotto le sue grinfie. Non poteva credere che una donna dalla reputazione così grande e forte, non fosse mai riuscita a scappare e a salvarsi. Quel foglietto verde che le dava la libertà di uscire dalla scuola in quel preciso momento, sembrava diventare sempre più pensante o forse era semplicemente la sua mano che nell'immaginarsi quella donna, aveva iniziato a tremare. Il foglietto così le scivolò di mano come sabbia tra le dita e Lux era incerta sul riafferrarlo e aggrapparcisi come se fosse la sua ultima possibilità di salvezza, o di lasciarlo lì e fingere che tutto fosse tornato come prima, o almeno che lo fosse solo per qualche ora.

Quella decisione tuttavia la prese qualcun altro per lei. Un ragazzo dai capelli rossicci raccolse il foglietto da terra e si assicurò di leggerlo prima di porgerglielo « Ti senti male? » chiese il ragazzo con tono preoccupato, e questo lo spinse a sporgersi un po' più verso di lei. Che fosse ancora in shock per Diane, o per la dolcezza nella voce del ragazzo, Lux non si mosse di un millimetro lasciando così che adesso ci fosse solo qualche centimetro a dividerli. Solo quando se ne rese effettivamente conto, portò gli occhi sui suoi. Era lo stesso ragazzo del bigliettino e si sentì immediatamente stupida per non averlo intuito prima. Adesso che erano così vicini, poteva dire con certezza di non averlo mai visto prima di allora, perché di certo si sarebbe ricordata di occhi così scuri e belli. E solo quel pensiero così fuori luogo le diede la spinta per allontanarsi.

« Si, si. Sto tornando a casa » rispose Lux schiarendosi un po' la voce e fece per sorpassarlo, ma il ragazzo la fermò poggiando la mano sulla sua, stringendola lievemente.

« Sei ancora arrabbiata con me? » sospirò lui « So di aver sbagliato, non avrei dovuto picchiarlo. Ma ti guardava in modo così... languido. » sputò fuori poi con disgusto quell'ultima parola.

Harry. A quel commento e quell'espressione di gelosia, l'unica cosa a cui pensò Lux fu il suo nome. « Qualsiasi cosa ci sia stata tra di noi, finisce qui. » disse Lux lasciandogli andare la mano e a passo svelto iniziò a dirigersi verso l'uscita.

Il volto del ragazzo si riempì di sorpresa, che si tramutò poi in indifferenza. « Mediocre » sentenziò con freddezza la dottoressa Grinbell, che solo allora si fece vedere.

« Sei stata tutto il tempo lì dietro? » chiese il ragazzo con lo stesso freddo e distaccato, indicando con un cenno del capo una delle colonne posta al centro del corridoio.

« Non ho tempo di farti da babysitter. Sei qui perché hai un compito ben preciso. Non deludermi Nathaniel. » disse la dottoressa sfiorandogli con la punta delle dita il viso, e si fermò con le dita fino al mento.

Nathaniel si scostò trattenendo una lieve smorfia « Si, mamma. »



Spero ci sia ancora qualcuno a leggere questa storia.

Anche se così non fosse, io avevo bisogno di scrivere.

Kels. xx

Villain 4362; hesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora