«I vicini hanno visto tutto, James» ribatte il padre di Daisy a quello di Blythe.
Seduti attorno al tavolo del salotto di casa Valkut, James e Karl stanno discutendo su quanto Karl ha appreso dal vicinato. Gli hanno riferito, infatti, di aver visto più volte Blythe entrare furtivo in casa loro dalla finestra della camera della ragazza e che, l'ultima volta, è rimasto sul tetto seduto lì fuori.
«Cosa, esattamente?» domanda James. In cuor suo crede a ciò che il vicino gli sta raccontando, ma vuole ancora provare a difendere suo figlio dall'accusa che gli muove, come ha sempre fatto.
«Tuo figlio entrare in camera di mia figlia nel cuore della notte. Ho dovuto anche togliere l'edera, sulla quale pare ci si arrampichi.»
Karl non è un uomo che perde la calma facilmente, molto diverso da James che, invece, ha in sé il fuoco del lottatore; ma quando si tratta di sua figlia tutto assume un diverso valore, si amplifica. Il farmacista calmo e buono si trasforma nella peggiore delle bestie.
«Blythe dorme la notte» è la risposta, secca, di James.
«Ascolta, Sam, noi non vogliamo litigare, lo sai...» Amy sembra quasi ignorare il discorso che stanno facendo i due uomini e si rivolge direttamente all'amica. «Ma ci è stato riferito così e vogliamo solo cercare di capire...»
«Capire cosa?» risponde di riflesso Samantha.
Karl sbuffa e ruota gli occhi al cielo, lasciando in sospeso ciò che ormai è chiaro a tutta la tavola.
I due ragazzi non si sono scambiati nemmeno un'occhiata e stanno lasciando che i loro genitori si sfoghino e che si aggrediscano senza mettere bocca. Anche se Blythe ha provato a cercare lo sguardo di Daisy, lei non ne vuole sapere di alzare la testa per partecipare alla discussione. Chiusa nel suo mondo, Blythe si chiede a cosa starà pensando.
Oh, se solo potessi adesso guardare attraverso i tuoi occhi.
«Blythe?» lo richiama suo padre e lui, dopo aver scosso la testa perché troppo distratto, incrocia le pupille chiare di James. «Sei mai entrato in casa dei signori McLean di notte, attraverso la finestra della camera di Daisy?»
«Stai scherzando, James? Perché glielo chiedi? È ovvio che ti risponderà di no! Credi a ciò che ti ho detto io, non a quello che ti dirà lui!» s'intromette Karl, una mano che sbatte sul tavolo e che fa sobbalzare appena le due signore.
«Voglio sentirlo da mio figlio. Voglio sapere da lui la verità» ribatte James. «Blythe? Allora?»
Un veloce sguardo alla testa bionda di Daisy e poi Blythe rivolge completamente la sua attenzione sul padre. Sa bene che non può negare ciò che tanti testimoni hanno visto e riferito ai genitori della ragazza e che mantenere il segreto farebbe sembrare la cosa più tragica di quello che è, e proprio non vuole che ci ricamino sopra. Eppure, prima di rispondere ha un attimo di tentennamento. Poi, però, annuisce e abbassa la testa.
«Ecco!» esclama Karl. «Adesso mi credi?»
James sospira, lasciandosi andare a un'espressione di delusione, quasi come se per un momento avesse sperato che suo figlio gli dicesse il contrario; avrebbe potuto far finta di non capire che Blythe stava mentendo, se lui avesse negato. Invece il ragazzo ha detto subito la verità e ora sarà costretto ad ammettere che Karl ha ragione.
«Sì, ti credo» afferma James, ancora un sospiro. «Quindi? Cosa pensi di fare?»
«Io cosa penso di fare? Tu cosa pensi di fare con tuo figlio? Non so cosa abbiano fatto in quelle ore da soli e nemmeno voglio saperlo, ma è chiaro che gli vada detto almeno qualcosa sul suo modo di agire!»
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Attraverso i tuoi occhi
General Fiction***Storia vincitrice Wattys 2019 nella categoria Young Adult*** ***Miglior Psicologico al concorso Coulors for Words*** ***Terzo posto al concorso Arcadia Contest*** È una sera fredda e piovosa, quando Blythe assiste al furto che sta avvenendo in ca...