Groupie

" Leah mi aiuti con i capelli?" le chiese Axl mentre cercava di domare le ciocche cotonate e rizzate sulla sua testa.

La ragazza sorrise e annuì divertita, i boccoli dorati si mossero su e giù nel rispondergli silenziosamente. Prese la spazzola, la meno adatta per l'occasione, e cercò di portare i capelli verso il basso, mentre Axl si lamentava ad ogni tentativo. 

" La prossima volta evita di combinare pasticci " proferì, mentre il ragazzo proprio non riusciva a restare fermo dal dolore.

A quelle parole le schiaffeggiò giocosamente il sedere, facendola ridere sonoramente mentre il resto della band se ne stava seduto chi sulla poltrona trasandata, chi per terra, chi addirittura sul piccolo tavolo su cui erano stati poggiati bicchieri, acqua e qualche birra. Il locale era stracolmo di gente, la voce delle prossime aperture da parte dei Guns dei concerti degli Aerosmith e dei Rolling Stones aveva accresciuto ancora più la loro fama. 

" Non hai caldo con quella pelliccia sulle spalle?" Steven saltò giù dal tavolino, facendo ondeggiare tutte le bottiglie mezze piene, mentre ansioso si guardava allo specchio compiacendosi. 

" Sinceramente no " scrollò le spalle, appoggiando la schiena sul muro intonacato e accedendo l'ennesima sigaretta della giornata.

" Sei troppo vestita per i miei gusti " Adler strizzò un occhio nella sua direzione, ammiccando e riferendosi alla mattinata trascorsa tra le coperte stropicciate del suo letto. 

" Vi prego, la conosco da quando aveva tre anni, non voglio immaginare certe scene " dal canto suo, Duff alzò gli occhi al cielo, disgustato dal pensiero di loro due a letto.

Calò il silenzio in sala, lo spettacolo sarebbe iniziato tra circa una mezz'ora e Duff pensò bene di preparare qualche canna da passare, per mettere da parte l'ansia da prestazione e godersi quella notte. Leah lasciò che tutti aspirassero, aveva ancora la sigaretta tra le dita quando portò la canna alle labbra. Dopo qualche minuto e qualche altra boccata, la testa le sembrò più leggera e sorrise felice, mentre al suo fianco Slash l'aveva raggiunta, soffiandole il fumo sul viso e scoccandole un sonoro bacio sulle labbra.

" Sei il mio portafortuna " sorrise, quando Leah incastrò le dita nei suoi capelli ricci per tirare delicatamente verso il basso una ciocca scura.

" Andiamo a distruggere quel palco!" gridò Steven, mentre un Izzy silenzioso lo seguiva portandosi un cappello alla testa, lasciando che la lunghezza dei capelli fosse nascosta dalla camicia sbottonata.

Leah si liberò del cappotto di camoscio che stava indossando, sospirò pesantemente al pensiero delle parole del chitarrista, e in silenzio raggiunse le quinte del palcoscenico. Vestita di una sola t-shirt bianca e di un paio di shorts di jeans corti, camminava scalza, attenta a non inciampare in fili e strumenti. Nascosta dietro le casse assordanti, assistette al concerto cantando a squarciagola le canzoni che conosceva a memoria, e ballando sulle note del basso di Duff. Cantava per sopperire alla tristezza che pian piano in quei giorni avrebbe riempito il suo cuore, al pensiero di dover lasciare la band che non avrebbe potuto raggiungere una volta iniziato il tour. Si comportava come se non le importasse, non le importasse di lui e di quello che avevano trascorso. Si ripeteva che non avrebbe mai dovuto prenderla seriamente quella storia, perchè altrimenti avrebbe sofferto. E la sofferenza non l'avrebbe fatta divertire. Ma la paura di restare sola era insuperabile. Lei era una groupie: dormiva con le rock star per il sol piacere di convivere con persone famose. Era lì per la musica, non per se stessa.

Quando il gruppo aveva iniziato a suonare l'ultima canzone della lista, decise di iniziare ad incamminarsi verso il camerino, per versarsi un bel bicchiere di birra e attendere, con il resto della band, il ritorno all'albergo. La porta era aperta, ma un Duff carico di adrenalina colpì lo stesso la vernice verde che la ricopriva, incamminandosi verso di lei per prenderla in braccio e iniziare a girare intorno alla stanza felice.