Hillary Johnson's POV
«Sentivo una mano calda accarezzarmi delicatamente il viso. Una fragranza soave maschile sfiorò le mie narici. Quel profumo mi trasmetteva una sensazione di serenità, pace, fiducia. Non era un semplice sogno, io so che era reale. Lo sentivo troppo intenso per essere una semplice fantasia.»Raccontavo a Grace mentre lei mi prendeva in giro dicendo che mi facevo troppi film mentali.
Ma io l'ho sentito. Era un ragazzo. Non so chi sia, non so che aspetto abbia. Ma so che era reale.
Erano le 7:00 quando ci alzammo a prepararci per il nostro primo giorno di scuola in questa misteriosa città, di cui per adesso sapevo solo accaduti strani.
Intanto che Grace era in bagno, io preparavo la colazione mentre ero al telefono con mia mamma. Stavo cercando il burro in frigo quando sento un brusco schianto provenire da fuori della finestra. Mi giro di scatto e vado a guardare all'esterno.
Non c'era nessuno. Ma prestando più attenzione notai il vaso della pianta ridotto in frantumi per terra. Era sicuramente stato qualcuno a farlo cadere. Ricordavo che ieri sera ero stata io stessa ad annaffiare la pianta prima di andare a letto, e non rammentavo che era in bilico. Questo stava a indicare che qualcuno si era arrampicato fino al nostro appartamento, ma chi era capace di issarsi fino a un terzo piano così velocemente senza farsi notare da nessuno?
Ma sopratutto, per quale motivo?
Ero immersa tra i pensieri, d'altronde come sempre, quando Grace entrò in cucina urlandomi
«Sbrigati che se arriviamo in ritardo il primo giorno per colpa tua ti accoltello mentre dormi.»
Le sorrisi e addentai una fetta biscottata.
Salimmo in macchina e ci avviamo dirette a scuola, eravamo già in ritardo. Se mi pagassero per tutte le volte in cui faccio tardi ad un appuntamento a questo punto sarei ricca.
Capí che eravamo arrivate quando vidi la scritta "Beacon Hills High School."
Subito dopo che lessi quelle parole, provai una tempesta di insetti nello stomaco, il battito del cuore accelerò in modo eccessivo. Si, avevo paura.
Balzai fuori dalla macchina e costatai subito che gli studenti di questa scuola erano davvero degli impiccioni. Sentivo gli sguardi della gente addosso a me. Il sudore si procreava sotto le ascelle e il seno. Non volevo incrociare altri sguardi, ero già fin troppo in imbarazzo di mio. Sentivo la faccia infuocarsi, pensai subito di essere rossa come un pomodoro così abbassai lo sguardo verso il pavimento, accorgendomi delle mani tremanti di Grace. Meno male che ero con lei.
Rapidamente presi la sua mano, incrociando le miei dita tra le sue. Lei strinse la mia mano e il mio battito comincio a rallentare. Chiusi gli occhi e respirai profondamente. Sentì che Grace mi aveva mollato la mano e quando aprì gli occhi non la vidi più. Iniziai a farmi prendere dal panico, quando vidi un ragazzo venire verso di me, beh più che altro verso la macchina di Grace.
Comincio a scrutarla in ogni singolo angolo, avevo paura che volesse rubarla. Si girò verso la mia direzione
«Che bomba di macchina! Giuro che quando prenderò la patente questa sarà la prima scelta.» commentò lui eccitato.
Io gli sorrisi.
«Grazie per il complimento, ma la macchina è della mia migliore amica. Io non ho ancora la patente e forse non l'avrò mai, ci sarebbero un sacco di morti se io cominciassi a guidare.»
Per quale insulso motivo gli avevo detto una cosa del genere?!
Lui emise un risolino imbarazzato e disse:
«Liam, piacere. Sei quella nuova giusto?» Mi porse una mano
«Hillary.» La strinsi con determinazione e scorsi i suoi occhi color cielo e ci sprofondai dentro. Li fissai per 10 secondi facendo l'ennesima figura di merda. Con disagio tolse la mano e mi salutò. Forse questa esperienza sarà più interessante di quanto pensassi.
Sorpassai il portone di entrata della scuola cercando Grace, pensai fosse già in classe, così mi avviai diretta verso l'aula di chimica. Davanti a quella porta di quella classe, ripensai a cos'era successo quel giorno, al fatto che se non avessi fatto a pezzi quella finestra non sarei finita in punizione quel pomeriggio, non sarebbe successo quello che tutti voi sapete che è successo e probabilmente non sarei qua. Wow. Ho sempre creduto nel destino, e devo dire che questo era proprio destino.
Mi fermai davanti alla porta per qualche minuto dimenticandomi completamente del mondo esterno, quando mi accorsi che dall'altra parte c'era proprio il ragazzo che avevo incontrato pochi minuti fa, Liam. Lui mi intravede e mi fece cenno di entrare, è proprio in quel momento la professoressa aprí la porta e mi disse infastidita:
«Hai intenzione di entrare o preferisci fare la lezione fuori dalla porta?!»
La mia bocca si allineo imbarazzata.
Entrai e Liam mi fece segno di accomodarmi affianco a lui, così feci, con un sorriso a 32 denti.
Stranamente come prima lezione non fu così pessima come immaginavo, Liam è stato un ottimo compagno di laboratorio, l'unica cosa che mi insospettiva e metteva a disagio erano due ragazze in fondo alla classe. Una aveva dei bellissimi capelli rossastri tendenti all'arancione ed era vestita come una figlia di papà, l'altra aveva uno sguardo penetrante e non smesse di fissarmi neanche per un attimo, pensai fosse la fidanzata di Liam, così mi distaccai un po' da lui. Non volevo problemi.
Al termine della lezione uscì dall'aula accorgendomi che Liam era rimasto indietro a parlare con le due ragazze. Di solito non sono una che origlia ma ero troppo curiosa, così feci uno strappo alla regola.
«Chi è lei?» chiese la ragazza con i capelli rossi.
"È nuova. Oggi è il suo primo giorno" Rispose Liam
«Non mi fido. Chi non ha nulla da nascondere non ascolta le conversazioni degli altri.» Ribatté l'altra ragazza.
Capii che stava parlando di me così decisi di darmela a gambe ma neanche un attimo a pensarlo che me li ritrovai davanti al naso.
«Non stavo facendo nulla di male, giuro.» Affermai nervosa. Osservai Liam che mi guardò confuso.
«Calmati, non stiamo colpevolizzando nessuno. Hillary, giusto? Io sono Lydia, lei è Malia e lui è Liam, ma penso abbiate già avuto l'onore di presentarvi, giusto?» disse gradevolmente la ragazza dai voluminosi capelli rossi.
Sorrisi puntando lo sguardo su Liam, poi lo spostai sull'altra ragazza, Malia, che però, con le braccia incrociate mi trafisse con un espressione più tagliente di un pugnale. Capii che lei non si fidava di me e che non lo avrebbe mai fatto.
Qualche instanti dopo si girarono verso altri sei ragazzi. Liam e Lydia mi salutarono, mentre Malia alzò gli occhi al cielo e mi diede le spalle.
Si riunirono tutti e cominciarono a bisbigliare tra di loro. Non riuscivo a sentire.
In quel momento arrivo Grace che mi diede una pacca sulla spalla salutandomi, ero ancora impegnata a fissare il gruppo di ragazzi davanti a me,
ma mi concentrai su uno in particolare. Un ragazzo dai capelli e occhi scuri. Avevano iniziato anche loro a fissarci con sospetto, come se avessimo commesso un crimine. Mi girai verso Grace e notai che pure lei aveva puntato gli occhi su uno di loro, ma non in modo molto positivo, anzi. Conoscevo quello sguardo, quando lei guardava qualcuno così voleva dire che stava dichiarando guerra aperta.
Il ragazzo moro era in centro a tutti loro, girato di spalle. Quando si voltò, Dio se quello sguardo mi colpì peggio di una freccia.
Lui era il Leader.Ciaoo a tutti. Parto col dire che mi dispiace davvero tanto per la lunghissima assenza ma sia io che l'altra ragazza abbiamo avuto parecchi impegni nell'ultimo mese, ma pensiamo di riuscire ad essere più presenti nel mese di marzo. Ci scusiamo ancora, e spero che il proseguimento della storia vi piaccia.😊
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𝖒𝖔𝖔𝖓𝖑𝖎𝖌𝖍𝖙
Teen FictionA volte cambiare città porta a piacevoli o indesiderate esperienze. Due ragazze, nonchè migliori amiche, Hillary e Grace, traslocheranno in una città immersa nel mistero, la quale porterà a cambiare la loro vita imperfetta. Una città particolare, d...