Prologo

70 3 0
                                    

Mi appoggio con troppa forza al muro mentre conto i proiettili rimasti nella mia Berretta M9. Sospiro, mugolando per il dolore causato da una ferita sul gomito sinistro.
Scruto per una terza volta l'auto che ho adocchiato da un paio d'ore, concludendo che ormai del proprietario non vi era traccia. Sarebbe troppo semplice se quest'ultima non fosse circondata da almeno quattro vaganti.
"Sei pronto, Jamie?"
Rivolgo il mio sguardo verso il bambino trovatosi alla mia sinistra, mentre questo impugna una piccola pistola, una calibro 40, trovatogli dalla sottoscritta.
"Prima regola?"
Il piccolo esita. Si gratta la tempia con l'indice, il tutto mentre fissa un punto impreciso del terreno.
"Non..?"
"Non avere paura"
Apriamo la bocca contemporaneamente, nel momento in cui io sorrido fiera della sua attenzione.
"Cosa più importante?"
"Mirare alla testa"
Rispetto a prima, risponde con più sicurezza. Annuisce pronto mentre carica la pistola.
A volte rifletto su come apparirebbe la Terra se non fosse stato per quest'epidemia. Il mondo ha deciso di andare a puttane almeno più di sei anni fa, se non di più, e niente è servito per salvarlo. Mi ricordo ancora quando mesi dopo lo scoppio dell'epidemia fossi così testarda nel cercare un aiuto umano, ma fortunatamente capii che un cadavere resuscitato sarebbe stato meglio come compagnia, rispetto ad una persona 'sana'.
"Stai vicino a me!"
Ci allontaniamo dal muretto mentre i morti odono il rumore emesso da James, nel tentativo di rimanere in equilibrio dopo la mia spinta. I muscoli delle mie gambe bruciano fintantoché i lamenti degli esseri si fanno sempre più intensi. Ficco un proiettile in testa al vagante davanti a me mentre ne sparo un altro ad uno trovatosi troppo vicino al bambino, beccando sfortunatamente la spalla. Egli cerca di raggiungermi, mentre con la sua bocca sporca di sangue emette versi incomprensibili.
Lo spingo, appoggiando le mani sul suo petto nel tentativo di non esaudire il suo desiderio di addentarmi.
"Addy!"
James senza rancore spara contro questo, facendolo cadere addosso a me. Gli faccio il pollice per comunicargli la mia perfetta salute, e anche contenta di avergli fatto superare la paura del grilletto che aveva fino all'anno scorso.
"Dietro di te!"
Mi giro alla velocità della luce mentre tiro un calcio alla gamba del mostro davanti a me, facendolo cadere in ginocchio e rendendomi più facile la sua definitiva morte.
"Ne manca solo un altro James!"
Non mi rendo conto di averlo chiamato con il nome di battesimo mentre sparo alle sue spalle, mirando alla testa del vagante provocando un paio di schizzi che vanno addosso al tronco dell'albero alla mia destra.
Nello sguardo di James noto non paura, ma tranquillità, come se uccidere persone fosse una cosa del tutto normale.
A volte sto male per questo, vederlo crescere in un mondo del genere provocherebbe rabbia in ciascuno di noi. Mi inginocchio esausta, ringraziando chiunque mi abbia fatto la grazia di vivere qualche altro giorno. Lo sguardo preoccupato del ragazzino nei miei occhi mi fa tornare con i piedi per terra. Alito un po' sulla mano nel tentativo di riscaldarmi, mentre do una pacca sulla spalla del piccolo.
"Che ne dici di far riposare le nostre gambe?"
Gli occhi verdi del bambino di fronte a me brillano di gioia, probabilmente stanco per i troppi giorni passati a camminare.
Gli faccio cenno verso l'auto ottenuta mentre aggrotta il sopracciglio unendo le due mani, un gesto fatto di solito per pregare
"Posso guidare io?"
"Neanche per sogno!"
Gli do un leggero colpo sulla spalla sperando fosse ironico. Nel momento in cui apro la portiera davanti dell'auto spero di trovare allo stesso tempo ancora lì le chiavi. Sniffo un odore di fumo mischiato ad un profumo proveniente dal piccolo albero appeso vicino allo specchietto retrovisore, che in genere serve per far profumare l'interno. Emetto un urletto di gioia notando la presenza di tre piccole chiavi, una delle quali già inserita, pronta per far avviare la macchina.
Dopo aver sistemato James e avergli messo la cintura, incomincio ad accendere i riscaldamenti, notando poco dopo l'indicatore del livello del carburante che per una piccola quantità non andava verso la 'E'. Impreco sottovoce quando mi rendo conto che la benzina non si trova così facilmente, chiedendomi inoltre se quest'auto reggerà quanto dovrà.
"Dove andiamo?"
Lo guardo, facendomi per poco la stessa domanda. Giro la chiave e il rombo che provoca l'accensione della macchina mi manda in estasi. Serro le labbra guardando dritto verso di me, notando un paio di vaganti non troppo lontani verso la nostra direzione.
"Ovunque ma non qui"

Oh my darling, Adeline || The Walking Dead Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora