Capitolo 1

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Driiiiin!

*suona la sveglia*

Era ora di alzarsi, le lunghe ore di scuola mi aspettavano.

Mi alzai dal letto, mi vestii e andai in cucina per fare colazione. Non mi andava per niente di fare una colazione pesante, non ne ero in vena, cosí mangiai un paio di biscotti al cioccolato.

Salutai mia madre e uscii di casa, Anita era già lí, all'inizio del vialetto di casa che mi aspettava per andare ad affrontare un'altra pesante giornata.

Ci incamminammo verso la fermata dell'autobus che ci avrebbe portato proprio davanti scuola. Arrivammo. Salimmo. Ci sedemmo e incominciammo a parlare.

Anita: "Emma, dormito bene?"

Io: "Credo che avrei potuto dormire meglio, peró non mi lamento. Tu, com'é andata la notte?"

Anita: "Non mi lamento."

Il bus si era fermato, altra gente stava per salire. Tra tutti i visi intravidi lui, Edward Sheeran, i suoi capelli rosso-arancione erano inconfondibili ed i suoi occhi azzurri erano indimenticabili.

Anita: "Emma, Emma! Guarda un po chi sta salendo"

Io: "Anita ti prego non farmi fare figure di merda, TACI!"

Anita fece una piccola risatina, io la seguii e cominciammo a ridere come sceme. Intanto mentre noi continuavamo a ridere proprio di fianco a noi si sedette Edward.

Ridevamo. Ridevamo. E ridevamo ancora.

Edward: "Ehi! Che avete da ridere?"

Io arrossii come un pomodoro.

Io: "Edward! Ciao! Scusaci ma siamo un po sceme ecco tutto"

Lui rise. Io mi accorsi che in lui c'era qualcosa che a me piaceva.

L'autobus si fermó.

Scendemmo insieme a Edward.

Io:"Edward che hai ora?"

Edward: "Chiamami Ed. Comunque ora ho matematica tu?"

Io: "Anche io!"

Anita aveva geografia cosi ci abbracciammo.

Anita: "Buona fortuna con il tuo 'Ed'!"

Io: "TACI!"

Gli pestai il piede, volutamente, e mi incamminai con Ed.

Entrammo nell'aula di matematica.

Ed: "Emma, ti va se ci sediamo vicini?"

Io: "Certo 'Ed'!!"

Feci un sorriso a 32 denti.

Entró la professoressa.

Prof: "Buongiorno!"

Alunni: "Buongiorno professoressa!"

La lezione inizió.

Stavamo facendo esercizi alla lim, meglio stavano, io ero seduta accanto al mio Ed niente aveva piú importanza. Mentre parlavamo io annuivo e fissavo i suoi occhi meravigliosi, quell'azzurro mi rapiva. Sempre.

Suonó la campanella.

Ci separammo per tutte le altre ore di scuola.

Finita scuola tornammo tutti e tre a casa a piedi. Ed abitava molto vicino a me e ad Anita.

Salutammo Ed e proseguimmo. Anita mangió a casa mia.

Il tempo passó velocissimo tra compiti, chiacchierate e risate, soprattutto risate.

Dormí anche a casa mia. Non mi volevo piú staccare da lei.

Parlammo tutta la notte di Ed e del suo amico, Simon, che io non conoscevo ma Anita si. Mi riveló che un po gli piaceva.

Arrivate le cinque e mezza di mattina ci addormentammo, apettando il suono della sveglia per iniziare un altro giorno.

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