Dobbiamo parlare pt.2

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Però più lo guardavo e più mi sembrava bello,sarei stata capace di saltargli in un qualsiasi momento e zittire quel suo sguardo con un bacio, con questi nostri modi che abbiamo di fare, già...nostri.
Il mio sguardo si è subito calmato appena me lo ha ordinato,come se lui avesse ancora questo potere su di me, come se io fossi ancora sua in qualche modo.
Ma quel suo sguardo,quello che odio e amo, quel suo inespressivo sguardo che ha quando deve affrontare un qualcosa che non vuole affrontare.
Ecco io proprio di quel ragazzo con quello sguardo mi ero innamorata.

Ogni tanto lo penso,ho cercato di cancellarne il ricordo,ma l'impronta che lui ha lasciato dentro di me è troppo grande,penso a come sarebbe la mia vita se non ci fossimo mai lasciati, penso al suo meraviglioso sorriso;ai suoi occhi marroni,un pozzo, di cui sono stata ammaliata e buttata giù;le sue mani, che ogni volta che mi toccavano era una nuova esperienza;il suo petto, su cui mi addormentavo e quei suoi capelli marroni che rare volte erano in ordine ma che io adoravo scompigliati.

Ma ora no. Ora non posso. C'è un muro che mi blocca, che mi impedisce di pensarci, è fatto di delusioni e dell'odio che lui stesso si è voluto creare nei miei confronti.

Lui non può. Lui non può all'improvviso piombare di nuovo nella mia vita e scombussolarla.
Non ora. Non ora che avevo svoltato pagina.

Ritorno alla normalità e calmandomi sempre di più, guardandolo negli occhi che non volevo più guardare perché per me sono una trappola, cerco di pronunciare una frase ma con tono strano,diverso dal mio solito tono di voce, era impaurito e proprio con quel tono che gli chiedo nuovamente:"E-era veramente questo il lavoro?"
Annuisce.
Non credo di riuscire a farcela per molto, non credo di riuscire ancora a trattenere la rabbia nelle parole e non so perché ma alla risposta ovvia della mia domanda senza un motivo preciso il sangue mi ribolle nelle vene e allora mentre faccio cadere dalle mie labbra carnose questa frase così pesante, anzi questa parola così banale ma dai mille significati quindi mentre sento i miei occhi acquosi singhiozzo :"Perché?"

I nostri sguardi si incontrano forzati dal suo indice che con facilità alza il mio volto abbassato per paura del suo sguardo, l'unico che su di me funziona, si impadronisce di me e mi comanda a suo piacimento.
Appena vede la lacrima che mi segna il viso, con mia sorpresa la sua mano mi asciuga il volto e questo mi causa uno scompiglio.
Poi mi dice :"Non ci credo,sei ancora la stessa,la stessa lunatica" dice ridendo ma poi aggiunge:" che prima mi grida contro, poi si calma e dopo addirittura versa lacrime, e se la memoria non mi inganna in totale credo di averti visto piangere solo 2 volte piangere, ma immagino che tu voglia una risposta da parte mia,quindi eccotela... "
Io lo guardo con aria confusa ma desiderosa di una risposta finalmente continua :"non volevo che tu dovessi stare in pensiero ogni volta che me ne sarei dovuto andare quindi ho preferito lasciarti andare." Lo guardo e i miei occhi si riempiono di rabbia nuovamente, sono insoddisfatta di questa risposta, non mi basta voglio altro, non credo a nessuna sua parola anche se mentre lo faceva mi guardava fisso negli occhi e gli era impossibile mentirmi ma non poteva essere così, non poteva essere la verità non lo rispecchiava.

Tutto per un soldatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora