I miei occhi gonfi, le labbra tutte screpolate e con tagli qua è là come la mia pelle, piena di lividi che cicatrici che mi facevano ricordare. Che io non ero nessuno ero solo una semplice ragazza. Come diceva mia zia una puttana, quelle parole mi continuavano a rimbombare dentro la testa per poi finire nel cuore e farmi soffrire ancora di più. Ero stanca, ma cosa potevo fare! Quindi mi misi una felpa con manche lunghe anche se era inizio settembre...ma dovevo, non potevo far vedere le mie sofferenze a gli altri, tutte le mie imperfezioni nel corpo causate da oggetti o solo da schiaffi o calci. No, non avrei mai sopportato che loro sapessero.
Quindi presi l'autobus e mi diressi verso la mia scuola...era il primo giorno, mancavano sono 2 anni di sofferenze e poi potevo andare e al college e lasciare indietro questa vita.
Quando sali in pullman mi sedetti vicino a Mare...
Era la mia migliore amica una ragazza molto attenta a come doveva apparire, molto fiera di se stessa... Era l'esatto contrario di me. Ma è questo che ci tiene così unite.
Quando si fermó mi alzai e con un passo veloce andai verso il mio armadietto senza guardare o salutare nessuno. Non volevo essere notata o vista. Arrivai a scuola quando c'era poca gente. Erano tutti a prendere da mangiare al bar nella scuola o a fumare.
Avevo paura molta...che qualcuno oltre a Mare, potesse scoprire...tutto tutta a la mia sofferenza e differenza
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General FictionEro chiusa in me stessa dopo quello che era successo come facevo non esserlo non mi aprivo a nessuno, nemmeno a la mia più cara amica, non ce la facevo avevo paura, ma poi ecco lui, quello che non pensavo, non ero un mio problema stare tutto il gior...