L'abbazia

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Dopo aver camminato per quasi un'ora attraverso una strada di periferia le tre persone raggiungono Fossanova, un'insegna su di un palo lo chiarisce anche ai ragazzi, i tre individui proseguono per una strada con la struttura di basolato che porta fino all'abbazia di Fossanova.

<<Che posto è questo?>> Chiede Matteo impaurito.

<<È l'abbazia di Fossanova!>> risponde Sandro leggendo l'insegna <<Mio padre mi aveva accennato che era presente questo posto, ma questo significa che ci siamo allontanati molto dal bungalow.>>

<<E ora? Che facciamo? Torniamo indietro?>> Domanda Matteo una dopo l'altra.

<<Sta calmo... li seguiamo solo fino all'entrata, vediamo che combinano.>> Risponde Sandro.

<< MA CHE CAVOLO STIAMO FACENDO QUI?! IO MI SONO STANCATO, ORA TORNIAMO INDIETRO!>> Inizia ad urlare Giulio.

<<Sei pazzo o cosa? Così ci farai scoprire COGLIONE!>> Rimprovera Matteo.

<<Chi ha avuto la brillante idea di farlo ubriacare? Questo qua non regge nemmeno un bicchiere.>> Continua Sandro.

L 'abbazia si presenta enorme, una strada principale in lieve pendenza dove è presente una piccola fontana dalla quale sta scorrendo l'acqua, introduce all'interno di un enorme cortile, sulla destra l'enorme monastero di color salmone mentre sulla sinistra la chiesa enorme in pietra bianca, seguita dal chiostro; le navate laterali della chiesa sono sigillate nella pietra, l'unica entrata è la navata centrale che è preceduta da qualche gradino. I tre individui, si recano all'entrata della parrocchia, scendono le scale bianche ed aprono la porta entrando una alla volta, sparendo nel buio della notte. I ragazzi con cautela (ad eccezione di Giulio, che ormai cammina solo barcollando) si recano più vicino all'entrata e cercano un punto dove poter osservare cosa succede all'interno, ma l'enorme navata centrale in legno, non lascia un orifizio da cui sbirciare. Così cercano un'alternativa girando intorno alla chiesa, e poi sull'enorme retro finalmente trovano tre finestre che sbucano proprio sull'altare della parrocchia dove s'intravede un tavolo in marmo nero al centro, con delle panchine in legno scuro vicino ai muri ai lati, un po' più avanti due leggio in legno chiaro e infine le persone misteriose al centro, che non sono più solo i tre individui che i ragazzi hanno seguito, ma con loro altre quattro persone. Due sembrano monaci, con la tunica marrone, sandali ai piedi, la corda nella vita e il cappuccio in testa; Uno è leggermente più grasso e l'altro più piccolo. Gli altri due sembrano essere un uomo e una donna, entrambi di carnagione scura e avevano le mani unite l'uno dentro quella dell'altra, probabilmente due coniugi. Matteo scivola sotto la prima finestra a sinistra, Sandro in quella centrale e Vittorio in quella di destra, mentre Giulio resta dietro di guardia. Accucciati per terra i giovani ragazzi sollevano il capo fino alla finestra per sbirciare cosa succedesse all'interno.

<<Riesci a vedere cosa sta succedendo Matteo?>> Chiede Sandro.

<<Sì, tu no? Riesci a vedere il vecchio pelato?>> Bisbiglia Matteo.

<<Io da qui lo vedo, ragazzi è tutto strano, questi tizi sembra che stiano facendo qualche rito>> S'intromette Vittorio.

<<Oh mio dio, guardate quei due di colore, hanno le manette o sbaglio?>> Domanda Sandro con una voce molto spaventata.

<<Si hanno le manette, ma non capisco a che servano>> Risponde Vittorio.

Matteo fa notare con voce disgustata <<Guarda il parroco grasso ha appena acceso un cero gigante, mentre l'altro ha scortato la coppia fino al tavolo, sembra voglia farli sdraiare.>>

La melodia dei mutaformaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora