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Non sapevo veramente cosa fare e l'unica cosa che mi venne in mente era tornare a guardare le stelle. E, forse, ci tornai un po' anche con la speranza di trovare ancora Niccolò.

Mi sdraiai accanto a lui, senza dire nulla, restammo nel più assoluto silenzio ed io, guardando le stelle, mi sentii quasi sopraffatta. Sentivo le lacrime riempire i miei occhi, un dolore atroce mangiarmi il petto e cercavo di mantenere un respiro regolare, ma con scarso successo.

"Wendy?" domandò lui senza capire, quando mi lasciai sfuggire un leggero singhiozzo.

"Scusa" sussurrai.

"Vuoi parlarne?"

"No."

"Allora guardiamo le stelle" disse semplicemente, prima di avvicinarsi un po' di più a me, fino a far sfiorare le nostre spalle.

E in quel momento, dopo un tempo che mi sembrò infinito, mi sentii finalmente felice.

Restammo lì per ore, uno accanto all'altro, solo a guardare le stelle. Senza parlare, senza dire niente, soltanto fissando quel mare luccicante sopra di noi.

"Forse dovremmo andare" dissi ad un tratto, quando mi accorsi che tutti i nostri amici stavano sistemando e si stavano preparando per andare nelle loro tende.

"D'accordo" disse alzandosi in piedi, per poi porgere una mano a me e aiutarmi a tornare in piedi.

"Per quel che vale" disse, prima di raggiungere gli altri, "se vuoi parlarne, sono qui."

Sorrisi a quel ragazzo che sembrava tanto duro, ma a me sembrava anche così indifeso: "Grazie, Niccolò."

"Chiamami Nic."

"D'accordo, Nic" sorrisi, marcando il suo soprannome.

"D'accordo, Wendy" sorrise di rimando, prima di arrivare al gruppo di tende.

Mi avvicinai a quella che mi avevano detto essere la mia, ma quando la aprii, trovai Adriano ed Elena addormentati. Merda.

"Elena" provai a svegliarla scuotendola un po'.

"Che c'è, Meg?" disse con voce assonnata.

"Posso dormire?!"

"Meg, siamo ubriachi, ti prego non farci alzare, non so nemmeno come ci siamo arrivati qui" rise, confermandomi il suo stato tutt'altro che sobrio. "Non c'è un'altra tenda in cui puoi andare?"

"No?" domandai retorica.

In quel momento vidi Adriano mettersi sui gomiti: "Vai con Nic nella nostra, ti prego, non farmi alzare."

Roteai gli occhi, prima di chiudere la cerniera lampo e dirigermi verso la tenda dove Niccolò stava entrando.

"A quanto pare mi hanno spodestata e tu sei il mio nuovo compagno di tenda."

Lui rise: "Succede sempre, quando Adriano è ubriaco non va mai a dormire al suo posto" spiegò. Poi, con un leggero cenno della mano, mi disse: "Entra, dai."

Mentre chiudevo la tenda, notai luca fissarmi con gli occhi di fuoco. Forse un po' ci godevo.

"Buonanotte" dissi al ragazzo accanto a me, dopo essermi sistemata al suo fianco, nel mio sacco a pelo.

"Buonanotte, Wendy."

E mi sembrò di vederlo sorridere nel buio della notte.

Mi svegliai a causa di qualcosa che si muoveva accanto a me, poi il rumore di una zip e, subito dopo, un raggio di luce. Aprii gli occhi, impiegando qualche secondo ad abituarmici, per poi accorgermi che era Niccolò.

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