Freddo.
Fu la prima sensazione che percepii. Come se centinaia di aghi sottili mi pungessero la pelle, giungendo fino alle ossa, così il freddo mi avvolgeva in una morsa ferrea.
Il mio corpo era leggero. Una sensazione strana, eppure piacevole. Avevo l'impressione di trovarmi immerso nelle profonde acque di un oceano da cui non sentivo il bisogno di risalire; non avevo la necessità impellente di respirare, né di nuotare verso la superficie. Mi lasciavo cullare da una debole corrente, senza timore, mentre l'oscurità mi avvolgeva come un velo.
In quel momento il mondo -forse l'intero universo- era solo un'oscurità anonima e silenziosa. Ogni mia percezione era buio, ogni mio pensiero era buio, qualsiasi cosa era buio. Il freddo pungente non mi dava fastidio -era piacevole, invece, e in poco tempo non lo sentì più.
Attorno a me era solo buio.
Buio e silenzio.
Cosa sta succedendo?
Questa domanda proruppe all'improvviso nella mia testa, spazzando via in un solo attimo la calma che fino a poco prima mi aveva circondato.
Sono forse morto?
Ora il buio era opprimente, mi soffocava, quel velo che mi avvolgeva il corpo si faceva sempre più stretto e soffocante.
O nasco realmente solo ora?
Notai in quel momento il silenzio assordante, al punto da non farmi sentire nemmeno il battito del mio cuore, e mi resi conto che in quel posto sarei impazzito.
Avevo paura, ero confuso e non riuscivo a capire cosa stesse accadendo. Mi sentivo un bambino sperduto: disperatamente in cerca della madre, sull'orlo delle lacrime, ma in quel luogo fatto di buio e silenzio non c'era alcuna madre da cui andare.
Poi arrivò la melodia. Un suono inconfondibile, quello candido e delicato dei tasti di un pianoforte, risuonava nel buio crepando il silenzio come se fosse di vetro. E, mentre le schegge danzavano attorno al mio corpo, improvvisamente mi calmai, abbandonando i dubbi e le paure di poco prima per farmi cullare dal pianoforte, la madre che cercavo.
Le note giungevano da molto lontano, portavano con loro un bagliore leggero quanto la tenue fiamma di una candela, ed esso tagliò il buio come una lama taglia un foglio di carta.
Tra vetro infranto e carta strappata, le note parevano chiamarmi per nome. Fu come se mi stessero indicando il sentiero da prendere per uscire da quella oscurità.
Improvvisamente aprii gli occhi.[La storia partecipa al contest Powergirl2k19 indetto da _pertefareidelmale04]
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Ikigai
Fantastiqueɪᴋɪɢᴀɪ: "ʀᴀɢɪᴏɴ ᴅ'ᴇꜱꜱᴇʀᴇ" All'improvviso mi parve di essermi perso attraverso i sentieri della vita. Ero confuso, spaventato. E non ero niente. Sentii il suono di un pianoforte e tutte le mie incertezze parvero svanire. Andai in quella direzione. [L...