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Se c'è una cosa che detesto sono i proverbi.

Quello che odio più di tutti in particolare è: "c'è sempre una prima volta"

So, è vero, una prima volta c'è sempre, ma di solito non è un granché.

Sono molto più importanti le ultime volte.

In realtà, la vita è solo un'incredibile collaborazione di "ultime volte".

L'ultima volta che ti cantano una ninna nanna, l'ultima volta che esci dal cancello della tua scuola, l'ultima volta che baci la persona che ami, l'ultima volta che ti addormenti senza bisogno del Valium.

Ma non.c'è mai nessuno ad avvertiti che quella che stai vivendo è l'ultima volta,anzi, di solito non te ne accorgi nemmeno.

Il fatto è che quando sei piccolo credi che tutto ti sia dovuto e che tutti rimanga esattamente come quando hai tre anni:i parenti che ti fanno le.foto,i regali e sono ossessionati dal fatto che tu dorma, mangi e cachi, ed è tutto un sorridere,battere le mani e fare facce stupide.

Poi, però, arriva un giorno in.cui puoi essere morto soffocato dal tuo vomito e a nessuno importa più un fico secco, così ti trovi da solo a gridare:"Hei! C'è nessuno? " e allora capisci che, o ti fai andare bene tutto quello che arriva dopo, o puoi spararti un colpo in testa.

Cinico?

No,realista.

Ma forse è il caso che io cominci dall'inizio.

Era il 24 dicembre del 1987 e avevo cinque anni.

Si,la maggior parte di voi penserà che i miei ricordi siano deformati dai racconti degli altri e dalle foto, ma giuro che ce l'ho in mente come.fosse oggi.

La verità è che aspettavo quello sbronzo di Babbo Natale,o meglio, all,epoca non lo consideravo uno stronzo, ma solo un vecchio con un lavoro assurdo e sottopagato che, in una notte, riusciva a distribuire regali a due miliardi e mezzo di bambini.

Non è assurdo?

Due miliardi e mezzo di bambini calendari da un camino.

Come se tutti avessero un camino!

Io.non. Ce l'ho mai avuto e non ho mai conosciuto nessuno che ce l'avesse.

Non a Roma almeno.

Dunque, me ne stavo lì rannicchiati nel mio lettino, con gli occhi abarrati nel buio aspettando Babbo Natale che veniva a portarmi i regali, quand'ero che un rumore mi colse di sorpresa.

Un familiare rumore di passi.

Scesi dal mio letto e, silenziosamente, raggiunti il corridoio dove un'enorme ombra scura,china davanti alla porta, con due grandi sacchi in mano.

Mi venne un.colpo, giuro.

Babbo Natale era lì, a due metri da me, a cercare la scatola Dell'Allegro Chirurgo in uno dei due sacchi e, sicuramente, là fuori, c'era la slitta con le.renne che lo aspettavo.

I piedi mi si stavano congelando sulle mattonelle fredde e stringeva le gambe per trattenere la pipí, ma non mi sarei mosso per nulla al mondo, consapevole che quello fosse il momento più importante della mia vita.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 12, 2014 ⏰

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