× 15 Marzo 1982 ×
Ci siamo seduti su delle poltroncine e abbiamo trascorso insieme un po' di tempo prima che arrivasse il nostro aereo. Sono state le cinque ore più belle della mia vita. Mi ha subito parlato di lei, della sua famiglia e di suo padre, morto un anno prima. Quello che mi piaceva di lei, era il modo in cui parlava dei suoi cari, si vedeva che ne era molto affezionata. Mi sembrava una bambina alla quale non avreste mai potuto strappare la sua bambola, altrimenti sarebbe scoppiata a piangere. Era una studentessa del 3 anno di giurisprudenza, ed era in partenza per il suo Erasmus a Los Angeles.
- Allora quanti anni resterai a Los Angeles? - le chiesi
Mi spiego' che la durata dell'Erasmus era di un anno ma sarebbe potuta rimanere anche due anni se avesse voluto. Le ore intanto passavano ed io cercavo di godermele tutte, finché non presi coraggio e le chiesi di scambiarci il numero di telefono. Inizialmente non sembrava molto propensa a scambiarci i numeri. Prima di me aveva avuto un compagno, con il quale non finì bene, lui la tradì con un altra ragazza e da quel momento in poi, lei non ha avuto più il coraggio di conoscere nessun altro uomo, ma comunque, dopo svariati tentavi, sono riuscito ad avere il suo numero. In realtà non sapevo nemmeno a cosa mi sarebbe servito dopo quella giornata in aeroporto, lei avrebbe iniziato il suo Erasmus ed io sarei tornato a casa qualche giorno dopo con la mia Nikon piena di scatti. Non sembrava una storia destinata ad andare avanti.
Ormai erano finite le nostre 5 ore di attesa, e finalmente eravamo pronti ad imbarcarci, ero felice di andare a Los Angeles, era il mio sogno fin da bambino, ma allo stesso tempo non ero per niente contento di staccarmi da lei. Una volta imbarcati, sarà stato il segno del destino, avevamo i posti vicini, lei lato finestrino ed io di fianco. Non appena ci siamo ritrovati seduti vicini non ha fatto altro che guardarmi e poi sorridermi. Ha cacciato dalla sua borsa "Romeo e Giulietta" di Shakespeare. Immaginavo che poteva essere una ragazza molto dolce. Iniziavo ad apprezzare anche questo aspetto di lei, il fatto che leggesse la rendeva ancora più attraente, stava iniziando ad interessarmi davvero.
In ogni caso adoravo quel libro, l'ho letto per la prima volta al liceo, e sono rimasto incantato dalla bellezza dell' amore tra Romeo e Giulietta. Lesse alcune pagine e chiuse il libro, si appoggio' sulla mia spalla e chiuse gli occhi.
- posso chiederti perché mi hai chiesto il numero di cellulare? - mi chiese
Chiaramente, non sapendo cosa risponderle ho esordito con un semplice
- beh sai, nella vita non si sa mai -
Lei mi ha sorriso e si è poggiata nuovamente con la sua testa sulla mia spalla.
Mancavano solo 2 ore alla fine del viaggio ed io non avevo intenzione di perdere altro tempo, spostati di scatto la spalla di modo che si svegliasse.
- scusami, non volevo, allora ci rivedremo ancora? -
Mancava ancora del tempo prima che ci salutassimo definitivamente, ma questo già mi sembrava un addio, in ogni caso avevo bisogno di chiederglielo, e avevo sicuramente bisogno di sapere se quelle sarebbero state le nostre ultime due ore insieme.
- certo, ora hai anche il mio numero, potrai sempre venirmi a trovare a Los Angeles -
Chiaramente non aveva capito cosa intendessi, ma comunque il fatto che mi avesse detto di poter venire a Los Angeles per trovarla mi rendeva già più tranquillo.
Eravamo quasi arrivati a Los Angeles, adesso dovevo davvero pensare ad un modo carino per dirle addio, o comunque ad un arrivederci e tutto ciò che mi salto' a mente in quel momento fù un semplice:
- beh, a presto allora! -
- si, a presto - mi rispose.
E così prendemmo le nostre due strade diverse, lei verso la sua università, io verso il mio hotel dove avrei dovo trascorrere il pomeriggio prima di incontrarmi con alcuni amici di Los Angeles.Appena arrivai in hotel ed entrai nella camera 19, mi sentii subito solo, era una sensazione orribile, sentivo che mi mancava qualcosa, o forse qualcuno. Probabilmente questo fu il motivo che mi spinse a scriverle un messaggio, non era ancora passato molto tempo, ma avevo bisogno di sapere se stava bene, e soprattutto avevo bisogno di sapere se lei dopo quell'incontro avrebbe risposto ai miei messaggi.
- Ciao Hanna, sono Philip, volevo dirti che sono appena arrivato in hotel, qui c'è un orribile puzza di cibo in scatola, tu invece come stai? Sei arrivata all'università? -
Come immaginavo non rispose subito. Contavo i secondi, i minuti e le ore, mentre aspettavo con il mio cellulare in mano in attesa di una sua risposta. Probabilmente era appena arrivata e aveva bisogno di un po' di tempo per sistemarsi, o probabilmente aveva bisogno dei suoi spazi, o magari la situazione l'aveva scioccata. I dubbi presero il sopravvento su di me, ma proprio mentre la mia testa stava per esplodere date le 1000 supposizioni che mi stavo creando, mi vibro' il telefono.
- Ciao Philip, si sono appena arrivata al campus, qui è magnifico, è davvero un posto carinissimo e molto tranquillo, dovresti venirmi a trovare, magari anche prima che parti se ti va! Ti auguro una buona serata, ciao Philip.
Tua, Hanna. -Ciò che mi rese felice di quel messaggio non riuscivo a capire cosa fosse. Ero indeciso se essere felice perché, indirettamente mi aveva chiesto di vederci ancora una volta, o per come aveva terminato l'sms, in ogni caso, ero sicuramente più tranquillo dopo aver letto quella sua risposta. Non le risposi immediatamente, cercavo di fare il duro e di aspettare che fosse lei a scrivermi nuovamente per sapere come stavo e per fissare il nostro appuntamento, ma non fu proprio così. Ricordo ancora che mentre finivo di sistemarmi in hotel, aspettando che i miei due amici passassero a prendermi, di tanto in tanto controllavo il cellulare per verificare che non mi avesse scritto altro. In ogni caso passarono pochi minuti prima che risposi al suo sms.
- Hanna per me sarebbe stupendo vederci. Magari anche per un saluto, e poi devo ancora sdebitarmi per quando hai raccolto il mio portafogli da terra, ti va bene se ci vediamo domani? Magari anche nel pomeriggio tardi, fammi sapere,
Tuo, Philip -In quel momento pensai che probabilmente il saluto finale era stato un errore, non avrei dovuto definirmi suo, però ripensandoci, nell'sms di prima, anche lei si era definita mia. Eravamo l'uno dell'altro.
Finalmente arrivarono i miei amici, e quindi potevo scattare delle foto in giro per la magnifica Los Angeles. Non sapevo da dove iniziare, tutto ciò che vedevo andava immortalato in una fotografia. Ero davvero rimasto incantato dalla bellezza di Los Angeles, forse non sarebbe stata una cattiva idea trasferirmici per un po'. Arrivammo in un parco molto grande, con tantissimi bambini che si divertivano e si rincorrevano l'un l'altro. C'erano anche moltissimi gabbiani. Rimango spesso incantato dal loro spensierato modo di sentirsi liberi. Decisi di fotografarli ma mentre ero impegnato ad osservarli per capire quale fosse la prospettiva migliore, fui interrotto dalla vibrazione del mio cellulare.

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STARDUST
RomansaUna dolce storia d'amore tra una studentessa della facoltà di giurisprudenza ed un aspirante fotografo. La storia di una donna, che insegno' ad un uomo, il vero significato della parola "Amore".