Ormai erano 5 minuti buoni che Jimin fissava la porta in legno davanti a se, indeciso sul da farsi
Aveva davvero paura di dare fastidio, di non essere gradito
Senza collegare il corpo al cervello, suonò il campanello, togliendo il dito subito dopo, come se si fosse scottato
Stupido, stupido, stupido! Avresti fatto meglio ad andartene!
Si ripetò mentalmente, finché la porta non si aprì
“Jimin?"
“Signora Min..."
Jimin la guardò attentamente: aveva un aspetto decisamente diverso rispetto al mese precedente.
Prima era davvero curata, una donna bellissima.
Ora risultava così malandata e spenta.Aveva due profonde occhiaie sotto gli occhi, rossi e stanchi, i capelli raccolti in una coda bassa quasi completamente sfatta, e indossa indumenti che all'apparenza sembravano essere stati scelti a caso
Jimin non era messo meglio, onestamente.
La donna sorrise felice, stringendo Jimin in un caldo abbraccio, dalla quale lui non si sottrasse
La pelle della donna aveva lo stesso profumo di quella di Yoongi...
Lei si staccò dall'abbraccio a malincuore, accarezzando dolcemente i capelli a Jimin
“Mi sei mancato così tanto! Perché non sei passato prima a trovarmi?" chiese poi, gentilmente
Jimin boccheggiò a vuoto
“n-non lo so...avevo paura di dare fastidio. M-mi dispiace.."
Confessò, del tutto sincero.
Insomma, lui si sentiva malissimo, ma poteva davvero pretendere di stare peggio di una madre che aveva appena perso il figlio?
Era un pensiero così egoistico da parte sua“non preoccuparti, mi fa davvero piacere vederti, lo sai benissimo che per me sei come un figlio. Ti va di entrare? Ti offro un caffè!"
Jimin accettò di buon grado, entrando in casa, e seguendo la donna fino alla cucina
Si sedette al tavolo posizionato nel centro della stanza, guardando attorno a se, e lasciandosi trasportare dai bei ricordi, mentre la signora Min armeggiava con la caffettiera
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g h o s t i n- YOONMIN
Fanfic"Ma tu sei stato così comprensivo con me, così buono. E te ne ho fatto passare più di quanto qualcuno dovrebbe. E mi sto odiando perché tu non avresti mai ammesso che ti feriva"