Capitolo 1

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Passeggiavo per Lisbona mezza ubriaca quando mi sentii strattonare.

- Ehi,ciccia bomba,sei vergine? Hai mai provato il brivido del sesso? Di un cazzo che ti entra e ti fa godere?

Dei tipi vestiti di nero,mi portarono con i capelli sopra una stazione,cominciarono prima a picchiarmi e poi a spogliarmi,ero semi - nuda,quando arrivò lui. Ero a terra e lo intravedevo disbieco,alto,capelli e occhi neri,muscoloso,indossava un capellino all'incontrario,e la tuta del Portogallo.

- Lasciatela stare,merda.

- Cristiano il riccone, che difende le ciccie-bombe,adesso? Risero,e lui arrabbiato continuava a dargli contro. Prese qualche cazzotto,poi ero stordita,sentivo la puzza del sangue,la luce diventava buio.

Mi risvegliai in un lettone grande,non vedevo bene,c'era troppa luce,mi sa che era la camera dell'ospedale,sentivo il rumore del macchinaggio che era collegato al braccio. Perché mi stavano facendo le trasfusioni? E quel sangue di chi era?

- Signorina,si è svegliata,come sta?

- Bene. Risposi con l'aria interrogativa.

- Sono contenta.

Da dietro la dottoressa,arrivò lui. Avevo sentito bene dalle bocche dei tipi,è Cristiano Santos? Il tipo ricco,quello con le donne ai suoi piedi,ma io non lo odiavo? D'un tratto sembrava essere diventato l'essere più dolce e carino con quelle rose blu in mano e il suo sorriso.

Gli sorrisi anch'io.

- Vi lascio soli. Disse l'infermiera,per poi chiudersi la porta alle spalle.

- Ciao. Mi disse con un filo di voce,posando le rose nel vaso sul comodino.

- Ciao. Le risposi.

- Come stai?

- Bene,e tu?

- Bene.

Insomma non sembrava,l'occhio gli era nero e gonfio,aveva un labbro spaccato,e un cerotto grosso in pieno sulla guancia destra.

- Mi dispiace per...gli indicai la faccia.

- No,tranquilla. L'importante è che stai bene.

- M..mi hai donato tu questo sangue?

- Sì,durante il mio trasportarti qui ne hai perso molto.

- Ah...

- Beh,allora..

Arrivarono i miei,si fiondarono addosso,non dandole nemmeno retta,uscii di stanza,ma in realtà volevo restasse. Mi chiedevano se stavo bene,se mi avevano fatto qualcosa,una testa di chiacchiere insomma. Ma io guardavo lui da dietro quel vetro,appoggiato con le spalle al muro,perso nei pensieri. Insomma mi ha salvata,mi ha donato il sangue e mi ha difesa anche avendogli attestato tante volte in faccia che lo odiavo,e lui altrettanto.

- Mamma,io sto bene,ma dovete ringraziare Cristiano. Se non era per lui,vostra figlia si ritrovava accanto agli angeli bianchi in questo momento. Dissi decisa.

- Ma l'importante è che tu..rispose mia mamma.

- Mamma,non mi interessa,andate a ringraziarlo,su.

Neanche a loro piaceva,lo so. Ma dovevano farlo.

Dopo avergli dato la mano in segno di pace,scesero a prendere un caffè,intanto rientrò nella stanza.

- Ehi,allora io vado,ho gli allenamenti.

- Va bene,sei stato tanto carino,grazie. Dissi abbassando la testa imbarazzata.

Si avvicinò per salutarmi e lo abbracciai,il suo cuore e il suo profumo mi avevano mandata in tilt.

- Tornerò a trovarti,prometto. E con un mega sorriso,andò via.

Intanto chiusi gli occhi e sospirai forte. 

Siamo un cielo limpido nascosto dalle nuvole.Where stories live. Discover now