Capitolo 7

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"Va via, ti prego." Ansima, quando mi accascio accanto al suo corpo.

Diverse venature pulsano sul suo viso. Il suo petto si alza e abbassa velocemente, mentre grugnisce.

"Harry, guardami." Afferro il suo viso nella mano, incontrando subito i suoi occhi più scuri del solito.

"Vattene cazzo." Grida, spingendo il viso contro il muro.

"No, ascoltami. Devi calmarti." Tengo stretto il suo mento, cercando un contatto con le sue iridi.

"Megan ascoltami tu. Non posso controllarlo. Scappa cazzo." Ansima, respirando velocemente. Si avvinghia al tappeto con le mani, spalancando gli occhi rossi.

Sbaglio, o quello è sangue?

"Non me ne vado." Affermo sicura, tenendo fermo il suo corpo con una mano.

"Non farlo, non farlo fottuto agente. Potrei ucciderti adesso. Non fare l'eroina proprio adesso, cazzo." Grida, digrignando i denti. Le vene su tutta la lunghezza del suo collo sono gonfie, mentre si contorce addosso al muro.

"Cosa stai sentendo Harry?"

"Sento che voglio mangiarti Megan."

Cazzo.

"Lo controlleremo insieme." Indietreggio verso l'armadio, con l'intenzione di prendere qualcosa che mi aiuti a tenerlo fermo. Con la mano tremante dal nervosismo, cerco la maniglia del guardaroba.

I miei occhi non si staccano dalla figura ansimante di Harry.

Devo prestare attenzione. Se lo perdo di vista, mi ucciderà in pochi secondi.

Sfilo velocemente il laccio da uno dei miei tanti pantaloni della tuta.

Mi riavvicino all'uomo, che sembra essersi immobilizzato sul pavimento.
Il suo viso è rivolto verso il basso, e coperto dai capelli sciolti.

Respira Meg, va tutto bene.

Con passi lenti e cadenzati, afferro il suo polso, cercando di legarlo alla tastiera del letto. Con uno scatto, il detenuto solleva il viso.

Strattona la corda, guardandomi con gli occhi arrabbiati.

"Che cazzo fai? Pensi di potermi legare?" Urla aggressivo, lanciando il laccio lontano dal letto.

In un movimento sovrumano, il mio corpo si trova contro il muro.

Il detenuto sembra essersi completamente mutato.

Che cosa sta succedendo nella sua mente?

"Voglio solo mangiarti Agente Fox." Sogghigna, tentando di avvicinare la sua bocca contro il mio collo.

La pelle è uno strato sottilissimo: può perfettamente insinuarsi nelle mie carni, e strapparle attraverso i suoi denti.

Gli assesto una gomitata allo stomaco, che lo fa piegare su sé stesso.

Con un salto, sorpasso il letto, scendendo le scale di corsa.

Ho bisogno di trovare qualcosa per difendermi.

Afferro la pistola sul tavolo, sentendo i suoi rapidi passi scendere le scale.

Forse dovrei chiedere aiuto, ma non c'è tempo.

Mi chiudo in cucina, prima che il ragazzo mi possa raggiungere.

Harry inizia a prendere a spallate la porta della cucina. Diversi ringhi escono dalle sue labbra, mentre carico la pistola, con le dita palpitanti.

Una beretta, capace di ucciderti anche solo sfiorando un suo proiettile.

Le mie mani sono sudate e l'arma non fa altro che scivolarmi tra di esse.

"Avanti piccola Meg, non fare la difficile." Cantilena il riccioluto, ridacchiando. La porta sta per crollare sotto i suoi continui colpi.

Ti prego Harry, non farmelo fare.

Non farti uccidere.

Deglutisco, allungando la pistola di fronte al mio corpo, fin quando i colpi si bloccano.

Sicuramente è ancora dietro la porta.

Sta solo aspettando un mio gesto.

Sposto il dito sul grilletto, riempiendo il petto d'aria.

Il tempo sembra passare in ore.

Niente, silenzio.

Lentamente, mi avvicino alla soglia, calcolando la mia avanzata.

Tengo l'arma in una sola mano, voltando lentamente la chiave nella serratura. Trepidamente, giro la maniglia, con il petto gonfio.

La porta si apre lentamente, cigolando.

Dietro la porta non c'è nessuno.

Procedo in avanti, controllandomi minuziosamente dietro le spalle.

La TV è accesa.

Una figura riflette le immagini, mandate dalla piccola scatola nera. Un corpo siede tranquillamente sul divano.

Mi esce un respiro tremolante, avanzando sempre di più.

Harry mi osserva, piegando la testa di lato.

"Meg, che ci fai con quella pistola in mano?"

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