Palestina-cinque secoli prima di Cristo
Artusha stava in piedi dietro di me.
Di tanto in tanto allungava il collo in avanti, proprio sopra la mia spalla, come per vedere meglio quello che scrivevo e le punte dei suoi lunghi capelli neri mi sfioravano il dorso della mano. Mi distraeva e perdevo la concentrazione, ma adoravo quel contatto: mi faceva venire voglia di alzarmi dallo sgabello su cui sedevo e stringerla a me...a frenare l'istinto il sospetto che gli anziani non avrebbero approvato, perciò mi limitavo a sorridere maliziosa coprendomi il viso con il mio lungo ciuffo biondo. I capelli me li aveva tagliati proprio lei la sera prima, nel
dormitorio delle ragazze, mentre insieme alle altre ripassavamo la
lezione di "simbologia del corpo".Nell'aula in cui traducevamo i testi antichi, spesso riuscivo a
finire il compito prima delle altre e mi mettevo a scrivere per conto mio...
Scrivevo qualsiasi cosa: favole da raccontare ai bambini quando tornavo al villaggio, storie d'amore che allietassero le notti insonni delle mie compagne, poesie da vendere ai ragazzi che poi avrebbero decantato alle loro innamorate, racconti metafisici, finanche veri e propri trattati di metamedicina.
Puntualmente Artusha finiva la traduzione immediatamente dopo di me e allora si alzava per venire a sbirciare cosa stessi scrivendo...poi correva fuori dall'aula sotto lo sguardo rassegnato dei vecchi accademici, irrompeva nel laboratorio di scultura e con
l'argilla realizzava ciò che le aveva ispirato la lettura del mio
manoscritto. Oppure, ma più raramente, aspettava pazientemente l'inizio della lezione di "ceramiche" per decorare qualche vaso o
piatto con le frasi delle mie poesie. Altre volte ancora, se riteneva ciò che voleva rappresentare troppo complesso per essere scolpito o dipinto su un oggetto, lo disegnava su fogli di carta di riso o affrescava la parete che dava sul cortiletto interno...
Fortunatamente gli anziani incoraggiavano qualsiasi tipo di espressione artistica spontanea!Artusha era la mente più brillante di tutta l'accademia...e la sua anima era la più pura di tutta la comunità. Tutti i membri l'adoravano e la rispettavano e molti giovani erano innamorati di lei, ma pochi osavano avvicinarsi perché emanava un'aura così limpida che pareva provenire da un altro mondo...e in più... aveva occhi solo per me.
I suoi grandi occhi blu, di una dolcezza infinita...
...e labbra carnose e sensuali.Al contrario di quello che si potesse pensare, non vi era tra noi una vera e propria attrazione sessuale; cercavamo il contatto fisico l'una dell'altra, è vero, spesso dormivamo nello stesso letto, abbracciandoci.
E non si poteva certo definire un amore fraterno; vi era fra noi una complicità particolare, ci stimavamo e amavamo profondamente.
Nel nostro cuore all'epoca non c'era spazio per nessun altro.
Non ci accorgevamo neanche degli sguardi che i giovani della
nostra età posavano su di noi perché l'unica cosa che ci
interessava era portare a termine i nostri studi e le nostre scoperte
in campo medico. Collaboravamo quotidianamente fondendo le nostre conoscenze.
Per lo più io elaboravo teorie sui
punti riflessi del corpo e lei ne sperimentava fisicamente la
veridicità usandomi come cavia.Crescemmo insieme prendendoci cura l'una dell'altra, come fossimo sole al mondo per moltissimo tempo. Artusha aveva qualche anno più di me e presto divenne la mia insegnante di filosofia all'accademia. Tutto quello che d'importante imparai me lo insegnò lei.
Quando anch'io terminai gli studi lei decise di andarsene dal villaggio per vivere in solitudine.Divenne una guaritrice e molte persone si recavano in pellegrinaggio da lei per godere dei suoi servigi o semplicemente per ascoltare la parola "della giovane eremita".
Io stessa mi addentrai molte volte nel meraviglioso bosco in cima al monte in cui aveva costruito la sua umile dimora.
Solitamente mi fermavo qualche giorno,non solo perché mi mancava tremendamente il mio amore, ma anche perché stare al cospetto
della sua persona faceva stare bene chiunque. La sua
dolcezza infinita mi infondeva un senso di sicurezza assoluto e la sua saggezza mi completava.
Durante i miei lunghi soggiorni discutevamo per ore intere delle origini del mondo e non mi stancavo mai di imparare.
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TRE STORIELLE SURREALI
FantasiaTre racconti fantastici dedicati a persone il cui incontro,alcune vicende vissute assieme ad esse e le sensazioni derivate ne hanno ispirato la realizzazione.