L'orologio a pendolo segnala le tre del pomeriggio, le nuvole sono ammassate tra di loro creando un velo grigio sopra il paesino italiano.
I vetri delle finestre sono appannati, è iniziato il primo gelo invernale. Quel gelo tanto maligno quanto familiare da far male le ossa ormai invecchiate con gli anni. Ne avevano passate tante quelle ossa, avevano lavorato fino allo stremo.
L'inverno lo odia, per lei è una stagione che racchiude ricordi concepiti da disprezzo e terrore. I volti appesi nelle cornici sui muri sembrano incoraggiarla, ma per lei è troppo difficile e complicato descrivere quello che prova ogni anno.
Riesce ancora a sentire il suono ovattato dei cannoni, lo schioppo dei fucili che squarciavano l'aria e il terreno, l'odore acre del fumo, quello dolciastro del sangue, e centinaia di corpi umani ammassati creandone svariate dune nel freddo dicembrino.
Quei ricordi raccapriccianti sono vividi come la prima volta, lì vede ancora davanti a lei quei corpi e mille occhi spalancati dalla morte, mai smetteranno di penetrarle l'anima stanca. Alla soglia dei suoi ottanta tre anni, sente gli acciacchi e la debolezza dell'età farsi più pressante sul corpo rachitico.
Questo nuovo anno sarà l'ultimo, lo sente dentro, ma non se ne andrà prima che il suo desiderio si avveri.Infondo la sua storia è simile a tutte le altre, è riuscita a sopravvivere non solo per mano dei russi. Quello solo in parte.
Col cuore che le martella in petto, sente il bisogno di conforto; sa dove cercarlo: sotto la giacchetta color cipria, c'è una collanina che da anni teneva con se nel collo. Una lacrima salata le scese, bagnando la pelle secca. Se non fosse arrivato suo nipote, a quest'ora sarebbe scoppiata a piangere.
<Nonna>, la chiama il giovane dietro lei, bussando alla porta del salottino. << Che ne dici di fare una passeggiata in città, vuoi?>>, aggiunge, lasciando cadere lo sguardo dalla vecchietta alla sua mano ossuta stringere il ciondolo.
<Cosa succede?>, chiese, preoccupato.
Ama sua nonna, per anni è stata la sua saggia maestra, la sua spalla su cui piangere e il suo diario segreto, ma da quando il tumore ha iniziato a rovinarle le ossa, procurandole atroci dolori, si è trasformata in una bambina: un innocente esserino da curare.
E lui fa il possibile, insieme a sua madre e a suo zio, per farla sentire meglio, ma ogni inverno con le prime nevicate, i suoi ricordi la portano a molti decenni indietro e così anche l'animo diveniva malinconico. La donna gira la seggiola a ruote verso il suo adorato nipote. << Certo!>>, esclamò, in un sincero sorriso. <<Non possiamo far aspettare il generale>>
Il nipote scosse la testa, sorridendo alla parola "generale" . << Andiamo subito, allora, prima che faccia buio, o il generale ci maledirò per il ritardo>>, ironizza, afferrando la sedia a rotelle, ormai divenuto l'unico mezzo di viaggio per la nonna, per trascinarla via dal salottino.
Quest'ultima non tarda a ridere di cuore. << Ti amava tantissimo>>, aggiunse. << Non puoi immaginare quanto gli assomigli>>
Si avvicinano alla porta d'ingresso, dove all'angolo vi è un attaccapanni. Il ragazzo sta per consegnare alla nonna il cappotto, ma alla combriccola si aggiunge sua madre, che ha sentito le loro voci dalla cucina. <Dove state andando?>, chiede, guardando prima il figlio, poi la madre.
Si appresta ad aiutarla, ignorando le proteste dell'anziana. << Andiamo a trovare il generale>>, ripete il figlio, conquistandosi un occhiataccia della madre. Conosce il ragazzo, e il suo modo scherzoso, ma come a lei, anche al diretto interessato, non è mai piaciuto quel soprannome.
<< Allora ti raccomando di stare attento>>, raccomandò la donna al figlio.
Quest'ultimo alza lo sguardo al cielo nuvoloso, sbuffando.
<< Non prendete freddo>>, continua, vedendoli superare il giardino di casa, e il cancelletto poi.
<<Tieni d'occhio tua nonna>>
Si guardarono entrambi, colti da un sentimento nostalgico ma divertente.<<Sì, mamma>>, conferma, ormai lontano, sperando che la madre entrasse in casa.
Speranza vana, perché l'attimo prima che nonna e nipote svoltano l'angolo del viale, la donna non tarda ad urlare l'ennesima e ultima raccomandazione:
<< E ritornate prima di cena>>Insomma, era tale e uguale al generale*********
Guten Abend, liebe Leser!
Come mi sono preoccupata di annunciare più volte, per un periodo di tempo i capitoli di questa storia verranno pubblicati una o due volte al mese, in quanto sto dando la precedenza alla mia prima storia: THE DEAL ( per chi non l'avesse ancora letta, la consiglio; soprattutto se siete appassionati di vampiri ).
Questo è il capitolo di marzo, spero di pubblicarne un altro entro la fine del mese, ma non vi assicuro niente.
Mi raccomando di commentare e di mettere una stellina!
Per chi ha iniziato a leggere la storia adesso, vi invito ad aggiungerla alla vostra biblioteca e di seguirmi.
Gute Lektüre, Giorgia.
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PANE NEL CAMPO DI CONCENTRAMENTO [ IN SOSPESO ]
Historical FictionSeconda guerra mondiale, nazzismo, campi di sterminio: Il più grande conflitto armato della storia, che costò all'intera umanità sei anni di sofferenze, distruzioni e massacri.