4. Depression

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Klaus sentì ricominciare il conto a rovescia per la quarta volta e gli vennero le lacrime agli occhi. Fissò il pavimento davanti a sé e sentì distrattamente Cinque dire: "Klaus, ti senti bene?".

Non ottenne risposta. Il ragazzo semplicemente andò nel salotto e si lasciò cadere a peso morto sul divano, cercando nelle tasche della giacca dell'erba.

Aveva bisogno di fumare. Urgentemente.

Sentì bussare alla porta e una sorta di panico si impossessò di lui. Si asciugò le lacrime mentre Cinque andava ad aprire.

"Buongiorno. C'è Klaus Hargreeves in casa?".

Pregò con tutte le sue forze Cinque di dire che lui non c'era, e la risposta non deluse le sue preghiere.

"No. Non è qui, penso sia andato con suo fratello a fare un giro".

"Tu sei il figlio?".

"No, sono il fratello anche io. Se non ha di meglio da fare che farmi domande le chiederei di andarsene".

"Vorrei allora che informassi Klaus che Dave... non riesco a leggere il cognome. Beh, Dave ha avuto un incidente e non ce l'ha fatta".

"D'accordo. Arrivederci, agente".

Probabilmente Cinque sbatté anche la porta in faccia all'agente, poi raggiunse Klaus nel salotto come una furia.

"Esigo una spiegazione".

"Non c'è niente da spiegare, fratellino. C'è solo da fumare. E poi hai sentito anche tu, no? Dave è morto".

"Klaus, tu sapevi già cosa doveva dirti! Sapevi che era lui che stava per bussare alla porta! Quante volte sei tornato indietro nel tempo, esattamente?".

Klaus rimase sorpreso dal fatto che lo sapesse, poi si ricordò che Cinque non era uno stupido. Probabilmente glielo si leggeva anche in faccia.

"Tre volte, di cui una per errore", rispose alla fine.

"Tre v-", disse prima di girarsi e sbuffare sonoramente, poi si girò di nuovo e urlò: "Ma sei scemo?! Per cosa poi?!".

"Dave non è ancora morto. Avrei undici minuti di tempo per salvarlo, e invece sono tre volte che l'ho perso. Tra otto minuti, quattro".

"Santo cielo, non potevi dirmelo?! Posso saltare da un posto all'altro, Klaus, è il mio potere! E poi, rifletti, tu cosa potevi fare? La polizia lo ha ritenuto morto e tu non hai il potere della resurrezione. Anche se fossi arrivato in tempo lui non ce l'avrebbe comunque fatta!".

Klaus a quel punto crollò e si coprì gli occhi con il braccio, iniziando a singhiozzare e a sussurrare a ripetizione: "È colpa mia".

"Come fa ad essere colpa tua, scusa? Mica lo hai fatto tu l'incidente!", sbottò Cinque.

"Perché era  per me che stava guidando! Erano giorni che ero scomparso, Dave era preoccupato a morte, così come sono tornato gli ho detto che stavo bene e lui ha detto che sarebbe venuto qui! È morto per venire da me, e ora io non lo vedrò mai più!", urlò in faccia a Cinque.

Se non fosse stato suo fratello, quei due non lo avrebbero mai rapito e nulla sarebbe successo, oltretutto

"Klaus, sei un idiota. Pensi davvero che basti la sua morte per dividervi? Puoi parlare, vedere e, in teoria, interagire fisicamente con i morti. Pensi davvero che Dave se ne sia andato per sempre?".

Klaus non rispose. Sapeva che aveva ragione, a lui quello non era neanche passato per la testa.

Aveva sempre odiato il suo potere, ne aveva paura, nonostante così facendo potesse sempre essere in compagnia di Ben.

Che non aveva nemmeno più visto, oltretutto.

Sentì scadere gli undici minuti e disse: "È morto di nuovo".

"E sarà l'ultima volta. Ora riprenditi e non toccare quella roba che hai in mano, o Dave non lo vedrai più a causa tua", disse Cinque dandogli un colpetto in testa come rimprovero.

Klaus sospirò e mise via l'erba che aveva appena tirato fuori.

Cinque aveva ragione. Doveva essere lucido per il loro nuovo incontro.

Accennò ad un sorriso, asciugandosi le lacrime. Aveva ancora una speranza.

11 Minutes || KlaveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora