Era il mio primo giorno da sola, completamente sola. Il primo giorno da quando avevo lasciato quella citta' in cui oramai mi sentivo in trappola, quell'amore che mi aveva tolto cosi tanto e dato cosi poco. Era anche il primo giorno di primavera, la mia stagione preferita e in un certo senso la vedevo come una rinascita, la mia rinascita. Un nuovo inizio, in una citta' che non conoscevo, dove ero sola e libera di essere me stessa, una nuova me. Meno attenta alle circostanze, all'apparenza e piu' serena. Passeggiavo tra le strade Jaipur e vedevo bancarelle con polveri colorate ovunque, tutto trasmetteva felicita'. Da li a poche ore sarebbe iniziato l'Holi fest. Avevo scelto l'India per il mio nuovo inizio perche' era una terra sconosciuta per me, che mi aveva sempre incuriosito e affascinato. Per di piu' in un periodo dell'anno cosi sentito e festeggiato in queste terre avrei potuto liberarmi del peso dei miei pensieri e vivere serenamente uno dei giorni piu' belli dell'anno. Tutto era pronto eccetto io. Decisi quindi di comprare alcune tinte colorate che avrei potuto utilizzare e di recarmi nella piazza centrale, dove tutto sarebbe iniziato.La festa era meravigliosa, un'esplosione di colori e vivacita'. Non si poteva essere tristi o malinconici. Tutti, dai bambini agli anziani, dalle donne agli uomini, erano riuniti e si lasciavano andare e colorare senza pensare a cosa sarebbe successo quando, tornati a casa, avrebbero dovuto togliere tutto il colore dalle loro vesti, o quando loro figlio sarebbe tornato con un ginocchio sbucciato perche' era caduto e si era fatto male. Se qualcuno mi avesse chiesto, nel preciso istante in cui mi ero fermata alla prima bancarella e avevo chiesto la tintura gialla, di che colore mi sentissi in quel momento, avrei senza dubbio risposto giallo.In quell'inizio di primavera, che per me era un nuovo inizio non c'era colore migliore che mi rappresentasse.Giallo come i limoni, della mia amata terra, la Sicilia. Che avevo lasciato non a malincuore. Che gia' sentivo la mancanza delle mie tradizioni, della mia famiglia e dei pranzi in terrazza quando era estate. Quella terra che mi aveva regalato cosi tanto, tutti i ricordi che ora mi portavo nel cuore, nella speranza, un giorno, di tornarci e di costruire una famiglia li.Giallo come le mimose, quindi donna. Perche' nell'ultimo periodo avevo messo in secondo piano il mio essere donna. Avevo perso la mia identita' dietro un amore che mi aveva spogliato di tutto quello che avevo. Dei miei sorrisi, del mio lavoro, della mia felicita'. Avevo aperto gli occhi appena in tempo. Avevo preso il primo biglietto per fuggire dalla trappola che mi stavo costruendo con le mie mani. Mentre ero in aeroporto avevo chiamato mia madre, le avevo chiesto di disdire la chiesa, i fiori e anche il ristorante. Le avevo promesso che l'avrei chiamata e le avrei spiegato tutto, ma ancora non lo avevo fatto. Non avevo il coraggio.Giallo come i lividi che rimanevano sul mio corpo quando lui entrava in casa e scopriva che ero andata a fare la spesa per preparargli una bella cenetta, oppure di quando leggeva i messaggi sul mio telefono e vedeva che mio fratello mi aveva mandato una foto in compagnia dei suoi amici.Giallo come il sole, quello che in India splende forte, proprio come nella mia Sicilia. Quello che ti riscalda e ti coccola. E infine giallo come le stelle, che il mio, ormai ex, fidanzato mi aveva portato a vedere al nostro primo appuntamento, che mi aveva regalato come promessa del nostro amore e che guardavo ogni notte prima di addormentarmi, nella speranza che un amore vero sarebbe arrivato anche per me. Magari qui in India o magari nella mia amata Sicilia.
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