Capitolo uno.

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"Lasciami dormire mamma..." fu l'unica cosa che riuscii a dire quando mia mamma entrò alle sette in punto in camera mia per trascinarmi giù dal letto.

"È IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA! GIÀ SEI STATO BOCCIATO, NON FARAI ANCHE RITARDO!" urlò lei levandomi le coperte di dosso e procurandomi un brivido lungo la schiena.

Dopo vari lamenti mi alzai controvoglia e mi diressi al bagno per lavarmi. Dopo una bella sciacquata presi a fissarmi allo specchio.

I miei capelli biondi spettinati non ne volevano sapere di stare in ordine. Gli occhi verdi erano lucidi per il sonno e la mia pelle chiara era bianca da far paura.

Uno schifo!  Ecco cosa vedevo nel mio riflesso. Michael Clifford, un ragazzo di sedici anni, gay.

Feci una smorfia di disgusto e sistemai i capelli alla meglio. Poi corsi in camera per vestirmi.

Maglietta azzurra non troppo larga e un paio di jeans neri accompagnati da scarpe grigie con i lacci bianchi e neri. Niente di più, niente di meno. Ero abbastanza semplice nel vestire, ma se i capelli non stavano in ordine andavo su tutte le furie. Infatti quella mattina ero nervoso al massimo dei livelli.

Con il broncio afferrai lo zaino già pieno di libri e senza neanche salutare mamma afferrai una brioche e uscii di casa. Durante il tragitto a piedi verso la scuola consumai la mia colazione in fretta e furia e per poco non mi strozzai.

"Cominciamo bene la giornata!" esclamai io prima che un ragazzo mi venisse addosso.

Mi si parò davanti una figura alta quanto me, ma più robusta. Il ciuffo di capelli castani sistemato in modo perfetto sulla fronte. Gli occhi scuri mi fissavano divertiti e dalle sue labbra usciva una dolce risata. Era Calum, il mio migliore amico dalle elementari.

Senza neanche salutarci scoppiammo tutti e due a ridere e iniziando a parlare camminammo insieme verso la scuola.

"Sai chi c'è quest'anno in classe con noi?" disse lui con le mani in tasca e senza guardarmi.

"Chi?" chiesi io stranito. Ero stato bocciato,  quindi doveva essere qualcuno di più piccolo di me, come lo era Calum.

"Luke Hemmings!" disse lui ridendo.

Mi si bloccò il respiro. Non poteva essere vero. Io e Luke nella stessa stanza per tutto quel tempo?  Quel ragazzo mi odiava a morte! Mi lanciava sempre delle occhiatacce e non potevo avvicinarmi a lui senza sentirmi i suoi occhi pieni di disprezzo addosso.

Ma che li avevo fatto?! Niente! Non capivo il motivo del suo odio e questo mi rendeva parecchio triste, perché a me lui piaceva. Ma non come amico, mi piaceva sul serio e Calum lo sapeva benissimo, anche se era l'unico a saperlo.

Quando notò il mio sguardo agitato mi mise una mano sulla spalla.

"Avanti Michael. Sai che ti dico? Che secondo me sei più carino di quando è finita la scuola! Ti sei alzato parecchio e ora hai anche un po' di muscoli.  Magari cambierà idea su di te." disse in un tono che voleva sembrare rassicurante, ma che era evidentemente ironico. Io sbuffai nervoso.

Quando arrivai a scuola corsi velocemente in classe e mi sedetti in fondo. Pregai con tutto il cuore che Cal si sedesse vicino a me, ma lui andò dietro dietro a una ragazza come un cagnolino e si sedette vicino a lei.

Lo guardai ad occhi sgranati e poi disperato sbattei la fronte contro il banco. Ora dovevo solo pregare che Luke non si sedesse vicino a me o sarei stato nervoso per tutta la lezione. Ma quando mai qualcuno ascolta le mie preghiere?!

Quando la classe si riempì di studenti agitati e impegnati in varie conversazioni intravidi Luke sulla porta d'ingresso dell'aula.

Alto, biondo e con gli occhi azzurri che sembravano appartenere ad un angelo. Il suo sorriso sembrava risplendere di luce propria e il fisico era praticamente perfetto. Il battito cardiaco aumentava e il cuore mi martellava in petto  solo a vederlo.

Notai che era in cerca di un posto, ma notai anche che l'unico libero era accanto a me.

"ooh, cazzo..." mormorai io vedendo Luke avvicinarsi. Non sembrava neanche notarmi e questo da un lato mi distruggeva dentro, mentre dall'altro mi sollevava perché sarei stato meno nervoso senza i suoi occhi addosso.

Quando si sedette mi lanciò un'occhiata orribile che però si addolcì stranamente. Io ricambiai timidamente li sguardo.

"C-ciao Luke..."

"Ciao Michael." rispose lui con un grande sorriso che era un misto di dolcezza e divertimento.

"Hai deciso di parlarmi finalmente?" dissi io in tono offeso.

"Già. Magari possiamo provare ad essere amici, no?"

"Mh... certo."

"Bene... ma mi spieghi una cosa?" continuò lui in tono curioso e leggermente divertito.

"Cosa?"

"Perché tremi e sei paonazzo in volto?"

Io mi irrigidii. Non mi ero reso conto di essere arrossito tanto e il tremore alle mani era incontrollabile. Avrei tanto voluto poggiarle su quelle guancie rosee che aveva Luke per accarezzarle dolcemente. Ma non potevo. Uno perché mi vergognavo e due perché per lui non ero altro che un amico.

"Ehm... sarà per il caldo. Si, deve essere per quello!" dissi io nervoso.

Lui annuii incerto. Poi la lezione cominciò e la nostra conversazione finì lì.

Alla fine delle lezioni io corsi fuori e ripresi una boccata d'aria fresca.

"Senti, se c'è qualcosa che non va in me dimmelo subito!" disse qualcuno alle mie spalle.

Io mi voltai sapendo bene a chi apparteneva quella voce.

"Luke! Mio Dio, ma mi prendi in giro? Mi hai guardato male per un anno e ora ti preoccupi perché io sono agitato quando sono accanto a te?!" dissi tutto d'un fiato senza neanche pensare alle mie parole.

"Beh...-lui abbassò la testa dispiaciuto- scusami. Sono stato uno stronzo, ma voglio rimediare." sorrise e il solo vederlo fece sorridere anche me. Poi però mi sforzai a tornare serio e lo fissa negli occhi che sembravano due cristalli blu puntati dritti su di me.

"Quindi?" continuai. Non rispose. Semplicemente mi afferrò il braccio e cacciò una penna dalla tasca dei jeans. Poi iniziò a scarabocchiare qualcosa. Quando finì esclamò:

"Questo è il mio numero. Quando vuoi chiama così magari andiamo al parco o semplicemente mandami un messaggio, così,  per fare due chiacchiere." Io annuì nascondendo la gioia che mi stava esplodendo dentro il petto.

" Certo!! Ci sentiamo Luke!"

Sorrisi e poi corsi via verso casa. Entrai e mi chiusi in camera buttandomi sul letto.  Iniziai a fissare quei numeri sul mio braccio.

Luke, il ragazzo che tanto volevo, mi aveva finalmente accettato.

Solo amici. ♡ [Muke Clemmings]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora