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(La foto di Andrea ragazzi. Ceh, guardatelo. Io lo amo. Sono innamorata persa, ma tralasciamo. Come promesso questo capitolo sarà spicy. Cosa intendo? Vuol dire che sarà una one shot... Si, avete capito bene. Questa sarà l'unica per adesso. Quindi fatevela bastare... È molto triste come storia, ma ero nel mood sbagliato quindi ve la tenete cosi)



Apro la porta, sperando di trovare Andrea, scorbutico e cinico, come sempre.
Entro e trovo tutto silenzioso. Non un rumore.
È tutto in ordine, sembra che nessuno sia mai entrato lì dentro

-Andrea?

Lo chiamo con la voce abbastanza bassa, quasi impaurito dalla risposta.
Sento solo il mio cuore che continua a battere all'impazzata.
Nessun "Sono qui amore" o "Aspetta un attimo", solo il vuoto.
Ormai ho già capito.
Mi avvicinò lentamente alla nostra camera.
Guardo un po' in giro e vedo un foglietto sul comodino, così lo prendo in mano.
Lo tengo quasi mi potessi scottare da un momento all'altro.
Le mie mani tremano e la paura di leggerlo sale ogni secondo di più.
Ho paura. Ho davvero paura di sapere la verità. Ho paura di sapere che mi ha mollato, magari pure per qualcun altro, qualcuno più spiritoso, divertente e chissà, magari più affascinante e meno impegnativo.
Dai miei occhi iniziano a scendere alcune lacrime che io asciugo subito.

Finalmente prendo coraggio e alzo il foglietto per poterlo leggere meglio.

-Caro Giovanni

La mia voce viene continuamente spezzata dai singhiozzi. So già cosa c'è scritto, ma continuo a leggerlo perché so che lui ha già pensato a tutto.

-Sai già che ti amo. Sai già quanto io tenga a te, ma sai anche che non possiamo continuare così. Litighiamo per cose inutili e queste lotte non hanno fondamento. Ormai lo facciamo ogni giorno e credo che continuare sarebbe troppo doloroso per entrambi.
Sai anche tu che nessuno dei due vorrebbe separarsi dall'altro, ma è ciò che è meglio per te e per me.
Ti prego, non odiarmi. Sto solo cercando di fare il tuo bene.
Andrea

Le lacrime ormai non si fermano più.
Lascio cadere il foglietto dalle mie dita e porto le mani agli occhi.

-Eri tu che mi facevi stare bene

Le mie parole, sebbene le avessi ben chiare in mente, escono come una lamentela incomprensibile e sussurrata, ma anche se le avessi scandite e ripetute ad alta voce non sarebbe cambiato nulla. Non c'è nessuno che le possa sentire. Sono sempre solo. Circondato da quest'enorme vuoto, in una stanza che una volta chiamavo "nostra" e ora è diventata solo mia.

Eppure lo sapevo. Sapevamo entrambi che sarebbe finita così, ma siamo stati così felici che ci siamo coperti gli occhi e c'è ne siamo fregati, ma alla fine è finita, come tutte le cose belle.

Indovinate chi si è svegliata alle 4 di mattina e non è più riuscita a dornire? Io? Esatto. Così alla tarda ora delle 6:30 (che è effettivamente tardi per me, visto che di solito mi sveglio alle 6 per scuola) ho deciso di copiare la one shot.

Amatemi

Quando ti fai di crocodail con gli INoobDove le storie prendono vita. Scoprilo ora