Rien qu'un masque

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Questa storia ha partecipato al concorso "Giù la maschera" dei profili WattpadFanfictionIT e AvventuraIT

🥉Vincitrice del Terzo Posto

Una festa alla corte del potente Re Sole non era di certo un evento insolito, eppure ciascun invitato vi partecipava ogni volta con rinnovato entusiasmo perché sempre diversa dalla precedente: si alternavano banchetti, concerti, favorendo arte e cultura, e non mancavano piccoli spettacoli teatrali dove l'intera nobiltà recitava un ruolo più o meno importante.

Quella sera, la Galleria degli Specchi rifletteva le luci di mille candele e il luccichio di centinaia di maschere.

Luigi XIV aveva già fatto il suo trionfale ingresso sfoggiando sul proprio viso l'indiscusso oggetto della serata: una rappresentazione dell'astro solare, finemente lavorata in oro puro e intarsiata di gemme preziose; il volto della consorte, invece, vantava piume di pavone a contornarne gli occhi.

Vesti pregiate ricche di pizzi e merletti, gioielli costosi, fiocchi e ricami, lunghi strascichi e scarpe eleganti; uomini e donne mettevano in mostra l'opera dei sarti che, con perizia e meticolosa devozione, avevano cucito ogni singolo lembo di sontuosa stoffa. Alcune parrucche risaltavano maggiormente rispetto ad altre per l'eccessivo volume, quasi traballando al camminare del legittimo proprietario.

Il Duca Ackerman si guardava attorno, annoiato, chiedendosi in quanti, tra i presenti, potessero effettivamente permettersi tali lussi. Sua moglie Petra cinguettava frivolezze con le amiche – se così poteva definire delle serpi imbellettate – mentre lui oziava con un calice nella pallida mano, leggermente in disparte dal chiacchiericcio che lo infastidiva oltremodo. Avesse potuto, sarebbe fuggito a gambe levate.

Odiava Versailles, i suoi corridoi dal tanfo di urina e i pidocchi che la infestavano, ma ancor di più detestava il fatto di non poterla abbandonare, a meno che non intendesse offendere Sua Maestà. Il ducato era già in rovina, da quando era suo zio ad occuparsene, e non era auspicabile contrariare il sovrano. Nonostante non facesse nulla per ingraziarsi il suo favore, infatti, Levi risultava simpatico al monarca. Arrecargli quindi un dispiacere equivaleva a una condanna certa.

Il corvino, i cui capelli erano celati al di sotto della chioma posticcia, assottigliò lo sguardo alla ricerca di qualcosa che lo distraesse da quel tedio. Infine, ciò che più bramava si rifletté attraverso la superficie liscia di uno degli specchi: iridi di un verde così intenso da rubare il respiro, penetranti e ipnotiche, la cui bellezza era offuscata dall'opulenta maschera che li attorniava.

Il Conte Yeager fece il proprio ingresso con la sua promessa sposa, la marchesa Historia Reiss, al proprio fianco. La gonna gonfia broccata in oro, le braccia magre e lo scollo illuminato da una collana in pietre preziose, la giovane dagli occhi cerulei era ciò che di più seducente esistesse, in quel luogo. La sua amicizia era ambita dalle donne, il suo corpo desiderato dagli uomini, eppure ella pareva il ritratto della purezza e della rettitudine.

Se solo tutti avessero saputo dei suoi interessi nascosti, coltivati nei suoi alloggi insieme alla propria dama di compagnia...

Tuttavia, Levi non la giudicava per la sua discutibile condotta. Nessuno in quella sala era esente dal peccato, di qualunque natura fosse. Neanche lui.

Non aveva mai amato Petra. Il loro era stato un sodalizio di puro interesse, al quale non era seguito altro che reciproca sopportazione e malcelata tolleranza. Per volere del padre, in punto di morte, aveva accondisceso a trasferirsi alla reggia di Versailles. Aveva sempre rimpianto quel giorno funesto. Era passato da una prigione, che perlomeno gli era familiare, a una gabbia dorata di cui conosceva perfettamente i confini e dalla quale mai sarebbe potuto evadere. Se non con la morte, certo, e aveva preso in seria considerazione l'idea. Dopotutto, non era raro che qualcuno morisse avvelenato, a corte; intrighi, invidie e dissapori tessevano una tela invisibile da cui era impossibile districarsi.

Rien qu'un masque [Nient'altro che una maschera]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora